La Lega dribbla i Comuni e apre ai maxi aumenti delle cubature degli hotel
Previste crescite fino al 60% in deroga ai Piani regolatori. Ampliamenti in vista anche per le abitazioni private. Il Pd grida allo scandalo: «Vogliono ecomostri»
Lasorte Trieste 12/10/18 - Lavori Nuovo Hotel Hilton, Ex Sede RAS
TRIESTE Ampliare alberghi, attività economiche e abitazioni in deroga a quanto previsto dai piani regolatori comunali. È questa la ricetta della Lega per rilanciare il settore edilizio, secondo i contenuti della legge “omnibus” firmata dai consiglieri regionali del Carroccio. Dopo il bastone per gli hotel che ospitano richiedenti asilo, arriva la carota per tutti gli altri e per i costruttori, perché la proposta di legge attua una deregolamentazione che consente di allargare fino al 60% superficie o cubatura attuale.
Il provvedimento è pensato per il restauro di tutte le strutture ricettive alberghiere, che potranno estendere volume o metri quadrati del 40%, senza che i Comuni possano opporsi come stabilito invece dalle norme attuali. Le vecchie regole prevedevano ampliamenti fino al 35%, ma il centrosinistra li aveva limitati a 200 metri cubi complessivi. Oggi si torna a salire e, nel caso degli alberghi, il 40% può ottenere un altro 20% di bonus: nel caso di interventi di efficientamento energetico, nel caso in cui i lavori consentano di aumentare le stelle della struttura e nel caso di un 60% del capitolato acquistato da imprese con sedi in Friuli Venezia Giulia. Sulla carta la quota può tuttavia finire per essere anche più consistente: per le realtà che detengono quattro stelle o che possono ottenerle grazie al restauro, la creazione di piscine, aree relax e zone fitness non finirà nel conteggio della cubatura.
La “omnibus” toglie inoltre il limite alla sopraelevazione e lo fa per tutte le attività economiche e per le abitazioni private. In questi casi la possibilità di crescita in altezza o in superficie vale il 50% della superficie esistente, ma non oltre i mille metri quadrati: il limite fissato dal centrosinistra era di 200 metri cubi. Per procedere con i lavori sarà sufficiente ottenere autorizzazione rispettivamente allo sportello unico per le imprese o a quello per l’edilizia. Con la norma leghista una villetta di 200 metri quadrati potrà arrivare a 300, mentre con il centrosinistra si sarebbe fermata a 270. Ampliamenti fino all’80% e non oltre i cinquemila metri quadrati sono possibili invece solo per le attività produttive, ma serve il via libera dei consigli comunali.
A incentivare le ristrutturazioni c’è infine la prevista esenzione dalla cosiddetta tassa Bucalossi, che può pesare anche il 20% sul valore di un restauro, fra percentuale sul costo di costruzione e quota forfettaria a copertura delle spese dei servizi da parte dell’ente locale. Un modo per convincere al recupero piuttosto che a una nuova costruzione. La Lega presenta infatti la legge come un «no chiaro e forte a ulteriore consumo di suolo». Il ragionamento è che un terreno è riconosciuto edificabile per intero e dunque poco conta l’ampliamento di una struttura al suo interno: ed è in questa logica che rientra il divieto ad ampliare le zone commerciali e a ridurre quelle agricole.
La norma divide la politica. Per i leghisti Mauro Bordin e Lorenzo Tosolini, «sono misure di sviluppo che riguardano aree già utilizzate, dunque già considerate suolo consumato. Il nostro obiettivo è concentrare gli interventi sul patrimonio esistente e sviluppare l’economia: meglio ampliare la casa posta sul proprio terreno edificabile che costruirne una ex novo. Per questo promuoviamo gli investimenti per migliorare la qualità della ricettività alberghiera, perché il turismo è una risorsa importante del Fvg e servono strutture all’altezza. Con questa misura si recupereranno tante strutture abbandonate». Per il segretario del Pd Fvg, Salvatore Spitaleri, «siamo tornati allo stile speculativo anni ’90. Mentre i comuni turistici puntano sulla qualità ambientale degli insediamenti, la proposta guarda alla quantità, come se non esistesse una pianificazione complessiva. La Lega non ha mai badato troppo quando si è trovata a decidere sul consumo di suolo, ma queste sono deroghe esorbitanti. Non possiamo più accettare ecomostri costruiti in deroga ai piani regolatori, calpestando cittadini e territorio».
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