La maggioranza sopravvive grazie all’astensione dei Bandelli Boys
Il voto in Consiglio comunale per la vendita della partecipazione alla Bic Incubatori Fvg Spa. Alla fine sono stati 20 i favorevoli 16 i contrari. La maggioranza si è salvata grazie all'astensione dei quattro "Bandelli boys" (nella foto l'ex assessore Franco Bandelli)
Trecento euro e 59 centesimi. A tanto ammonta l’introito derivante per il Comune dalla partecipazione alla Bic Incubatori Fvg Spa, una quota dello 0,003%. In Consiglio comunale si è votato per dismetterla e venderla, «nel rispetto di quanto previsto dalla Finanziaria 2008», ha chiarito l’assessore Paolo Rovis. In altri tempi la sua approvazione sarebbe stata probabilmente una formalità, ieri non è stato così. Anzi. La maggioranza si è trovata per la prima volta costretta a fare i conti con quella battaglia interna lasciata ampiamente intendere dai Bandelli boys nelle settimane passate. Ma non solo: chi governa in Municipio si è ritrovato di fronte anche una Lega Nord divisa nelle intenzioni dei suoi due rappresentanti Maurizio Ferrara e Giuseppe Portale e, infine, un Roberto Sasco in versione, prima, di fuggitivo uscito improvvisamente dal gruppo e, cinque minuti più tardi, di fedelissimo della giunta Dipiazza rientrato nei ranghi. Il capogruppo dell’Udc ha infatti annunciato la sua astensione, salvo poi correggerla in corsa optando per il «sì», dopo l’appello del forzista Piero Camber all’unità d’intenti in nome delle strategie della Regione (che tramite Friulia vuole garantirsi il controllo totale sulla Bic), condotta dalla triade «Pdl-Udc-Lega Nord».
Alla fine, sui 40 votanti, inclusi il presidente del Consiglio comunale Sergio Pacor e il sindaco Roberto Dipiazza, sono stati 20 i favorevoli (quasi tutta la maggioranza a parte i quattro Bandelli Boys, astenuti, più l’ex Pd Alessandro Minisini, oggi nel Gruppo misto) e 16 i contrari (tra cui il leghista Portale). Se gli aennini Bruno Sulli e Andrea Pellarini - presentatosi come previsto con la t-shirt bandelliana ”La politica può essere cuore e coraggio” -, il forzista Claudio Frömmel e il Dc-autonomie Salvatore Porro avessero votato «no», la maggioranza avrebbe traballato sul 20-20. Rischio scampato, insomma, per questa volta almeno. «Ci siamo astenuti su due delibere (compresa quella con la medesima finalità per la dismissione della partecipazione in Autovie Venete, ndr), per salvare la giunta: eravamo contrari alle delibere», ha chiarito il portavoce del quartetto, l’aennino Bruno Sulli. Una situazione che ha indotto il leader dei democratici Fabio Omero a ricordare al sindaco Dipiazza che «dovrà rinunciare, da qui al 2011, a qualche cenetta del lunedì perché il suo voto, a questo punto, diventa determinante». In quella che, per Omero, è «ormai una maggioranza giarrettiera, elastica...».
La presa di posizione di Portale, la retromarcia di Sasco e l’atteggiamento dei bandelliani (a proposito l’ex assessore in aula, fra il pubblico, non si è visto) hanno fornito l’assist ideale per la bordata di Roberto Decarli (Cittadini): «Quanto visto per questa delibera dà il metro della compattezza della maggioranza». Una compattezza che, a suo dire, è tutt’altro che granitica. Oltre alla replica di Angela Brandi (An) che l’ha definito «evidetemente chiaroveggente», Decarli e l’opposizione hanno poi assistito a una seccata esternazione di Dipiazza verso il centrosinistra: «Se non dovessi avere i voti, almeno io un lavoro ce l’ho, voi no».
Poi la seduta è proseguita, senza ulteriori clamori, ma con discussioni su variazioni di bilancio. Il segnale politico pesante era già arrivato.
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