La manovra “ruba” 7 milioni al Comune

Ecco gli effetti dell’introduzione della nuova Ici. Romoli: «Saremo costretti ad aumentare l’aliquota sulla seconde case»
BRUNI TRIESTE 09 12 06 ROMOLI
BRUNI TRIESTE 09 12 06 ROMOLI

di Francesco Fain

Era già stato confezionato. Un bilancio «rigoroso, virtuoso e che aveva il merito di non aumentare le tasse». Ora, l’approvazione del documento contabile del Comune di Gorizia (che sarebbe dovuto approdare in aula entro l’anno) rischia di slittare a gennaio. Inesorabilmente. La causa? La manovra Monti che ha tutte le caratteristiche di un movimento tellurico. Per spiegarlo utilizziamo le parole usate dal segretario comunale di Treviglio Antonio Purcaro che è riuscito a illustrare in termini comprensibili a tutti una “piega” della manovra che in pochi conoscevano. «Il problema per il bilancio non sarà tanto la reintroduzione dell’Ici sulla prima casa – la sua sottolineatura –, quanto piuttosto per il fatto che dovremo restituire allo Stato il 50 per cento delle entrate della nuova Imu sugli immobili diversi dalla prima casa».

Ecco il problema. Che il sindaco di Gorizia specifica ulteriormente. «Dal 2012 non arriveranno più i tre milioni che lo Stato versava al Comune come “compensazione” alla mancata applicazione dell’Ici sulla prima casa. Non solo. Il Governo, oltre a chiederci di introdurre l’Imu (la nuova Ici, ndr), ci impone anche di versare nelle sue casse 4 milioni (il 50% dell’Imu sulle seconde case, ndr). Morale della favola? Ci vengono a mancare 7 milioni».

Non si dà pace Ettore Romoli. E, probabilmente, gli rimbomba nel cervello la stessa domanda che in molti ormai si pongono: un governo di tecnici, non avrebbe dovuto studiare misure più articolate e “tecniche”, invece di limitarsi ad introdurre tasse, tasse e ancora tasse? Fatto sta che la nuova Imu rischia di diventare un grattacapo serio per il Comune. Il settore dei servizi finanziari e contabili del Comune, guidato da Anna Maria Cisint, ha già effettuato una serie di “simulazioni” per colmare quell’inatteso buco di 7 milioni di euro. È stato calcolato, ad esempio, che non basterebbe nemmeno ripristinare lo status quo ante (la situazione precedente), ovvero l’Ici sulla prima casa al 5,5 per mille e al 7 per gli altri immobili. Il Comune andrebbe sotto di 300mila euro: non noccioline.

Una soluzione potrebbe essere quella di applicare l’Imu sulla prima casa al 4 per mille, fissando nel contempo l’aliquota sulle altre proprietà (esclusa l’abitazione principale) all’8,9 per mille. In tal caso, il bilancio sarebbe in assoluta parità. Il Comune incasserebbe 11,2 milioni: 4 li “girerebbe” allo Stato, i restanti 7,2 coprirebbero i 3 milioni della vecchia Ici sulla prima casa che il Governo non compensa più e i restanti 4,2 che l’ente guidato da Romoli ha sempre continuato ad incassare grazie all’imposta comunale sulle seconde case. Se, invece, il Comune volesse incassare di più, allora le aliquote dovrebbero essere alzate all’inverosimile.

Furente il sindaco Romoli. Peraltro, la sua arrabbiatura è stata quasi contemporanea a quella del collega Renzi di Firenze. «È una mazzata insostenibile. Comprendo il momento difficile e la necessità di fare sacrifici ma questa manovra economica, composta per due terzi da tasse e un terzo da tagli, è iniqua. In particolare, i balzelli sulla casa e sui carburanti sono odiosi e danneggiano notevolmente i cittadini di Gorizia. Mi auguro che nei prossimi giorni la manovra, pur a saldi invariati, si sposti sui tagli piuttosto che sulla tassazione: altrimenti, oltre a reintrodurre l’Ici sulla prima casa, saremo costretti ad aumentare notevolmente il prelievo sulle seconde».

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