La Lega all'opera: a Trieste il vicesindaco Polidori se la prende con i clochard e a Monfalcone l'assessore Asquini pubblica una filastrocca contro i migranti

I due casi nella stessa giornata di ieri. Il vicario di Dipiazza vuole Trieste "pulita" e getta le coperte di un senzatetto nell'immondizia: indignazione sul web. Nella città di Cisint il numero due del Municipio recupera dal web una versione rivisitata della tradizionale cantilena dedicata alla Befana in chiave anti-migrante. L'opposizione chiede le sue dimissioni

 

 

«Sono passato in via Carducci, ho visto un ammasso di stracci buttati a terra, coperte, giacche, un piumino e altro. Non c’era nessuno, quindi presumo fossero abbandonati. Così, da normale cittadino che ha a cuore il decoro della sua città, li ho raccolti e li ho buttati, devo dire con soddisfazione, nel cassonetto: ora il posto è decente. Il segnale è: tolleranza zero. Trieste la voglio pulita!».

Con questo post pubblicato sul suo profilo Facebook, il vicesindaco di Trieste Paolo Polidori ha comunicato di aver provveduto personalmente a smantellare il giaciglio ricavato da un senzatetto nell’entrata di un negozio. Un post corredato da una postilla («ovviamente poi mi sono lavato le mani») e da una serie di fotografie che immortalano la zona sgombra e libera dai “mobili” e dai vestiti del clochard. Tutti, come detto, buttati nella spazzatura.

«Ho ricevuto lamentele da parte di persone che abitano e lavorano in quella zona - ha spiegato nel pomeriggio Polidori -. E ieri, passando in via Carducci, ho visto un mucchio di stracci abbandonati, nessun effetto personale, e ho ritenuto di dover intervenire». Quanto al senza fissa dimora che trovava riparo tra quelle coperte, il giudizio è senza appello: «Quell’uomo è stato più volte avvicinato. Del suo caso specifico si è interessato anche l'assessore comunale al Welfare Carlo Grilli. Il clochard è stato preso in carico dai Servizi sociali e portato in una struttura d’accoglienza, dove gli sono stati offerti un posto letto e assistenza sanitaria per alcuni problemi di salute. Ma lui rifiuta l'aiuto e ritorna lì in strada».

Cioè, ribadisce Polidori, nessuno deve permettersi di bivaccare, recando offesa al decoro urbano. «Quell’uomo - prosegue il vicesindaco - è un romeno con precedenti penali già raggiunto da un provvedimento di allontanamento. A Trieste il Comune offre soluzioni a persone come lui e non tollera gli accampamenti all'aperto. Mi auguro che il mio gesto lo sproni a farsi aiutare ».

Il “blitz antibarboni” di Polidori - non nuovo a simili interventi a gamba tesa, come testimonia l’offensiva della scorsa estate contro i migranti sorpresi a dormire sulle Rive - ha immediatamente acceso i toni.

Sul web c’è chi ha etichettato il vicesindaco come un «vigliacco miserabile». La bufera di commenti si è scatenata soprattutto all'indomani dell'azione di Polidori. Su Twitter il trending topic a livello nazionale, cioè l'argomento più popolare, è #Trieste, seguito al quinto posto da #Polidori. Ma c'è anche chi ne ha applaudito il gesto.

Non prende ufficialmente posizione invece, pur sposando una linea diversa, il collega di giunta Grilli. «Non commento il gesto di Polidori - taglia corto l’assessore, che ha già fatto visita al centro di accoglienza di via Udine in cui è stato portato il clochard rimasto senza “casa” -. La scelta di vivere da senzatetto ha profonde radici di sofferenza, e il Comune continuerà, in rete con altre preziose realtà locali, a dare delle risposte sempre più concrete, senza fare discriminazioni. C'è l'indirizzo preciso di non lasciare nessuno al freddo, dando possibilità di riscatto a chi ha la forza per ripartire e strumenti di assistenza diversi quando vi sono problemi anche di tipo sanitario. A queste persone dedichiamo il nostro lavoro».

Nessun commento ufficiale dai vertici della Curia triestina, mentre un duro intervento attiva da don Alessandro Amodeo, direttore delle Caritas. «Il gesto di togliere le coperte ad un senzatetto si commenta da solo, - osserva -. La Caritas diocesana è indifferente a cosa fa e allo stile di Polidori, nel senso che noi continueremo ad operare con il nostro “stile”, indipendente dalle sue boutade, e in piena sinergia con gli enti già presenti sul territorio, tra i quali c'è il Comune di Trieste».

Anche il Pd va all’attacco. «Un vicesindaco che, nelle prime gelide giornate dell’anno, getta direttamente coperte e piumini nelle immondizie, non può che essere definito malvagio», afferma la segretaria provinciale Pd Laura Famulari. «Non possiamo che indignarci e condannare un atto così crudele e vile - afferma Sabrina Morena di Sel -. La cosa peggiore è che l’autore se ne vanta come un bullo di strada».

