La macelleria Puntin passa a Prunk
Domani ultimo giorno per la storica attività di Claudio e Donatella. Ora sarà gestita dall’azienda slovena

Bonaventura Monfalcone-10.10.2017 Chiusura Macelleria Puntin-Monfalcone-foto di Katia Bonaventura
Anche la macelleria di Claudio e Donatella Puntin, una delle due sole rimaste in città, chiude. Le serrande però non scenderanno per sempre a coprire le vetrine del centrale negozio di via Duca d’Aosta. Claudio e Donatella saluteranno i propri clienti domani, dalle 12, con una grande festa dentro e fuori la macelleria e già giovedì l’attività riprenderà. A subentrare sarà l’azienda Prunk, che già gestisce alcune macellerie a Trieste, oltre che in Slovenia, dove è dotata di un proprio macello a Postumia.
«Dopo 35 anni, era il momento giusto per lasciare», spiega Claudio Puntin, che il mestiere ha iniziato in ogni caso a impararlo a 16 anni a Cervignano. «Ho fatto la trafila classica, partendo da garzone – spiega – e imparando dai vecchi maestri che macellavano e vendevano. Quanto noi abbiamo continuato a fare fino alla scorsa settimana, scegliendo i capi, nostrani, in piccole stalle del Cividalese e di altre zone del Friuli». Che la qualità paghi lo confermano i tanti clienti affezionati che entrando esprimo il loro rammarico per la chiusura. «Abbiamo aperto in pratica di fronte all’attuale negozio nel 1983 – ricorda Puntin – e poi ci siamo spostati qui nel’92, acquistando un locale sfitto e creandovi una macelleria moderna».
Annusando il cambiamento dei tempi, l’attività fu dotata anche di un forno, per proporre prodotti “pronto cuoci” che stavano iniziando ad andare in quegli anni, integrando la domanda di tagli “classici”. «Ora le richieste sono ancora diverse – dice Puntin –. Soprattutto i giovani vogliono alta qualità e tagli dalla cottura velocissima, come le fiorentine. È vero che si mangia meno carne, ma quando lo si fa la si vuole davvero buona».
Non è tanto la crisi, che negli ultimi dieci anni ha reso meno capaci i portafogli un po’ di tutti, quanto il cambiamento delle abitudini alimentari e dei ritmi di vita a incidere. «Bisogna stare al passo con i tempi e noi l’abbiamo sempre fatto, partecipando alle fiere più importanti, in Toscana e a Milano», rileva Puntin.
Insomma, il mestiere del macellaio non è affatto finito e non risente della concorrenza dei supermercati. Quello che manca, però, è il ricambio generazionale, come confermano del resto anche le chiusure di altre due macellerie avvenute tra lo scorso anno e quest’anno, quelle di Turus in via Toti e di quella di Panzano.
Sessant’anni fa a Monfalcone di macellerie ce n’erano 40. Anche se solo per una manciata di giorni, la città ne avrà solo una, quella di via Primo maggio. «Non so dire il motivo per cui si stenta a trovare chi voglia prendere in mano un’attività del genere – dice scuotendo la testa Puntin –. È vero che il lavoro è impegnativo e faticoso, ma dà davvero grandi soddisfazioni. I negozi di quartiere mancano e, se si impostano bene, possono avere un grande spazio. La clientela giovane c’è, come quella che ti segue da tempo».
La macelleria non passerà come detto alla generazione successiva, ma alla ditta slovena Prunk, che ha acquistato anche i locali e si servirà di personale italiano.
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