La mostra alla Transalpina ingabbiata dal confine che nessuno può visitare

“Un binario per tre popoli lungo l’Isonzo” è stata inaugurata e chiusa per colpa dell’emergenza sanitaria. Ma i curatori restano fiduciosi 
Bumbaca Gorizia 20.04.2020 Transalpina sbarrata @Pierluigi Bumbaca fotografo
Bumbaca Gorizia 20.04.2020 Transalpina sbarrata @Pierluigi Bumbaca fotografo

il caso

Alex Pessotto

È stata inaugurata a metà dicembre dello scorso anno. “Ferrovia Transalpina: un binario per tre popoli lungo l’Isonzo” è una mostra permanente realizzata nella più totale collaborazione transfrontaliera tra il Gect, il Kulturni dom di Nova Gorica e il punto informativo culturale Kit. Poi, il coronavirus si è messo di mezzo, i confini son tornati a essere invalicabili rianimando antichi fantasmi, la stazione Transalpina, che ospita l’esposizione, è stata chiusa. Insomma, per farla breve la mostra, a pochi mesi dalla sua apertura, non è più visitabile.

Nessuna paura, però, a sentire i due curatori, Alessandro Puhali e Matjaž Marušic: il problema è temporaneo. Trascorso lo stato d’emergenza, tutto tornerà come prima. «Sono decisamente fiducioso, ottimista – dice Puhali –. Non ci resta che sconfiggere il virus e quindi attenerci, per ora, alle rigorose disposizioni mediche applicati dai vari Stati dell’Unione europea, appunto sapendo che il blocco dei confini è una fase assolutamente transitoria. La mostra, quindi, che fornisce anche un supporto alla candidatura congiunta di Nova Gorica-Gorizia a Capitale Europea della Cultura 2025, tornerà a essere un importante punto di aggregazione turistica in base a una efficiente cooperazione che supererà senza dubbio il coronavirus. Ci vuole soltanto un po’ di pazienza. Nel frattempo, stiamo mantenendo vivi i rapporti con le realtà slovene interessate, anche nell’ottica di future visite guidate che, per esempio, potrebbero coinvolgere il mondo della scuola».

La mostra si compone di quindici pannelli con documenti e immagini d’epoca; c’è, poi, un sedicesimo pannello che descrive l’attività del Gect. Pur essendo partita in una stagione non proprio connotata da un alto numero di turisti, l’esposizione aveva ottenuto buoni risultati in termini di presenze. Il suo scopo è di rilanciare la Transalpina e di analizzarne l’importante funzione che svolgeva quando collegava Gorizia e Trieste con il centro d’Europa (Monaco e Praga in primo luogo). A tal proposito, la mostra era pensata anche per venir vista dai passeggeri dei treni storici: per esempio da quelli che, partendo proprio dalla Transalpina, decidevano di recarsi a Bled (e, certamente, trascorsa l’emergenza coronavirus, quando i treni storici verranno riattivati, potranno tornare a farlo).

«Spero che la situazione si normalizzi prima possibile – racconta l’altro curatore, Matjaž Marušic –. Certo, le abitudini della popolazione sia italiana sia slovena cambieranno in qualche maniera e, per quanto riguarda quest’anno, mi auguro che riusciremo ad organizzare almeno qualche treno storico a visitare le località raggiunte dalla ferrovia: probabilmente, non ci potrà essere un numero di posti elevato, ma sarebbe comunque, per il 2020, un buon risultato. La cittadinanza chiederà più comfort e più sicurezza: insomma, avremo molto lavoro da fare, ma la Transalpina ovviamente esiste ancora e tornerà a essere molto utile. Tra l’altro, è in corso fino all’anno prossimo un progetto europeo proprio per la promozione del trasporto ferroviario, per il rilancio del collegamento su rotaia tra Gorizia e Nova Gorica: in quest’ottica, la Transalpina avrà un ruolo importante». –

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