«La Liberazione? A Trieste l’ha fatta l’esercito di Tito»
«Il 12 giugno è una data inesistente. Lo dico da storico. L’esercito jugoslavo ha liberato Trieste dai nazisti. Altro che occupazione». Iztok Furlanic, presidente del Consiglio comunale di Trieste, si è laureato in storia contemporanea a Lubiana. E non cambia idea sui soldi spesi dal Comune per «targhe a commemorare eventi inesistenti». E neppure sull’introduzione della lingua slovena in Consiglio comunale con la traduzione simultanea come a Gorizia. «Mi dispiace ma questo è un costo della democrazia che deve essere sostenuto».
Ma come le è venuto in mente di introdurre lo sloveno nel Consiglio comunale di Trieste?
Sono stato contattato dal Primorski per un commento dopo l’avvio della traduzione simultanea nel Consiglio comunale di Gorizia. E, in base alle leggi vigenti, si dovrebbe fare lo stesso a Trieste introducendo la possibilità di intervenire in sloveno.
Ma è davvero convinto, come ha dichiarato al Primorski, che i tempi siano maturi?
Ero più convinto alcuni giorni fa prima di vedere alcune reazioni. Ma credo che solo introducendolo la gente si abituerebbe. Devo sottolineare che le reazioni da parte di alcuni sono state spropositate.
A cosa si riferisce?
Il consigliere Igor Svab (Pd) è stato oggetto di telefonate minatorie. Il problema è che alcuni non saranno mai pronti. Attendere questi è inutile. È un motivo in più per andare avanti a rivendicare il diritto dei consiglieri sloveni a esprimersi nella propria madrelingua, come fanno gli italiani a Capodistria.
Ma alla commissione capigruppo, che sta lavorando alla revisione del regolamento comunale, l’ha mai proposto?
No, non l’ho mai proposto. Ma ho intenzione di farlo, visto che si tratta dell’attuazione di un diritto previsto per legge.
Quindi lo proporrà?
Assolutamente sì. Poi vedremo chi a parole si proclama progressista e chi lo è nei fatti.
A partire dal sindaco che mi pare l’abbia profondamente deluso...
Sono sdegnato. Non può far finta di non sapere che i fondi per la tutela dello sloveno sono altra cosa rispetto a quelli destinati alle biblioteche. Se il Comune non utilizza quei fondi li utilizzerà un altro comune. Non c’è nessuna spesa in più. In realtà chi è abbastanza furbo e intelligente utilizza quei fondi, gli altri no.
«Furlanic ha preso cavoli per capuzi» ha dichiarato il sindaco...
Magari. Le sue ulteriori precisazioni non cambiano la sostanza di una virgola. È stata l’uscita di un sindaco convinto che esprimendosi più apertamente a favore dell’uso dello sloveno avrebbe perso voti al centro. Sicuramente ne ha persi tra l’elettorato sloveno. Sono deluso, ma prendo atto della scelta.
Meglio Ettore Romoli (sindaco di Gorizia, ndr) di Roberto Cosolini?
Assolutamente. È la dimostrazione che i sindaci di centrodestra sono più aperti e meno timorosi su questo argomento.
Il bilinguismo è ancora un tema sensibile. Non crede?
Non lo nascondo. Ma Romoli a Gorizia ha fatto un altro ragionamento politico.
La presa di posizione del segretario del Pd Stefan Cok?
Mi sorprendo che uno sloveno si esprima in quel modo. Sono doppiamente deluso. Posso al massimo capire il sindaco, ma non un segretario politico che fa parte della minoranza slovena. Stiamo parlando di un diritto, non di un capriccio.
Lei punta al modello Capodistria...
A Capodistra tutti capiscono entrambe le lingue. La gente non ha idea di quello che succede oltreconfine. I diritti della minoranza italiana sono tutelati in modo molto ampio e dettagliato non da 20 ma da 60 anni. A me basterebbe che la tutela della minoranza slovena in Italia fosse uguale a quella della minoranza italiana in Slovenia e Croazia. Ben venga l’equiparazione. Ne guadagneremmo come sloveni.
«Il Comune di Trieste trova i soldi per targhe a commemorare eventi inesistenti». A cosa si riferiva?
Quando si parla del 12 giugno 1945 come fine del secondo conflitto mondiale a Trieste si parla di un evento inesistente. L’ho ribadito anche al consigliere Franco Bandelli quando ha chiesto chiarimenti in Consiglio comunale. Dal punto di vista storico è un fatto inesistente. Non vedo perché mi dovrei scusare con la città.
C’è di mezzo il Primo Maggio di quell’anno?
Una parte della città vede il Primo Maggio del 1945 come la Liberazione. L’esercito jugoslavo che entra in città era un esercito di liberazione. Così era considerato dagli anglo-americani. Non lo dico io. Lo dicevano Franklin D. Roosevelt e Winston Churchill. Una parte della città si sente profondamente offesa dalla commemorazione del 12 giugno.
Non c’è stata nessuna occupazione?
Qualcuno forse dimentica che è stato l’esercito jugoslavo a liberare questa città dai nazisti. Io la considero una Liberazione. Se poi si vuole parlare di occupazione, Trieste non è stata liberata il 12 giugno 1945, ma il 26 ottobre 1954 visto che molti considerano come forza occupante gli angloamericani.
La fine del Tlt come Liberazione?
Sì, se consideriamo come forze occupanti gli eserciti stranieri.
Nessun 12 giugno da commemorare?
È un falso. Lo dico da storico visto che ho fatto il post laurea in storia contemporanea a Lubiana.
Mi sa che stavolta non si scrollerà di dosso la fama di ultimo “titino”...
Non mi considero titino, perché non mi piace il termine. La mia personale opinione sul maresciallo Tito è ben risaputa. È un personaggio che ha fatto la storia del Novecento creando i Paesi non allineati. Ci sono dei lati oscuri, ma è riuscito a trasformare un paese arretrato in uno dei più importanti al mondo.
“Trst je nas!”
“Trieste è nostra”. Non solo italiana, ma anche slovena. Tutto qua.
Ma qual è la sua posizione rispetto alla giunta Cosolini?
Esiste una disparità di vedute su tutta una serie di tematiche. Dall’operazione Acegas Hera (con l’ipotesi di usare le azioni come fidejussione per i lavori pubblici) al piano del traffico.
“Non vedo tutta questa sinistra nella giunta Cosolini” ha dichiarato il capogruppo di Sel Marino Sossi...
Il Pd, che ha la maggioranza relativa, non è di sinistra. Lo si è visto quando si è votata la mozione sull’articolo 18. A livello nazionale si sta attuando il programma di Berlusconi. Renzi lo sta addirittura superando a destra.
Non vi tenta l’opposizione?
Non lo escludo se verrà confermata l’operazione Acegas Hera con il prossimo bilancio.
Come valuta la scelta del nuovo assessore alla Cultura?
Non conosco Tassinari. Devo dire che rispetto al predecessore si nota la sua presenza. Il che è positivo. Non è positivo che in tre anni e mezzo si sia cambiato quattro volte.
E l’assessore allo Sport?
All’inizio c’era un assessore che si occupava di quello a tempo pieno.
Solo che si chiamava Emiliano Edera?
Non parlavo di nomi. Serve uno presente.
Marino Andolina, il vostro capogruppo, è coinvolto pesantemente nell’inchiesta su Stamina. Nessun imbarazzo?
Non sono mai stato giustizialista. Ci sono sentenze e sentenze, condanne e condanne. La battaglia di Andolina è giusta e sono al suo fianco.
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