La Lega butta fuori dall’aula il "presepe nero"

È il consigliere del Pd Paolo Menis a esporre sul suo banco delle statuine "made in Perù" che hanno scatenato le ire del capogruppo della Lega Nord, Danilo Narduzzi: "Sembrano bambole voodoo"
Il consigliere del Pdl Paolo Ciani e il presidente del Consiglio regionale Fvg Edouard Ballaman
Il consigliere del Pdl Paolo Ciani e il presidente del Consiglio regionale Fvg Edouard Ballaman
TRIESTE
Nel giorno del crocifisso in aula scoppia la bagarre sul presepe "nero". È il consigliere del Pd Paolo Menis a esporre sul suo banco le statuine che sono "made in Perù" ma hanno chiara matrice africana: pelle scura, abbigliamento e capigliatura tipica del continente nero. In un Consiglio regionale che ospita molti presepi ”prestati” da Villa Manin e accoglie persino qualche pecorella del gregge più grande del mondo ancora in esposizione a Passariano, la Natività in salsa afro non passa inosservata e non piace affatto al capogruppo della Lega Nord, Danilo Narduzzi, che interviene in aula chiedendo al presidente Edouard Ballaman di far rimuovere «le statuine di tipo voodoo che dileggiano il nostro presepe».


Ma Ballaman delude il suo collega di partito. Ha dato il permesso a Menis di portare tra i banchi il presepe "nero": «Lo avrebbe anche messo sul suo banco di presidenza se non fosse stato "troppo nero"», racconta Menis. Narduzzi, però, non molla: «Se non lo toglie Ballaman lo tolgo io» afferma, infuriato. E, approfittando dell’assenza del consigliere del Pd dal suo banco, porta fuori dall’aula le tre statuine. Si accende un parapiglia, Ballaman sospende i lavori per qualche minuto in attesa che torni la calma, mentre i consiglieri di opposizione Mauro Travanut e Stefano Pustesso cercano di riportare in aula il presepe africano. Narduzzi non s’arrende: tenta di non far entrare i colleghi nell’emiciclo e dà del “fariseo” al cattolico del Pd Franco Brussa.


«La sinistra ha scelto la via dello scherno e dell’irrisione per replicare alla campagna di difesa dei simboli cristiani intrapresa dalla Lega Nord – afferma Narduzzi - Il gesto del consigliere Menis simboleggia l’abiura ormai definitiva della sinistra nei confronti della cultura occidentale e cristiana. Non si accontentano di un tacito supporto all’Islam e ai profanatori dei nostri simboli. Adesso si spingono fino alla derisione delle nostre tradizioni. Dopo i recenti episodi di cronaca, cercare lo scontro deliberatamente è indice di irresponsabilità».


Menis non ci sta a fare la parte dell’anticristiano. Ammette che il gesto è stato velatamente provocatorio nel giorno in cui in aula è stata esposta la croce di Gualtiero Piam con le immagini dell’infanzia di Gesù. Ma ricorda che «il presidente per gli Affari giuridici della Cei, monsignor Domenico Mogavero, ha commentato il presepe ”nero” esposto a Verona nei giorni scorsi affermando che la diversità è ricchezza. Peccato che gli esponenti della Lega Nord della nostra Regione, che a parole si dicono tanto vicini ai valori del cristianesimo ma in realtà ne sono molto distanti, non abbiano saputo comprendere questo messaggio». Il consigliere del Pd definisce «polemiche e irrispettose» le parole rivolte da Narduzzi al presepio esposto ieri.


«Come ha auspicato lo stesso Mogavero, magari il presepe possa essere un messaggio di integrazione: questo voleva essere il senso del mio gesto, ma ho visto impallidire i colleghi leghisti - continua Menis -. Evidentemente, per una certa parte politica, i principi e i valori del cristianesimo vanno adattati al colore della pelle, forse dimenticandosi l’insegnamento di uguaglianza che viene proprio dal Vangelo».

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