La mappa dei prestiti anti-Covid: in Fvg richiesti 307 milioni

TRIESTE Le banche dovranno fare uno «sforzo eccezionale» in questo periodo di crisi profonda dell'economia italiana, perché anche dalla loro capacità di garantire la necessaria liquidità alle imprese dipenderà il futuro della ripresa. Questo appello del direttore generale della Banca d'Italia, Daniele Franco, è stato lanciato a tutti i principali attori economici affinché si esca velocemente dalla fase di recessione.
Proporzione quasi rispettata invece in Friuli-Venezia Giulia: nella nostra regione i prestiti richiesti ammontano all’1,8% del totale (307 milioni), percentuale leggermente più alta della quota di pmi e partite Iva rispetto all’intero bacino nazionale (1,7%). «Alcune banche stanno penalizzando determinati territori e ne stanno favorendo altri: il risultato è che in specifiche aree del Paese, soprattutto del Sud, si sta allargando il rischio usura per le imprese, perché chi non ottiene finanziamenti in banca finisce molto probabilmente in mano alla criminalità organizzata» ha detto il segretario generale della Fabi, Lando Maria Sileoni, sentito dal Tg2. Dall’analisi della Fabi, dunque, emerge un evidente divario tra la ripartizione, su base regionale, dei prestiti protetti dallo Stato col decreto “liquidità” e la distribuzione territoriale di partite Iva e piccole medie imprese. L’Abi però ha replicato con una analisi dalla quale emerge al contrario una forte correlazione tra la distribuzione territoriale delle domande di finanziamento fino a 25.000 euro garantiti al 100% e la loro potenziale domanda: «Se si confronta la distribuzione regionale delle partite Iva con la distribuzione regionale delle domande di prestiti garantiti risulta una quasi perfetta correlazione». La Fabi ribatte che il ragionamento «è circoscritto alle sole partite Iva».
. © RIPRODUZIONE RISERVATA.
Riproduzione riservata © Il Piccolo