La mamma del writer: «Pagherò i mille euro, ma ci hanno linciati”
«Mio figlio avrà una giusta punizione, ha fatto una cosa che non doveva fare. Ma non è un criminale. Né un vandalo o un teppista. Pagheremo la multa da mille euro come abbiamo sempre pagato tutto. Ma resta una cosa ingiusta. La notizia è stata montata ad arte, sono state mandate in onda immagini e pubblicate foto che non c’entrano nulla con il fatto. Anche il sindaco ha esagerato parlando di atto vandalico e di un grosso pennarello e mettendo la foto dei muri imbrattati di Cittavecchia».
La madre del ragazzino di 14 anni che ha autografato il portone dell’edificio delle Generali di via Crispi aggiudicandosi la prima multa antiwriter da mille euro, non ci sta a subire il linciaggio mediatico. «Non giustifico il suo gesto. Ma nessun genitore pensa mai che a suo figlio possa passare per la testa di fare una scritta su un muro. E invece dovrebbe diventare un raccomandazione quotidiana. Mio figlio di certo non farà più scritte sui muri. L’importante è che capisca che le regole vanno rispettate e che quando un genitore lo chiede non lo fa per essere noioso o rompiscatole».
Il ragazzino è stato multato in pieno pomeriggio, in via Crispi, alla luce del sole. «Lungo la strada che fa per andare da casa a ripetizioni - racconta la madre -. Ma non è un writer. Non usa sporcare i muri. Ha usato un pennarello scarico che gli è stato dato da un amico. Non ha poi sporcato l’ingresso principale del palazzo delle Generali, ma un’uscita di sicurezza in metallo già piena di scritte. Una scritta minuscola che quasi non si nota tra quelle fatte con le bombolette». La multa però non distingue tra scritte piccole e grandi, pennarelli sottili o grossi: mille euro in ogni caso dopo che a fine anno sono stati modificati gli importi delle sanzioni, che erano di 50 euro.
«La cosa che mi ha fatto male è l’etichetta affibbiata al ragazzo. Con lui - prosegue la mamma - cercherò di essere dura per fargli capire la gravità dell’episodio, ma mi verrebbe da consolarlo visto come è stato trattato dai media e dalle istituzioni. Si vede che dovevano dare l’esempio visto che era da poco in vigore il nuovo regolamento. Il vigile non ha avuto il buon senso di valutare chi aveva di fronte. C’era un ragazzino con un pennarello che si è messo a piangere, non un writer mascherato con una bomboletta spray. Quelli agiscono di notte. Probabilmente il vigile ora si prenderà i meriti di essere stato il primo a punire quelli che sporcano i muri. Purtroppo è toccato a mio figlio fare da capro espiatorio».
“Colpirne uno per educarne cento” diceva Mao. «Mi sta bene tutto. Pure la multa, anche se non la trovo educativa. Sarebbe meglio obbligare a pulire chi sporca. I mille euro li tirano fuori i genitori. Se uno è figlio di un avvocato questi soldi non pesano, ma se si tratta di una famiglia con problemi si rischia di rovinarla. Quello che più mi ha sconvolto - dice la donna - è l’aggressione in rete. La cattiveria dei commenti ipocriti e spietati. Tutti pedagoghi, giudici e genitori perfetti. Diffido di chi è convinto di conoscere i figli al 100%. I ragazzi nell’adolescenza sono imprevedibili. Di sciocchezze le abbiamo fatte tutti. Sembra che nessuno si ricordi di quand’era ragazzino. Mio figlio ha fatto una grande cavolata. Ma molti di quelli che criticano e chiedono multe da 10mila euro sono gli stessi che buttano carte o sigarette per terra».
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