La laurea a domicilio di Riccardo e Giorgio, discutendo la tesi in camera via Skype

Due tra i primi dottori fatti in casa, il neo ingegnere triestino si è presentato in video in camicia e sotto tuta e pantofole

TRIESTE Riccardo ha scelto una camicia, senza cravatta. Sotto, i pantaloni della tuta con pantofole. Giorgio invece si è fatto spedire l’abito dalla famiglia, bloccata in provincia di Lecce. Dalla “stanza” pubblica di Skype uscivano ed entravano gli altri candidati. Sullo schermo del pc comparivano i professori connessi per ascoltarli. Le corone, indossate alla fine, erano fatte a mano e rigorosamente a casa. I festeggiamenti? Tra pochi intimi o via Whatsapp. Le lauree, se di mezzo c’è il coronavirus, si fanno così: da casa.

Nonostante le iniziali attese, l’Università di Trieste, chiarite le modalità con gli ultimi decreti del Presidente del Consiglio dei ministri, è riuscita infatti ad avviare la sessione straordinaria di marzo. Tra i primi laureati ci sono Riccardo Del Bello, 22 anni, triestino, e Giorgio Giustizieri, 29, originario di Leverano, in Puglia, rispettivamente in Ingegneria civile (triennale) e in Strategia e consulenza aziendale (magistrale).

Il nemico invisibile, che sta bloccando il mondo intero, li ha fatti soffrire un po’ ma alla fine sono riusciti a non dargliela vinta, diventando dottori grazie a Skype. È attraverso questo mezzo telematico che la commissione si è riunita, con ogni componente in una sede diversa, e ha deliberato il voto mentre i laureandi erano a casa propria. È stato questo l’unico modo per riuscire a far andare avanti tutto il sistema. «Il 17 marzo era già in partenza il giorno della mia laurea, l’ateneo è riuscito a mantenere la stessa data, organizzando celermente il tutto», racconta Giustizieri. Per essere sicuri che tutto fosse a posto, la sera prima del grande giorno, docenti e studenti hanno fatto una prova generale per capire se la connessione non faceva scherzi. Alle 10 in punto di ieri mattina Giustizieri ha fatto il suo ingresso nella call di Skype, dove lo attendevano i professori e alcuni altri colleghi.

Mezz’ora circa ciascuno. Il tempo di esporre la tesi e qualche domanda. Poi la commissione si è disconnessa - un minuto e mezzo per decidere il voto all’interno di un’altra chat – ed è ricomparsa nel gruppo di laurea. «Giustizieri la proclamiamo dottore». Con un buon 104. E Giorgio, con indosso il suo abito blu arrivato dalla Puglia, dalla stanza più luminosa di casa, con il computer davanti e la libreria alle spalle, ha ringraziato.

«È stata un’esperienza strana – afferma -, ma sicuramente caratterizzata da meno ansia, lo schermo mi ha reso più tranquillo». Intanto, Alessandra, la sua compagna, aveva preparato una corona d’alloro. «I fiorai sono chiusi, non si può uscire e allora Alessandra ha fatto con le sue mani la corona – spiega il neolaureato -, che non si secca: ha ritagliato le foglioline da un cartoncino, che poi ha colorato una a una». E per festeggiare? Una crostata, lo spumante e le bomboniere arrivate dal Sud. Parenti e amici Giorgio li ha sentiti via Whatsapp. Un’altra videoconferenza, a blocchi, prima con le zie, poi con i cugini e via dicendo. «Per i veri festeggiamenti si aspetterà che il Coronavirus smetta di dilagare – sottolinea Giorgio -. Li rinviamo a data destinarsi».

Agitato ma non troppo è stato anche Riccardo Del Bello che saprà ufficialmente il punteggio solo oggi. «Non ero molto meno agitato infatti – dice - perché mi trovavo nel mio ambiente. Si è trattato comunque di un passo intermedio molto particolare in questo momento». Anche lui ha saputo in poco tempo, dopo i primi trambusti, che la sessione sarebbe stata comunque confermata. «Il professore ci ha mandato tutte le informazioni via mail – specifica -. Abbiamo consegnato la tesi via per posta elettronica e durante l’esposizione ho mostrato anche tutte le slide in Powerpoint che avevo preparato. Essendo il titolo della mia tesi la “Resistenza del calcestruzzo”, dovevo mostrare diversi grafici e formule». La commissione, composta da quattro docenti, lo ha tenuto collegato circa 15 minuti, durante i quali hanno partecipato anche altri cinque compagni anche loro in attesa di laurearsi.

L’abito in questo caso era per tutti casual. Tanto che Riccardo, non dovendo alzarsi dalla sedia e stringere la mano ai docenti, ha optato solo per una camicia, indossando poi pantaloni della tuta e pantofole. Mentre discuteva nella sua camera, i genitori lo attendevano nelle altre stanze con nonni e fratello.

Anche in questo caso i festeggiamenti sono rinviati a data da destinarsi. Il simbolo della laurea però non poteva mancare: una coroncina “artigianale” con le foglie dell’albero di alloro del giardino, legate con un fiocco rosso da nonno. —




 

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