Raggiunto telefonicamente da Radio Capital, il vicesindaco Polidori ha difeso il proprio gesto, dichiarandosi non razzista. Ecco l'intervista:

 

 

Un altro esponente della Lega, nella stessa giornata di ieri, ha deciso di pubblicare sui social la versione rivistata della tradizionale filastrocca dedicata alla Befana, che si festeggia domani domenica 6 gennaio, denigrando il migrande. L'autore in questo caso è il collega monfalconese di Polidori, l'assessore alla Sicurezza Massimo Asquini, che ha postato su Facebook un testo copiato dal web, scatenando anche in questo caso reazioni contrarie.

L’interessato spiega che non c’è nulla di offensivo e, anzi, «è quello che tutti gli italiani pensano». L’opposizione ne chiede le dimissioni. Il sindaco Anna Maria Cisint cerca di sfilarsi dallo scontro ma alla fine passa al contrattacco. La filastrocca (la riportiamo per completezza dell’informazione: “Il migrante vien di notte con le scarpe tutte rotte; vien dall’Africa il barcone per rubarvi la pensione; nell’hotel la vita è bella nel frattempo ti accoltella; poi verrà forse arrestato e l’indomani rilasciato”) tocca evidentemente argomenti molto sensibili.

Spiega Asquini: «La filastrocca non è roba mia, l’ho copiata dal web. In fondo rispecchia quello che pensano gli italiani. In ogni caso non è un’offesa per nessuno. È uno scherzo in tema con la leggerezza del giorno della befana».

Contro Asquini (ex sovrintendente della polizia di Stato e segretario cittadino della Lega Nord) si scatena l’opposizione, nella fattispecie i consiglieri comunali Annamaria Furfaro, civica; Fabio Delbello, Pd, Elisabetta Maccarini, gruppo misto fuoriuscita dai 5 Stelle. Condannano il post «e il suo maldestro tentativo di ridicolizzare una tragedia come quella dei migranti nel Mediterraneo. Scritto e divulgato da una figura istituzionale quale quella rivestita da Asquini da cui ci si aspetta comportamenti e parole da esempio per la collettività, questa azione risulta ancor più grave e lesiva anche dell'immagine della città di Monfalcone. Per questo motivo l'opposizione monfalconese chiederà le dimissioni dell'assessore e un Consiglio comunale urgente con la presenza del questore e del prefetto per avere finalmente i dati sulla microcriminalità e sui rischi delle infiltrazioni mafiose facendo riferimento al patto di legalità».

Assente da Monfalcone per un breve periodo di ferie il sindaco Cisint preferirebbe non commentare: «Asquini non voleva offendere nessuno e se l’ha fatto, si scusa». Scuse per interposta persona perché Asquini, al cronista de Il Piccolo, non ha parlato di scuse. «Scomodano prefetto e questore simili sciocchezze? - si chiede intanto il sindaco - .Come mai queste persone e la sinistra non hanno preso le distanze dal post degli oppositori che hanno oltraggiato, da morto, la figura del nostro ex segretario Walter Sepuca?».

A Monfalcone di recente è divampata la polemica su un maldestro post di un dirigente medico dell’azienda sanitaria a cui sta antipatico il ministro Salvini. «Quella ha augurato la morte a Salvini - tuonano Cisint e Asquini a distanza - e la sinistra mica ha preso le distanze». Dall’opposizione consigliare ed extra consigliare è tutta una pioggia di post i cui contenuti sono facilmente immaginabili. Quanto alla richiesta di un consiglio comunale ad hoc sul tema dei social, il sindaco è laconica: «Verificherò. Ci sono cose ben più serie a cui pensare».

 

 

Il vicesindaco di Trieste Polidori, in particolare, non è nuovo a boutade leghiste di questo tipo. Ha cominciato la scorsa estate, cacciando dalle Rive triestine diversi migranti che vi bivaccavano. Con un inglese maccheronico era riuscito a chiedere loro di spostarsi. Anche in quel contesto ci andava di mezzo il decoro della città. E poco importava se quei giovani pakistani e afghani si sarebbero spostati di qualche metro e sarebbero rimasti comunque all'addiaccio, intanto il lavoro da "sceriffo" era stato compiuto.

Il blitz antiprofughi spacca la coalizione. E la Chiesa insorge: «Una vergogna»
Silvano Trieste 2018-08-22 Immigrati che dormono nel giardinetto di Piazza Liberta', sul moletto a pochi passi dalla Capitaneria di Porto

Non contento aveva ripetuto la stessa scena nel sagrato della chiesa di Sant'Antonio Taumaturgo. Ma se precedentemente si era arrangiato da solo, questa volta Polidori aveva contattato la polizia che era intervenuta nella piazza e che, come da regolamento della polizia municipale, aveva fatto sgomberare le persone che in quel momento dormivano per terra su dei cartoni.

Non ultimo il blitz nel accampamento rom a Muggia, dove Polidori non era intervenuto in qualità di vicesindaco ma di cittadino, sollecitando l'amministrazione Marzi a fare qualcosa il più presto possibile.

 

 

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