La linea Veltroni fa breccia anche in FvgNel Pd Moretton e Tesini si 'sganciano'

Il documento presentato dall’ex segretario trova sostenitori anche a livello regionale. Parlamentari come Alessandro Maran e Flavio Pertoldi firmano. Altri apprezzano esplicitamente. È il caso di Gianfranco Moretton, capogruppo in Consiglio regionale. E pure Alessandro Tesini, ex presidente del Consiglio regionale
Alessandro Maran
Alessandro Maran
TRIESTE
La linea Veltroni fa breccia anche in Friuli Venezia Giulia. Alcuni ”pezzi da novanta” del Pd regionale non nascondono di approvare il documento presentato dall’ex segretario nazionale del partito. Se parlamentari come Alessandro Maran e Flavio Pertoldi hanno concretamente firmato quel documento, altri esponenti democratici mostrano il loro apprezzamento. È il caso di Gianfranco Moretton, capogruppo in Consiglio regionale, e personaggio in grado di ”trascinare” con sé una buona fetta di ex Margherita: «Personalmente sono tra quelli che vedono una nuova prospettiva di crescita del Pd il nuovo movimento lanciato da Veltroni e Fioroni. E – aggiunge Moretton - non poteva che essere così, perché come ho sempre sostenuto lo sbandamento a sinistra non gli consentirebbe una crescita che invece può arrivare solo dal centro moderato».


Secondo Moretton, «i fatti e gli avvenimenti e la situazione che vive il nostro Paese ha reso tutto più difficile immobilizzando quindi, il Pd in una posizione che quasi esclusivamente di sinistra in cui l’apporto anche degli ex Margherita non era sufficientemente percepito e riconosciuto». Moretton sottolinea come «il Pd, nato come partito riformista e riformatore del centro sinistra, non è riuscito fino a questo momento a concretizzare questa idea di politica innovativa. E ciò non gli ha consentito di catalizzare interesse e nuove adesioni». Secondo il capogruppo «sbaglia chi pensa a personalismi o vendette. C’è solo la voglia di sentirsi più rappresentanti per rappresentare a pieno la volontà dei cittadini che ci hanno eletto. È tempo di non giocare più sulle parole ma lavorare per un progetto di partito e per un programma che vuole impegnarsi per il bene del Paese».


Conclude Moretton: «Ritengo doveroso tralasciare tutte le critiche e i dubbi che ho sentito e lasciar lavorare chi sta cercando solo ed esclusivamente di ampliare il raggio rappresentativo del Pd, perché questo partito sappia finalmente ritrovare e avviare quelle ragioni per cui è nato. Libertà e democrazia non si esprimono solo in luoghi appropriati e in tempi stabiliti ma sempre ovunque con l’orgoglio e la volontà di farli rispettare in ogni momento e in ogni luogo».


Anche l’ex presidente del Consiglio regionale, Alessandro Tesini, guarda con interesse a una proposta che lui stesso definisce «della nostra parte», anche se minimizza rilevando «uno scarto tra la dimensione mediatica e la reale consistenza della cosa». Tuttavia il dibattito nel Pd è innegabile, «nonostante primarie, congressi e grandi appuntamenti – sottolinea Tesini – che non hanno messo a fuoco cos’è e cosa vuole fare il Pd». Per l’esponente ex diessino, Bersani «ha ragione quando dice che non possiamo discutere sempre di leadership e dirigenti ma deve riconoscere che i temi portati avanti dalla nostra parte sono reali. Per mesi abbiamo parlato di legge elettorale, declino di Berlusconi e temi di questo tipo, non possiamo lamentarci di questa schizofrenia la domenica quando ne siamo stati protagonisti il venerdì». I riflessi a livello regionale? Ancora da valutare ma Tesini pone subito un paletto: «Non possiamo sostenere una posizione a Roma e un’altra a Trieste, non ci si può collocare in ragione di tatticismi».


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