La mostra di Guarino “dimenticata”

Resta in un cassetto del Comune il progetto d’esportazione a Milano dell’antologica del 2015 al Revoltella
Di Fabio Dorigo

L’alfabeto essenziale di Ugo Guarino non arriverà a Milano. La personale dell’artista , che si è tenuta al Museo Revoltella tra il 24 giugno all’11 ottobre 2015, era stata prenotata dalla Triennale, che l’aveva inserita nel calendario mostre della prossima estate (giugno o settembre 2017). Era stata persino individuata la sala, l’impluvium, al primo piano del Palazzo dell’Arte. Ma la mostra, progettata e ideata dal Comune di Trieste assieme alla Fondazione Rizzoli Corriere della Sera (curatrici Silvia Magistrali e Francesca Tramma) è stata dimenticata.

La bozza di convenzione, stilata tra febbraio e aprile del 2016, è rimasta inspiegabilmente nel fondo di un cassetto. L’iniziativa, che sarebbe stata praticamente a costo zero per l’amministrazione, avrebbe dato una grande visibilità culturale al Comune di Trieste. È raro, infatti, che una mostra nata qui riesca poi ad approdare a palcoscenici nazionali. È più facile che Trieste ospiti mostre di “seconda mano” (come le stanze segrete di Vittorio Sgarbi che troveranno posto a breve al Salone degli Incanti dopo essere state ad Osimo e Cortina). Non si conoscono i motivi dell’insabbiamento della mostra di Guarino, artista nato a Trieste ma che ha operato per gran parte della sua esistenza a Milano, disegnando fino alla fine le vignette per la pagina delle lettere del Corriere della Sera. A lavorare alla stesura della convenzione era stata la direttrice del Museo del Revoltella di allora, Bianca Cuderi, di concerto con il direttore dell’area Cultura Fabio Lorenzut. Paolo Tassinari, ex assessore alla Cultura, aveva preso i primi contatti con la Triennale, da sempre attenta all’arte, con particolare interesse all’illustrazione, alla grafica, al design e all’architettura: «In chiusura della mostra ho valutato l’opportunità di esportare questa mostra in una sede nazionale. La direzione della Triennale si è subito dichiarata d’accordo» . Il Comune di Trieste e la Fondazione Rcs avrebbero messo a disposizione il progetto espositivo con i materiali per la mostra (esiste anche un bel catalogo edito da Corraini), la Triennale si sarebbe occupata dell’allestimento e della comunicazione. Era tutto definito. Poi si è aperta la campagna elettorale, ci sono state le elezioni, ha vinto il centrodestra e di questo “alfabeto essenziale” si sono perse le tracce. Il nuovo assessore alla Cultura, Giorgio Rossi, non ne ha mai fatto cenno. Un occultamento ideologico? L’autore delle scritte all’ex Opp (“La verità è rivoluzionaria”, “La libertà è terapeutica”) non piace al centrodestra? O, invece, si è trattato della distrazione degli uffici comunali, che hanno lasciato in fondo a un cassetto il progetto della mostra milanese?

Guarino, che era presente all’inaugurazione della mostra antologica al Revoltella, è scomparso a Milano il 2 maggio 2016. La città milanese rischia di non vedere il suo “alfabeto essenziale”, confermando la condizione di “artista invisibile” che l’ha accompagnato per l’intera esistenza. Un dubbio sollevato un giorno persino da Indro Montanelli interrogato dai lettori: «Ugo Guarino esiste veramente?». La domanda resta aperta.

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