La mappa dei nuovi voli “scorda” ancora Ronchi, nuovo schiaffo di Alitalia
TRIESTE Un comunicato stampa di annuncio dei voli Alitalia in ripartenza a inizio settembre conferma la distanza tra la compagnia e Trieste Airport. Non una parola sul collegamento Ronchi-Fiumicino che manca dal periodo precedente all’emergenza coronavirus (quando di aerei su Roma dallo scalo regionale ce n’erano quattro al giorno), mentre Alitalia snocciola appunto le tante destinazioni ritrovate dopo mesi di emergenza e di crisi societaria.
Stando al piano di fine estate e inizio autunno, la compagnia nazionale si prepara al ripristino dei voli da Roma a Buenos Aires e poi di quelli direzione Tokyo, Tel Aviv e Algeri. Ma nel “pacchetto” settembre-ottobre rientrano anche le tratte domestiche, in particolare quella per Verona. L’aeroporto veneto, con un bacino d’utenza più vasto, ha sicuramente numeri maggiori rispetto a quelli del Friuli Venezia Giulia (3,6 milioni di passeggeri contro i 783mila di Trieste Airport nel 2019), ma la riprogrammazione su quello scalo e non su quello regionale, non ancora almeno, è senz'altro un segnale negativo. Anche perché non c’è solo Verona prima di Ronchi.
A settembre, informa infatti Alitalia, sono in previsione incrementi di frequenze delle rotte Fiumicino-Linate, da 10 a 22 collegamenti al giorno (14 nei fine settimana), e sempre da Roma verso Genova, Bari e Reggio Calabria, che raddoppieranno da 2 a 4 servizi giornalieri. Dal primo ottobre si prosegue poi, tra l’altro, con lo stesso raddoppio da 2 a 4 del Roma-Napoli e del Roma-Firenze, in un contesto in cui la compagnia «effettuerà circa 1.630 servizi alla settimana su una rete di 45 destinazioni, di cui 19 domestiche, raggiungendo così un’attività pari al 46% di quanto era stato pianificato per ottobre prima dell’inizio della pandemia da Covid-19».
Nulla di troppo diverso da Milano (sono previsti 670 voli settimanali fra Linate e Malpensa e 19 destinazioni italiane ed estere), altro punto di riferimento saltato per il Fvg dall’inizio dell’emergenza. Ma se l’accordo su Milano era difficile da difendere (30mila passeggeri all’anno e riempimento attorno al 50%), quello su Roma (260mila presenze, 77% di posti occupati) è strategico per la comunità regionale in una fase di faticosa ripartenza e lo sarà tanto più a settembre, dopo la pausa estiva.
Il silenzio di Alitalia non può non preoccupare. Soprattutto perché effetto di un confronto non risolto sul fronte delle tariffe. L’ultima comunicazione societaria è stata una volta ancora molto netta: secondo Alitalia, i costi dei servizi di Trieste Airport sono eccessivi. E dunque di un volo da Ronchi direzione Roma non si parlerà almeno fino al 31 agosto. Anche perché, «l’operatività del collegamento durante il mese di agosto avrebbe generato un’ingente perdita economica a causa dello stagionalmente basso livello di domanda combinato anche al mancato accoglimento da parte del gestore alla richiesta di riconoscere alla compagnia di bandiera italiana condizioni di costo dei servizi aeroportuali in linea con quelle riconosciute alle straniere». Il presidente Antonio Marano e l’amministratore delegato di Trieste Airport Marco Consalvo sono però in attesa dall’inizio del mese di una risposta in merito alla proposta di due voli giornalieri, ma a ieri, nonostante le aperture del direttore generale della compagnia Giancarlo Zeni, non c’è alcuna certezza su numeri e tempi del ripristino del Ronchi-Roma.
Consalvo, al momento, non può che limitarsi a quello che chiama «un ragionamento logico». Vale a dire che «è sensato pensare che a settembre si possa ristabilire il collegamento con la capitale, anche perché altrimenti andrebbe persa una importante quota di mercato a Nordest. Verona prima di noi? Verona ha numeri importanti, ci mancherebbe che non se ne tenesse conto. Ma non abbiamo dubbi che verrà proposto lo stesso trattamento da un partner che continuiamo a considerare fondamentale». Secondo l’ad, tuttavia, «è verosimile che la domanda possa meritare non solo uno, ma due voli giornalieri su Roma. Ed è quello che auspichiamo, ferme restando le incognite, vista l’imprevedibilità del trend dei contagi, relative alla ripresa del business: con quale frequenza viaggeranno le imprese, lo potremo capire solo a settembre».
Nell’attesa, Trieste Airport guarda con soddisfazione ai risultati delle mete estive, garantite dalle lowcost. Per quel che riguarda Volotea, il Napoli, che da settembre passerà da 2 a 4-5 tratte settimanali, ha riempimenti vicini al 100%, e talvolta va in overbooking, Palermo e Olbia sono al 90%, Lamezia Terme al 70%. Attorno al 90% anche il Catania e il Cagliari di Ryanair, con il Bari che verrà riattivato il 1 agosto. «Il domestico funziona – commenta Consalvo –, ma evidentemente preoccupa un quadro in cui le maggiori associazioni di settore, Iata per le compagnie aeree e Aci Europe per gli aeroporti, hanno posticipato al 2024 la previsione sulla normalizzazioni dei flussi». —
Riproduzione riservata © Il Piccolo