La mozione grillina che sfiducia Debora non trova sponde
TRIESTE. Forza Italia, Nuovo centrodestra e Autonomia responsabile leggono con attenzione, promettono approfondimenti, non sottovalutano alcuni passaggi della mozione con cui il Movimento 5 Stelle, sul caso cooperative, chiede la sfiducia di Debora Serracchiani. Ma non firmano. «Strumentalizzazione, populismo», dicono gli ex pidiellini, con i soli azzurri che tengono aperta la porta di una riunione di gruppo prima di decidere se aderire o meno. I primi a intervenire, via comunicato, sono Alessandro Colautti e Paride Cargnelutti.
«Si vuole fare una guerriglia strumentale, nutrita da una dietrologia populista che vuole le istituzioni come il male assoluto. Non lo possiamo accettare», tagliano corto i due consiglieri Ncd. La presunta «mancata vigilanza» della giunta su Cooperative operaie e Coopca, tema su cui hanno attaccato i grillini, con immediata, durissima replica di Serracchiani, «è una questione seria, che riguarda anche chi ha governato in precedenza. L’attenzione della parte politica ci deve certamente essere, ma sono emersi aspetti che non la possono riguardare se toccano invece la magistratura» afferma Colautti. A isolare i grillini è anche Renzo Tondo: «Ar non firma la mozione».
Fi, con il capogruppo Riccardo Riccardi, si impegna a studiare il testo, ma a sua volta pare orientata verso il no: «Riunirò il gruppo per decidere la posizione da tenere. Ma, premesso che non ho motivo di pensare che le denunce grilline non abbiano un qualche fondamento, un caso di questo tipo impone prudenza e non può essere ridotto a una natura solo politica. Una mozione di sfiducia nei confronti di un presidente di Regione eletto direttamente va supportata da elementi assolutamente inattaccabili, tanto più davanti a una vicenda in cui entrano in gioco così tante famiglie». Riccardi commenta però anche la risposta di Seracchiani che ha definito quella dei grillini «un’azione ripugnante, che rivela ignoranza e malafede». Secondo il capogruppo forzista si tratta di una replica «scomposta». «Se un gruppo del tuo Consiglio regionale ti fa un attacco, per quanto forte e frontale sia, fa parte della gioco della dialettica politica – dichiara il forzista –. E se le cooperative ti hanno finanziato la campagna elettorale, evidentemente lo hai dichiarato da qualche parte. La reazione mi pare decisamente sproporzionata».
Secondo i pentastellati quella reazione è legata alla notorietà nazionale che ha avuto la pubblicazione del contenuto della mozione, con tanto di titolo “Serracchiani a casa”, nel blog di Beppe Grillo. «Quando si ritrova lì, la presidente perde la testa», dice Cristian Sergo.
Non sembrava dovesse finire così nel maggio 2013, quando in un clima di assoluta cordialità i grillini si presentarono alla neogovernatrice. «Ci volevamo conoscere – ricorda la capogruppo M5S Eleonora Frattolin –, lei si mostrò molto disponibile alla collaborazione auspicando una convergenze su parti del programma. Ben presto però, visto come si lavò le mani dopo averci rassicurato sulla possibilità di ottenere un posto nell’Ufficio di presidenza dell’aula, ci rendemmo conto che alle parole non sarebbero seguiti i fatti». Nei mesi successivi, rileva ancora Sergo, «non sono stati pochi i provvedimenti che abbiamo approvato, a conferma che la nostra è un’opposizione fondata sulla concretezza». Ma il rapporto è stato sempre molto difficile – pochi giorni fa Frattolin, invocando il «tutti a casa» e denunciando l’«inciucio» in Consiglio, criticava lo «scarso coraggio» della presidente –, a partire da un altro siluro, era il dicembre 2013, del blog di Grillo sugli «incarichi di Serracchiani mille mani». «Dispiace che se la sia presa anche stavolta – prosegue Sergo –, evidentemente è stata punta nel vivo. Le firme in calce alla mozione? Le nostre 5 ci sono, ne servono 13. Noi avevamo anticipato che avremmo messo la Regione nel mirino sulla questione della vigilanza, non abbiamo fatto altro che raccogliere documenti pubblici e portarli all’attenzione dell’aula».
«Non ci hanno coinvolto, non credo avranno le firme – sostiene però dal centrodestra anche Luca Ciriani –, ma è certo che la mozione dice cose vere. La giunta avrebbe dovuto essere più reattiva e decisa, a partire dal divieto alle cooperative di finanziare partiti e candidati per evitare conflitti di interesse». L’ex vicepresidente illustrerà stasera a Enemonzo la sua proposta di legge sulla cooperazione calendarizzata da piazza Oberdan a febbraio, «l’unico testo presentato che può dare risposte in tempi brevi a migliaia di risparmiatori, oltre che rivedere le competenze di controllo della Regione». Anche il Ncd sollecita la giunta «ad accelerare sull’approvazione della legge Ciriani che, attraverso un Fondo di solidarietà, può aiutare migliaia di piccoli risparmiatori».
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