La marcia dei migranti assediati dal gelo

In Bosnia 5.300 profughi sono bloccati a ridosso del confine con la Croazia e rischiano la vita a causa dell’ipotermia

BELGRADO Finora l’inverno, nei Balcani, è stato relativamente mite, spesso con caldi fuori stagione. Le cose stanno tuttavia cambiando, con temperature sottozero e tanta neve, attesa nelle prossime ore. Gioiranno sciatori, bambini e chi ha la fortuna di poter passare al caldo la notte. Ma per altri il gelo può essere una minaccia mortale. Si tratta dei migranti e profughi che, in Bosnia, vivono ore drammatiche in ripari di fortuna. L’allarme è stato lanciato dalla Federazione internazionale delle società di Croce Rossa e Mezzaluna Rossa (Ifrc), che ha riportato l’attenzione sul destino di migliaia di persone, bloccate nel Paese balcanico in attesa – spesso vana – di proseguire il viaggio verso l’Europa più ricca. Si parla di almeno «5.300 migranti» presenti nel Paese, su 23mila entrati da gennaio, la maggior parte ferma in aree «al confine con la Croazia». Molti vivono ancora «in tende, in edifici abbandonati e in campi improvvisati», ha raccontato l’Ifrc, avvertendo che si tratta di luoghi che «non offrono protezione contro temperature» che potranno scendere fino «a meno 15». E non è escluso che qualcuno possa perdere la vita, se non si riuscirà in poco tempo a fornire aiuti a chi ha bisogno «disperato di assistenza umanitaria», l’appello.

Malgrado gli sforzi di Ong e organizzazioni internazionali, «le condizioni» in cui sopravvivono i migranti, spesso provvisti solo di vestiti estivi e calzature leggere, rimangono infatti pessime e «il rischio di ipotermia sta aumentando con l’arrivo del freddo», ha spiegato Simon Missiri, numero uno di Ifrc in Europa. Che ha poi ammesso che, senza contromisure, «è difficile dire quanti riusciranno ad arrivare a primavera». Difficile anche calcolare quanti sono già riusciti a lasciare la Bosnia attraverso la Croazia, ma il sospetto – sempre più concreto – è che tanti non ce l’abbiano fatta, causa presunti metodi brutali della polizia di Zagabria.

È quanto ha sostenuto l’autorevole Human Rights Watch, in un nuovo rapporto in cui si denunciano, per l’ennesima volta, «respingimenti illegali», «violenze e abusi» e «rifiuti di accogliere domande d’asilo» da parte della Croazia nei confronti di migranti e profughi entrati irregolarmente dalla Bosnia, report corredato da dure testimonianze di stranieri che sarebbero stati maltrattati dalla polizia croata. Accuse simili, corredate da foto, erano state diffuse di recente dai volontari di No Name Kitchen, SOS Ljuta Krajina e Balkan Info Van. Menzogne, ha assicurato il ministro degli Interni croato, Davor Bozinovic, che ha negato che violenze siano state commesse. E assicurato che Zagabria, che vuole dimostrare di essere pronta a entrare in area Schengen, è impegnata solo a «proteggere il confine della Ue». —


 

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