La maltrattavano sul lavoro: chiesto il giudizio per i titolari
Prima assunta e poi maltrattata. Per Solange Ciccone, 34 anni, il lavoro è diventato un vero e proprio incubo. Un incubo che le ha causato una serie di problemi di salute e che l’ha indotta a denunciare i suoi datori di lavoro.
Il pm Massimo De Bortoli ha chiesto il rinvio a giudizio dei due datori di lavoro ritenuti responsabili dei maltrattamenti. Si chiamano Giancarlo e Roberto Cormons, 40 anni il primo, 45 il secondo. Sono rispettivamente l’amministratore e il socio della ditta Hair Professional srl di Proscecco, specializzata nella fornitura di materiali e attrezzature per i parrucchieri. Secondo il pm De Bortoli i fratelli Cormons hanno sottoposto la dipendente (con un contratto a termine) a svariati e continui atti di disprezzo. L’hanno umiliata e mortificata cagionandole sofferenze fisiche e psicologiche che l’hanno costretta a ricorrere all’assunzione di psicofarmaci. È stata addirittura costretta a mutare le proprie abitudini facendosi accompagnare in macchina al lavoro perché non era più in grado di guidare e anche ad affidare i figli ai genitori.
«I miei clienti respingono decisamente le accuse. Si professano innocenti. Eventualmente si tratta di questioni che vanno affrontate da un giudice civile», ha detto l’avvocato William Crivellari, al quale si sono affidati i fratelli Cormons. Le indagini della Guardia di finanza sono scattate dopo la denuncia. E si riferiscono a fatti accaduti tra il 2009 e il 2010. Il primo episodio ha riguardato le ferie. La donna aveva chiesto un periodo previsto dal contratto e la risposta tramite un’impegata era stata quella delle dimissioni volontarie: «Si cerchi un altro posto di lavoro».
Ma c’è di più. Il giorno dell’antiviglilia di Natale Giancarlo Cormons, secondo l’accusa, si era rivolto a Solange Ciccone dicendo: «Invece di vestirti con la minigonna e i tacchi, pensa a non mettere i doppioni negli elenchi». In quella circostanza - così è emerso dagli accertamenti - la donna era stata obbligata a trattenersi in ufficio oltre l’orario di lavoro, senza nessuna retribuzione straordinaria, per redigere i nuovi elenchi esatti. Qualche settimana dopo Solange Ciccone ha subito un infortunio. È andata nella sede della società per consegnare il certificato del medico. L’amministratore della ditta Giancarlo Cormons l’ha accolta - secondo la denuncia - con queste parole: «Cosa sei venuta a rompere. Non me ne frega. Io l’infortunio non lo riconosco e non ti firmo nulla».
A questo episodio ne sono seguiti altri dal contenuto non molto edificante. Alla dipendente presa di mira erano stati ridotti gli incarichi limitandoli alla preparazione delle fatture e della corrispondenza. È stata anche accusata di non sapere imbucare le lettere. Quando l’amministratore ha saputo che la donna era stata convocata dalla Guardia di finanza per riferire sulla sua atttività lavorativa l’ha consigliata di presentarsi in minigonna così sarebbe stata più credibile. A questo fatto se ne aggiungono altri con riferimenti assolutamente pesanti e allusivi.
Infine dalle indagini sono emersi anche altri episodi riconducibili a forme di ricatto per ottenere il rinnovo del contratto che era in scadenza. «Noi - questo avrebbero detto i responsabili - sappiamo delle cose su di te. Ti assicuro che non finisce qui. Stai molto attenta».
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