La mappa del lavoro in Fvg: introvabili fisici e ingegneri
TRIESTE. Cuochi e camerieri. Addetti alle pulizie e operai metalmeccanici ed elettromeccanici. Commessi e tecnici delle vendite. Sono i profili più richiesti dalle imprese del Friuli Venezia Giulia nella prima metà del 2018. Mentre gli introvabili o quasi sono chimici, fisici, progettisti e ingegneri. Nello specifico del mese di aprile sono state programmate poco meno di 10mila entrate in regione, una parte delle 105.800 del Nordest e delle 425mila in Italia. Numeri che crescono per il Fvg a 32mila tra aprile e giugno, a 350mila nel Nordest e a 1,4 milioni in Italia, il 34% giovani. I dati relativi al Fvg dei fabbisogni occupazionali delle imprese sono monitorati e diffusi dal programma Excelsior-Unioncamere.
Nel dettaglio, le 9.850 posizioni previste in ingresso nel mese appena trascorso sono la somma delle voci “impiegati, professioni commerciali e nei servizi” (3.600), “operai specializzati e conduttori di impianti e macchine” (2.730), “dirigenti, impiegati con elevata specializzazione e tecnici” (1.890) e “professioni non qualificate” (1.640). Una fotografia ancora più precisa evidenzia l’interesse per 1.400 tra cuochi, camerieri e altre professioni dei servizi turistici, 980 non qualificati nei servizi di pulizia e nei servizi alle persone, 860 operai nelle attività metalmeccaniche ed elettromeccaniche, 740 commessi, 530 tecnici delle vendite, del marketing e della distribuzione commerciale, 490 impiegati di amministrazione, segreteria e servizi generali, 470 conduttori di mezzi di trasporto, 450 tecnici in campo informatico, ingegneristico e della produzione.
A fare la pare del leone, la produzione beni ed erogazione servizio con il 50% delle entrate, quindi l’area commerciale (18%), tecniche e progettazioni (13%), logistica (9%), direzione e servizi generali (5%), amministrativa (5%). Mentre la torta per tipo di profilo è divisa tra professioni commerciali e dei servizi (30%), operai specializzati e conduttori impianti (28%), dirigenti specialisti e tecnici (19%), generici (16%) e impiegati (7%). Excelsior-Unioncamere fornisce ulteriori dettagli. I profili più difficili da reperire nel periodo sono gli specialisti in scienze informatiche, fisiche e chimiche (150 entrate previste ad aprile), progettisti e ingegneri (140), operai specializzati nelle industrie del legno e della carta (110). E ancora, nel 25% dei casi le quasi 10mila entrate erano previste stabili, ossia con un contratto a tempo indeterminato o di apprendistato, mentre nel 75% gli imprenditori le ipotizzavano a termine. A muoversi nel 67% dei casi le società con meno di 50 dipendenti, con richieste indirizzate per il 19% ai profili “high skill” (dirigenti, specialisti e tecnici), quota superiore alla media nazionale (17%), per il 33% a giovani con meno di 30 anni e per il 10% a personale laureato (37% diploma di scuola media superiore, 32% qualifica o diploma professionale, 20% scuola dell’obbligo).
Le imprese interessate ad assumere? Una su cinque di quelle monitorate. Le entrate per cui è richiesta esperienza specifica? Il 64%. Le entrate potenziali di donne? Il 36%. Le entrate difficili da reperire? Il 29%, con una particolare concentrazione tra gli under 30, evidentemente per la carenza di competenze adeguate. L’Ocse, del resto, rimarca come «troppi ragazzi italiani si formano su tecnologie ormai obsolete e per questo non risultano candidati appetibili sul mercato del lavoro». Su prospettiva trimestrale, si punta ad assumere 2.250 persone nei servizi alle imprese, 1.630 nei servizi di alloggio e ristorazione, 1.420 nel commercio, 1.350 nei servizi alle persone. E altre 2.560 nel manifatturiero e public utilities (energia elettrica, gas, acqua, ambiente) e 640 nelle costruzioni. Ancora più nello specifico, ad avere bisogno di personale sono le industrie meccaniche ed elettroniche (730), le metallurgiche (600), quelle del legno e del mobile (340) e le alimentari, bevande e tabacco (200).
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