La maestra delle sberle difesa dai genitori

Un comportamento che ha indotto la Procura della Repubblica di Gorizia a denunciare la donna per maltrattamenti di minore e a emettere a suo carico un provvedimento di “sospensione dall’esercizio del pubblico servizio di insegnante” per sei mesi. Per tutto questo periodo, dunque, non potrà svolgere la sua professione nella scuola di Farra e in nessun altro istituto. Da quanto si è appreso, la parte di genitori che si è schierata in difesa della maestra sarebbe intenzionata a promuovere un petizione da consegnare alla direzione scolastica e al sindaco. Un gesto il cui intento è quello di attestare la solidarietà di queste famiglie all’insegnante, ma che, è ovvio, non può avere alcun effetto nelle indagini che i carabinieri continuano a portare avanti.

E se da una parte vi è l’intenzione di dare il via a una raccolta di firme, dall’altra le quattro famiglie che si sono confidate con i carabinieri non escludono l’ipotesi di rivolgersi a un avvocato per presentare formale denuncia per maltrattamenti di minori nei confronti della maestra. In questo modo potrebbero entrare in possesso delle videoregistrazioni effettuate in classe e che, come sostengono i carabinieri, inchioderebbero l’insegnante alle sue responsabilità.

Ma i genitori che già nello scorso ottobre si erano rivolti ai militi della Compagnia di Gradisca segnalando un comportamento asseritamente aggressivo della maestra, sono oggi più combattivi che mai anche nei confronti delle mamme e dei papà che si sono schierati a fianco della maestra. Non ci stanno, insomma, a essere colpevolizzati soltanto per aver cercato di tutelare i loro figli «come ogni genitore dovrebbe fare». Insulti, urla, ma anche ceffoni all’indirizzo degli alunni. Bambini che si proteggono il capo con le mani e le braccia per difendersi. Questo mostrano le registrazioni effettuate di nascosto.

Presa mira in particolare una decina di bambini sui 22 che compongono la classe. Sempre gli stessi. Schiaffeggiati e ripresi pesantemente anche con epiteti offensivi solo perché “colpevoli” di aver commesso comprensibili errori nello svolgimento dell’attività didattica. Come per esempio, racconta una mamma, l’aver sbagliato il colore di una matita nel dipingere un disegno. Una aggressività ingiustificata che secondo gli inquirenti aveva poi finito per instaurare in classe un clima mortificante insostenibile. Al punto che alcuni bambini avevano anche manifestato ai genitori la volontà di non voler andare più a scuola. Certo è che negli alunni più sensibili un simile comportanto ha avuto o può avere effetti molto negativi se non addirittura devastanti per delle personalità in formazione. Ed è questo il timore dei genitori che hanno sollevato il caso. Una famiglia si è già rivolta a un esperto in psicologia infantile per cercare di riparare il danno.

Ma il ricorso a uno psicologo viene considerato anche dalla dirigente scolastica Eleonora Carletti, alla guida della “Pitteri” di Farra solo dal settembre scorso. La dottoressa Carletti ha annunciato che l’istituto si avvarrà dell’aiuto della psicologa della scuola per cercare di evitare turbamenti ai piccoli allievi. «Con questa figura professionale - dice - e assieme al corpo docente cercheremo di ricreare un clima di serenità. Il nostro primo interesse, adesso, è proprio quello di tutelare gli scolari: devono venire in classe sereni, per crescere, condividere le esperienze formative e maturare. Il loro benessere viene prima di tutto». «Se necessario - conclude la preside dell'istituto scolastico, che fa capo al polo gradiscano - svolgeremo degli interventi particolari per tutelare tutti i bambini anche attraverso incontri e percorsi specializzati».