La manovra unica in porto taglia i tempi e le tariffe

Francesco Parisi che di treni dal terminal sul Molo Sesto ne carica ogni settimana 32 in entrata e altrettanti in uscita l’ha definita «un pedaggio medievale». Ma la cosiddetta “doppia manovra” la più grossa palla al piede del porto di Trieste sta finalmente per essere gettata a mare. «I costi si ridurranno del 30% e i convogli si fermeranno un’ora in meno a Campo Marzio liberando più rapidamente binari e personale», commentano all’unisono il commissario dell’Autorità portuale Zeno D’Agostino e l’amministratore unico di Adriafer Giuseppe Casini. Le tariffe triestine si abbassano ai livelli di quelle di La Spezia e di Genova e diventano concorrenziali con Capodistria prefigurando un possibile trasferimento di traffici dallo scalo sloveno.
Due sono le date epocali. La principale sarà quella dell’11 gennaio 2016, «prima giornata in cui tutti e 120 i convogli che settimanalmente arrivano a partono dallo scalo, e in particolare dai Moli Quinto, Sesto e Settimo, verranno movimentati da Adriafer sia per quanto concerna la manovra secondaria, dentro la cinta muraria del porto, che per quella primaria nello scalo di Campo Marzio dove adesso opera Rfi. Quest’ultima però gradualmente si ritirerà e l’accordo definitivo è stato raggiunto nei giorni scorsi a Roma in un incontro con le tre imprese che gestiscono i treni “triestini” sulle reti nazionali e internazionali: Trenitalia cargo, Rail traction company e Rail cargo carriere Italia che è la sussidiaria di Rail cargo Austria. Ma la prima giornata storica sarà domenica 13 dicembre allorché per la prima volta, in orario notturno, Adriafer effettuerà la manovra unica, mentre sia al mattino che al pomeriggio si limiterà ancora a quella secondaria lasciando la primaria rispettivamente a Serfer e a Rfi. Dall’11 gennaio, come detto, il completamento della rivoluzione.
«Attualmente Adriafer ha 27 dipendenti - spiega Casini - già in un primo step arriveremo a 34 attingendo sette persone dalle graduatorie, ma serve personale specializzato che va preliminarmente avviato a un corso di formazione della durata di un mese. Quindi ne prenderemo ulteriori 5 dalle società interinali in accordo con le rappresentanze sindacali fino a raggiungere un organico complessivo di 39 persone. Quanto ai mezzi, abbiamo quattro locomotori diesel, due dei quali saranno sottoposti a revisione generale, mentre stiamo per acquistarne un quinto». Grazie a una serie di autorizzazioni e licenze di cui si sta dotando, Adriafer punta ad arrivare in autonomia fino agli interporti di Fernetti e di Cervignano.
«Finalmente viene superato un ostacolo assurdo - tira un sospiro di sollievo Parisi - adesso per fare 400 metri bisogna cambiare locomotori, squadra di addetti, verbali di consegna». Nel porto di Trieste il Medioevo è finito.
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