La misurazione della febbre a chi entra ed esce dal Cara

Al centro di Gradisca destinate cinque stanze in caso di un’eventuale quarantena. Operatori in stato di agitazione: lamentano l’assenza dei dispositivi di protezione 
Gradisca (Go) - Un ospite del Cara davanti al muro di cinta
Gradisca (Go) - Un ospite del Cara davanti al muro di cinta

GRADISCA È stato assicurato che ad ogni ospite in entrata ed eventuale uscita dal Cara viene misurata la temperatura corporea e intanto permane lo stato di agitazione dei 38 operatori del Centro richiedenti asilo di Gradisca. A quasi una settimana dall’avvenuto passaggio di consegne fra la coop isontina Minerva e il consorzio di imprese sociali guidati dalla campana Matrix e dalla piemontese Stella, non è stato ancora sottoscritto l’accordo sindacale con il nuovo soggetto gestore del centro richiedenti asilo. Prove tecniche di intesa sono state cercate ieri mattina negli uffici della Prefettura di Gorizia, presenti il prefetto Massimo Marchesiello e il vicario Antonino Gulletta, i sindacalisti Paolo Bernardis – responsabile regionale Uilfpl Cooperative sociali – e Cisl Fisascat con Elisa Miani, e in rappresentanza delle due cooperative Sonia Puleo (Matrix) e Rosanna Pitrelli (Stella), oltre al consulente del lavoro delle stesse, Simone Caner.

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Ancora molti i nodi da sciogliere, secondo i sindacati: in primis la questione dei sei esuberi, attualmente confermati solamente con contratto a tempo determinato di 3 mesi. E poi i due contratti nazionali diversi proposti ai lavoratori (categorie Uneba e coop sociali, mentre quello di Minerva rientrava nella categoria “multiservizi”) tutti part-time, e con condizioni differenti di trattamento da lavoratore a lavoratore. Nel corso della riunione, protrattasi per due ore, i sindacati hanno contestato anche altri aspetti come il versamento richiesto ai lavoratori di una quota sociale, le ferie imposte e non maturate, la possibilità di impiego fuori sede attualmente inserite nei contratti individuali. Non ultimo, il rispetto delle disposizioni sui Dpi, i dispositivi di protezione individuale, indispensabili ancor di più in questo periodo di emergenza legato al Covid-19. Secondo i sindacati, «gli operatori in questi primi giorni hanno lavorato senza neppure disporre delle mascherine». Le forniture, è stato assicurato, sono in arrivo, la temperatura viene misurata a chi entra e esce e 5 stanze sono adibite all’eventuale quarantena in caso di contagio: gli ospiti attualmente sono 179.

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La Prefettura dal canto suo ha confermato quanto anticipato nei giorni scorsi: la possibile richiesta di ulteriori risorse economiche al Dipartimento per le Libertà Civili e l’Immigrazione del Viminale, attingendo – viste le non eccelse condizioni economiche dei capitolati d’appalto per l’accoglienza “decurtati” dal Ddl Salvini – a ulteriori fondi in caso di comprovate esigenze. Quelle igieniche e di sicurezza, legate anche all’emergenza Covid 19, rendono verosimile questo scenario e consentirebbe anche di stabilizzare i sei operatori attualmente in esubero.

Da Matrix e Stella sarebbe giunta una disponibilità a ragionare sui punti messi sul tavolo dai sindacati, in tutto 14.

«Prendiamo atto con prudenza dell’esito della riunione e delle aperture degli enti gestori alle nostre richieste – commenta Bernardis –. Ci sono aspetti contrattuali, come il periodo di prova e il pagamento della quota sociale, che per noi sono irricevibili. Massima allerta poi sull’aspetto sicurezza, una comunità ampia come quella del Cara ha gli stessi rischi e criticità di una casa di riposo per quanto riguarda il rischio-contagi, e stiamo tutti assistendo ai drammi in corso in certe strutture per anziani della nostra stessa regione». –

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