La “legione straniera” in corsa per l’Arpa
Come per la corsa ai vertici della sanità, anche per la poltrona di direttore generale dell’Arpa i professionisti friul-giuliani sono insidiati dai colleghi di fuori regione. I concorrenti arrivano da Milano e da Roma, da Venezia e da Catanzaro, pure da Fiume e dalla francese Neuilly Sur-Seine, stando almeno al comune di nascita di Gianni Pellizzer, già dirigente del Comune di Pordenone.
Gli “stranieri” nell’elenco degli aspiranti al dopo Barbina sono esattamente la metà: 23 su 46. I “locali” si distribuiscono tra Trieste (6), Gorizia (2), Udine (11) e Pordenone (4). La prima conferma, guardando la lista degli idonei approvata dalla giunta, è che Lionello Barbina non ha cambiato idea. Chiusa il 28 settembre la sua esperienza di dg dell’Agenzia per la protezione dell’ambiente, il manager di Mortegliano non si è ripresentato.
Alla sua sostituzione puntano nomi più o meno noti. Della mini-pattuglia triestina, pur se di origini veneziane, fa parte anche il dg degli Ospedali Riuniti Francesco Cobello. Spuntano poi il direttore del dipartimento provinciale dell’Arpa Stellio Vatta, il direttore dell’Ezit Paolo De Alti e il ricercatore dell’Ogs Franco Coren. I goriziani sono invece il dirigente chimico dell’Agenzia Marco Dizorz e il direttore amministrativo sempre in Arpa Anna Toro.
Tra i friulani l’ex direttore centrale dell’Ambiente Giovanni Petris, spostato nell’ultimo valzer dirigenziale da Palazzo all’Ente tutela pesca, il direttore provinciale di Udine dell’Arpa, ex assessore regionale, Giorgio Mattassi, l’ex direttore scientifico dell’Agenzia Gianni Menchini, tra gli indagati nella maxi-inchiesta della Procura di Roma sul presunto bluff delle bonifiche in laguna, Daniele Damele, dirigente amministrativo della Provincia di Udine, l’ex dg del Cro di Aviano Giovanni Del Ben, il direttore dell’Osmer Stefano Micheletti (di nascita milanese), l’ex direttore dell’Ospedale di Pordenone e dell’Ass 5 Luciano Zanelli, la dirigente dell’Ass 3 Olga Passera. Alcuni di loro si sono pure iscritti in queste settimane alla selezione per i posti di vertice della sanità Fvg post-riforma.
Per il cambio della guardia alla guida dell’Arpa – l’assessore all’Ambiente Sara Vito fa sapere che la nomina arriverà entro l’anno – la giunta ha avviato una procedura selettiva non concorsuale fissando il paletto per i candidati, laurea a parte, di un’esperienza dirigenziale maturata nei dieci anni precedenti la pubblicazione dell’avviso, di durata almeno quinquennale nella direzione tecnica o amministrativa in enti, aziende, strutture pubbliche o private operanti nel settore della protezione ambientale o della prevenzione igienico sanitaria, ovvero di durata almeno settennale in altri settori.
A definire la graduatoria dei 46 idonei sarà una commissione composta da Bruno Della Vedova, docente di Geofisica applicata all’università di Trieste, Adele Maggiore, direttore sanitario dell’Azienda sanitaria 1 Triestina, e Guido Nassimbeni, docente di ingegneria gestionale all’università di Udine. I tre esperti metteranno in fila gli aspiranti dg, una classifica che, dopo la scelta definitiva della giunta, sarà pubblicata nel Bollettino ufficiale della Regione e manterrà efficacia per due anni. Il numero uno risulterà impegnato a tempo pieno, ma il suo contratto (di lavoro autonomo) sarà di tre e non di cinque anni (la precedente nomina in era Tondo, dopo un anno di commissariamento, risaliva al 2009), con indennità e premi ridotti.
Si passerà infatti dai 134mila euro lordi annui guadagnati da Barbina, con il 20% di “straordinario” (l’anno scorso, raggiunto il 91% degli obiettivi, la giunta ha deliberato l’erogazione di ulteriori 22mila 700 euro), a un totale di 125mila euro con il 10% massimo di premio.
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