La multa presa all’estero arriva a casa
Guidi un po’ troppo veloce in Carinzia, Slovenia, Croazia? Alzi il gomito? Ti dimentichi di acquistare la vignetta per percorrere le autostrade oltreconfine? La multa non potrà più essere scansata. L’Europa interviene via direttiva a caccia degli evasori. Quelli che in più occasioni non hanno mai pagato. Non solo gli italiani all’estero, ma pure gli stranieri alla guida in Italia.
Capita di prendere una multa all’estero durante un viaggio in giornata, anche solo per rifornirsi di carburante. Accade a tanti automobilisti della regione, soprattutto tra i residenti nelle aree di confine. Ma, reciprocamente, succede anche che qualche croato o sloveni incappi nei controlli e conseguenti contravvenzioni degli agenti della strada in Friuli Venezia Giulia, riuscendo poi in qualche modo a non rendersi reperibile e, nel concreto, a non pagare la sanzione. Da adesso, o più precisamente da quando gli Stati membri recepiranno le indicazioni di Bruxelles che dispone l’accesso ai dati degli automobilisti europei in tutti gli Stati membri, chi viola le norme stradali all’estero potrà essere individuato e sanzionato, con l’invio della multa a casa o l’obbligo di pagare direttamente l’agente con la contravvenzione in mano.
Semplificando al massimo, per i veicoli con targa di un Paese dell’Ue sarà più difficile farla franca. Quantomeno per quanto riguarda le sanzioni oggetto della norma, quelle considerate più gravi dalla direttiva. Cioè eccesso di velocità, mancato uso della cintura di sicurezza, passaggio con semaforo rosso, guida in stato di ebbrezza o sotto l’influenza di sostanze stupefacenti, mancato uso del casco, circolazione su una corsia vietata, uso del telefono cellulare durante la guida.
«Si chiude così la stagione dell’impunità per gli automobilisti che commettono infrazioni stradali all’estero», osserva Isabella De Monte, europarlamentare del Pd, componente della commissione Trasporti e turismo, intervenuta in aula nel dibattito sulla direttiva del Parlamento europeo e del Consiglio intesa ad agevolare lo scambio transfrontaliero di informazioni sulle infrazioni in materia di sicurezza stradale, approvata la scorsa settimana a Strasburgo. «Chi mette in pericolo la vita degli altri, guidando con leggerezza perché convinto di poter sfuggire al pagamento delle sanzioni solo perché all’estero, da oggi non avrà più vita facile» aggiunge De Monte.
La norma riprende la direttiva numero 82 del 2011, che fu annullata dalla Corte di Giustizia dell’Ue, poiché adottata sulla base di un fondamento giuridico errato. Nel concreto, la direttiva permette lo scambio transfrontaliero di informazioni sulle infrazioni stradali, come l’eccesso di velocità o la guida in stato di ebbrezza, e pone fine all’anonimato dei conducenti non residenti. «Un provvedimento importante – insiste l’europarlamentare –, un segnale concreto sulla strada dell’integrazione europea, perché prevede che tutti i cittadini Ue siano soggetti alle stesse conseguenze giuridiche della violazione stradale e garantisce che le infrazioni non restino impunite: così tutti i guidatori comunitari hanno uguali diritti e doveri».
Con il nuovo sistema, queste le intenzioni di Bruxelles, quando viene accertata una violazione, il comando di Polizia potrà accedere, tramite il punto di contatto dello Stato nel quale è immatricolato il veicolo (per l’Italia si tratta del ministero delle infrastrutture e dei trasporti), ai dati di immatricolazione e alle informazioni sul proprietario. Una volta in possesso di questi dati, invierà all’intestatario del veicolo una lettera conforme a un modello standard nella quale saranno descritti, nella lingua del documento d’immatricolazione del veicolo con il quale è stata commessa l’infrazione, la natura della violazione, il luogo, la data e l’ora, il riferimento all’articolo del Codice della strada violato, la relativa sanzione e i dati riguardanti il dispositivo usato per rilevare la colpa.
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