La moria di wc pubblici a Trieste e l’addio alle pipì gratis

TYRIESTE Può succedere a tutti: sopraffatti da un impellente bisogno fisiologico, si vaga per la città alla disperata ricerca di un bagno dove poter finalmente far espletare le proprie necessità. Un tempo, ricordano i più anziani, la situazione avrebbe potuto trovare una soluzione piuttosto rapida visto che la presenza di toilette pubbliche era garantita e diffusa. Erano infatti presenti, ad esempio, in piazza Vittorio Veneto e in piazza della Borsa, ma non solo: per trovare un servizio igienico o anche solo un semplice orinatoio, il classico vespasiano, era infatti sufficiente recarsi in via Arsenale, di fianco al Teatro Verdi, oppure in largo Barriera, in piazza Puecher o in tante altre strade del centro. Nel corso degli anni però molte di queste strutture sono scomparse, inghiottite dalle ristrutturazioni o abbattute dalle riqualificazioni urbane che troppo spesso hanno privilegiato l'aspetto estetico (spesso senza peraltro riuscire nell'intento) a scapito di quello più prosaicamente pratico.
Muniti di un'ipotetica mappa cittadina con segnalati i wc pubblici sopravvissuti, si nota che in centro città ne è rimasto uno solo, quello in piazza Ponterosso, poco segnalato e non sempre funzionante.
Recentemente, infatti, è stato necessario chiudere l'accesso al wc a causa di una rottura delle pompe idrauliche che ne ha determinato l'allagamento, ma dal Comune fanno sapere che il guasto è stato riparato. In ogni caso, se volete sfidare la sorte e affidare le vostre necessità al bagno di Ponterosso, ricordatevi che dovrete farlo rigorosamente entro le 19, durante l'inverno, o al massimo entro le 20 durante la bella stagione. E comunque sempre dopo le 9 di mattina.
Queste le informazioni contenute nel capitolato relativo all'appalto di “Servizio di apertura/chiusura, pulizia e sanificazione a ridotto impatto ambientale dei wc pubblici cittadini” scaduto il 31 ottobre 2017 e prorogato fino alla fine di febbraio così da poter garantire senza interruzione il servizio di pulizia. Ad usufruire della proroga è stato il Raggruppamento Temporaneo di Imprese tra Cooperativa Germano Soc. Coop. Sociale e Cooperativa Lavoratori Uniti “Franco Basaglia” di Trieste che, per 169.050,50 euro (I.V.A. esclusa) si è aggiudicato anche il nuovo appalto di diciotto mesi che partirà dal 1° marzo e si concluderà il 31 agosto 2019.
Oltre agli aspetti tecnici, il capitolato fornisce anche le preziose ubicazioni dei bagni pubblici presenti, più o meno, in città. Dieci in totale: oltre a quello già citato di Ponterosso, figura quello di San Giusto, in via della Cattedrale; quelli all'interno dei giardini pubblici De Tommasini e di via San Michele; quelli del parco di Villa Revoltella (nella parte alta, adiacente alla chiesa, e nella parte bassa, zona parco giochi) e di Villa Engelmann, in via di Chiadino 5, oltre a quello del mercato di Borgo San Sergio, in piazza XXV Aprile. Chiudono l'elenco l'orinatoio di Barcola, in piazzale Vittime 11 Settembre 2001, e le due strutture in Pineta, sempre a Barcola, «fruibili al pubblico nel periodo dal 1° aprile al 31 ottobre». In realtà ci sarebbe anche un bagno a Gretta, presso il parco di Villa Cosulich, ma, fa notare Riccardo Vatta, direttore del servizio appalti e contratti del Comune di Trieste, «al momento tale struttura è chiusa».
Gli orari delle singole strutture variano parecchio e si va da quelli disponibili per i più mattutini, come i bagni del giardino pubblico, di Villa Revoltella e di Villa Engelmann che aprono i battenti alle 7, fino a quelli per chi si trova in necessità la sera, ma comunque sempre entro le 20, escluso ovviamente l'orinatoio di Barcola, struttura aperta che figura quindi con un “orario virtuale” 8- 22. Attenzione però a scegliere il periodo giusto dell'anno in cui farvi venire la necessità fisiologica: i wc pubblici nella Pineta di Barcola, infatti, sono aperti unicamente dal 1° aprile al 31 ottobre e «sono chiusi per la restante parte dell'anno», mentre quello di Ponterosso, che inizialmente avrebbe dovuto chiudere gli accessi da gennaio a marzo, è rimasto fortunatamente aperto tutto l'anno grazie al «risparmio sulla base d'asta», come sottolinea Vatta.
Osservando la nostra ipotetica cartina con segnalati i bagni pubblici, possiamo quindi dire che in centro città le strutture disponibili sono decisamente poche. Anzi, se si esclude Ponterosso, del tutto assenti. Un problema più volte segnalato dai cittadini e che una città, soprattutto se davvero si vuole definire turistica, dovrebbe cercare di risolvere. E non solo per i turisti.
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