La love story di Calenda diventa «affare politico»

Il Pd all’attacco sul contenzioso fra il direttore del Rossetti e la ballerina Natasha «Seri dubbi sulle sue capacità di gestire denaro pubblico. Va allontanato»
Lasorte Trieste 22 07 05 - Antonio Calenda
Lasorte Trieste 22 07 05 - Antonio Calenda

Dal gossip estivo, per Trieste non meno delle ultime vicende Corona-Minetti, all’interrogazione di Palazzo. Sergio Lupieri legge e si attiva, anche sotto Ferragosto. Perché la vicenda sentimentale del direttore dello Stabile regionale Antonio Calenda con la ballerina Natasha Diamond-Walker, «resterebbe un fatto privato e personale, trattandosi di personaggi molto noti del mondo dello spettacolo» ma divenda una vicenda istituzionale «trattandosi di un amministratore di beni pubblici».

Il consigliere del Partito democratico, detto che Calenda è «ottimo regista e grande professionista» e che in quella veste «ha fatto tante cose buone sotto il profilo artistico lavorando al Rossetti», ricorda il deficit di 300mila euro, «una cifra notevole considerati i pochi dipendenti» e chiarisce che si tratta di altra cosa rispetto al Verdi «che conta circa 300 dipendenti, e quindi stipendi fissi e spese varie considerevoli con entrate calanti». Certamente, prosegue Lupieri addentrandosi sul fatto di cronaca, «un privato cittadino può fare ciò che vuole della sua vita, ovviamente all’interno delle normative in vigore, ma una persona matura, di 73 anni, che dichiara di essere stata manipolata da una donna di 27 anni, pone seri e inquietanti interrogativi sulla sua capacità di poter gestire denaro pubblico, fondi statali e regionali». Con queste premesse, ecco la richiesta di rimozione di Calenda.

Secondo l’esponente democratico, «sarebbe forse lecito chiedersi se non sia opportuna una valutazione sulla continuazione del rapporto di fiducia, e si renderebbe urgente una riflessione sulla delega importante e prestigiosa che gli è stata affidata anche da Comune di Trieste e Regione. Non possiamo infatti ignorare che questa love story ha fatto il giro del mondo, data anche la popolarità e la bravura artistica dei personaggi coinvolti e certamente anche perché molto succulenta, ed è rimbalzata in pochi giorni su molti mezzi di informazione americani e stranieri». Dopo di che Lupieri, carte alla mano, fa i conti pubblici: «Ciò non aiuta il livello di responsabilità amministrativa di Antonio Calenda, che ha ricevuto nel 2011 dalla Regione, al capitolo 5341, la cifra di 1.035.000 euro, ai quali si aggiunge una anticipazione di 984.060 euro di fondi statali, più altre cifre minori, 35.000 euro e 75.000 euro e ancora 35.000 euro per progetti specifici.

Quest’anno, al capitolo 5341 del bilancio della Regione, vi sono 985.000,00 euro quale contributo a sostegno dell’attività del teatro stabile di prosa del Friuli Venezia Giulia di Trieste, ai quali si aggiungeranno i fondi statali. Considerato tutto ciò – conclude Lupieri – ritengo doveroso presentare una interrogazione al presidente Tondo perché verifichi la gestione Calenda con particolare attenzione alla luce della nota vicenda». Da Roberto Antonaz, un po’ più a sinistra, arriva invece solo una battuta: «Sono affari suoi».

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