La Mazurka klandestina accende di vita la città a cavallo dell’ex confine

Un incontro notturno tra anime e corpi che amano danzare, quello che si ripete da qualche anno a giugno sulla linea di confine. Ma mai come stavolta la Mazurka klandestina ha colto nel segno, richiamando a sé decine di persone con un obiettivo: ballare fino all’alba, sui luoghi-simbolo della città e sui suoi spazi di frontiera.
E dire che il ritrovo, alle 22 in piazza Transalpina, sulle prime non faceva ben sperare. Poche le persone arrivate puntuali in un piazzale, tra parentesi, più animato del solito sul fronte degli spettatori involontari. Complici forse le alte temperature giunte dopo settimane di pioggia, tutta l’area è risultata insolitamente viva. Piene le seggiole del Bar Bordò a lato della stazione ferroviaria, come pure le panche del food truck sul lato italiano. Per i primi partecipanti all’evento all’inizio è stato addirittura difficile imporsi su un gruppo di bambini in monopattino intento a scorrazzare sulla parte rialzata della piazza. Ma poi, dopo una ventina di minuti, nello stesso spazio sono sbarcate una cinquantina di persone, provenienti dalle più varie direzioni. A quel punto l’indomita compagine infantile ha dovuto mollare, cedendo al fascino dei balli popolari.
Come riporta una delle organizzatrici dell’evento, Alessia Ferk: «È arrivato un gruppo piuttosto numeroso dal Piemonte poi c’erano altri dal Veneto, dal Pordenonese, da Trieste e da Udine. Diversi ballerini erano sloveni, anche perché ci vediamo durante l’anno durante vari appuntamenti legati ai balli popolari». Questi appassionati si riuniscono ogni martedì sera con il gruppo noto come Balfolk. In estate chiaramente fanno una pausa ma, da quanto riporta Alessia, all’occorrenza organizzano degli eventi sporadici chiamati “Schegge”. Come per la Mazurka klandestina, c’è un buon grado di libertà e spontaneità in questi eventi. Non mancano però anche delle regole. Per prima cosa, non disturbare. Non a caso, ieri la musica è stata mantenuta a un volume accettabile anche per i sensibilissimi orecchi goriziani. L’accompagnamento proveniva da un piccola cassa che i partecipanti si sono portati dietro per tutta la notte. Dopo l’esordio alla Transalpina, tra balli di coppia e di gruppo, la comitiva si è poi diretta verso il vicolo del Rafut, per ballare nella galleria ciclabile e pedonale. —
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