La mattanza nel castello per l’odio dell’omicida «verso il padre tiranno»
UDINE. «Odiava suo padre come la peste, della matrigna non gli importava nulla». Il conte Anton “Tono” Goess, accusato del triplice omicidio consumato giovedì scorso nel castello di Bockfliess, non aveva motivo di ammazzare la contessa Margherita Cassis Faraone. Che ha pagato con il prezzo della vita un’unica colpa, quella di trovarsi accanto al marito, il conte Ulrich Goess-Enzenberg, nell’attimo di follia del figliastro, che ha ucciso con un fucile a pallettoni i due anziani e il fratello Ernst che pure «amava», come ha riferito ieri l’avvocato Peter Philipp che difende il killer. È toccato a lui, che ieri si è confrontato a lungo con il suo assistito, confermare l’insofferenza di Tono nei confronti del capostipite, considerato dal figlio – sono le parole del legale – «un tiranno».
E il movente? Un mistero, almeno per ora. Le dichiarazioni rilasciate all’agenzia Apa da Philipp lasciano intendere che la linea difensiva farà perno sulle fragilità mentali del killer «che ha tumori che gli causano un terribile mal di testa e momenti di forte confusione», ha spiegato l’avvocato.
Mancherebbe la premeditazione, dunque. Secondo alcuni vicini di casa, tuttavia, la famiglia viveva un momento delicato sotto il profilo economico, anche a causa di una serie di investimenti rivelatisi poco redditizi. E queste difficoltà, unite al precario stato di salute e alle ingerenze dell’anziano Ulrich, avrebbero scatenato la furia di Tono, che con il fratello gestiva l’azienda vitivinicola di famiglia.
Da giovedì sera l’assassino, che ha sterminato la famiglia con un fucile a pompa, sparando almeno cinque colpi contro padre, fratello e matrigna, si trova nel carcere giudiziario di Korneuburg. Resterà nel penitenziario almeno fino al 31 dicembre, dopodiché la legge austriaca prevede che la sua posizione sia rivalutata da un giudice terzo, che dovrà confermare o sospendere la misura detentiva. Nel frattempo saranno completate le indagini di polizia giudiziaria, che comprendono i rilievi nella sala al primo piano del castello, dove è avvenuto il triplice omicidio, e gli esami tossicologici e psichiatrici ai quali sarà sottoposto Tono.
Gli inquirenti sono ora al lavoro per ricostruire le ore che hanno preceduto la mattanza. Tono – che già la scorsa settimana avrebbe avuto un violento battibecco con il padre in occasione del novantaduesimo compleanno di quest’ultimo – ha trascorso la notte prima dell’omicidio al computer, condividendo su Facebook post sulla protesta dei gilet gialli in Francia e sull’inasprimento delle leggi austriache sull’immigrazione. La polizia dovrà accertare anche quando il cinquantaquattrenne ha riempito i due fogli A4 ritrovati nel castello del Mühlviertel: una lettera in cui l’uomo racconta di essere stato costretto per anni «a vivere sotto la pressione di un padre-padrone», e di aver per questo «maturato un profondo sentimento di odio» nei suoi confronti. L’avvocato di Goess punta sullo stato confusionale del suo assistito, le cui condizioni di salute (un tumore al cervello, al quale si è aggiunto un aneurisma cerebrale, accusato un anno fa) avrebbero aggravato il rancore che da tempo nutriva nei confronti del padre. Resta il fatto che Tono Goess ha sparato almeno cinque colpi e pertanto ha dovuto ricaricare almeno tre volte l’arma. Gli inquirenti dovranno verificare se un tale comportamento si concilia con l’incapacità di intendere dell’uomo.
Il triplice omicidio ha profondamente scosso l’Austria, tanto che alcuni media hanno definito la vicenda «il più grave fatto di sangue dopo la tragedia di Mayerling», riferendosi all’omicidio-suicidio del principe ereditario Rodolfo, figlio dell’imperatore Francesco Giuseppe, e della sua giovane amante Mary Vetsera. I conti Goess appartengono a una delle più antiche famiglie dell’aristocrazia austriaca. Il loro albero genealogico conta governatori di Land, diplomatici, vescovi e cardinali. Appartengono ai Goess, oltre al castello di Bockfliess, residenze in Carinzia nella Ebenthal e a Moosburg, il palazzo Goess a Klagenfurt, il palazzo Saurau a Graz, l’antico castello Tratzberg in Tirolo, foreste e campagne un po’ ovunque.
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