La guida al voto. Candidati e liste collegate. Non ammesso il disgiunto

La novità del bollino antifrode sulla scheda. Cosa prevede il sistema elettorale misto del “Rosatellum”

TRIESTE. Il “Rosatellum” è un sistema elettorale misto. Prevede che la composizione di entrambi i rami del Parlamento, infatti, avvenga con una parte maggioritaria uninominale (il candidato più votato nel collegio) e l’altra proporzionale plurinominale (i candidati nell’ordine di presentazione a seconda dei voti di partito).


Nomi già stampati Le schede a disposizione dell’elettore sono due: una per la Camera dei deputati (può votare chi ha compiuto i 18 anni) e una per il Senato della Repubblica (può votare chi ha compiuto 25 anni). In entrambi i casi l’elettore esprime un unico voto che vale sia per il maggioritario sia per il proporzionale. Sulla scheda, identica nell’impostazione alla Camera e al Senato, è già stampato il nome e cognome del candidato nel collegio uninominale assieme, per il collegio plurinominale, i simboli di ciascun partito della coalizione di liste collegate. A fianco dei simboli delle liste sono riportati i candidati nel collegio plurinominale. Un elenco fino a quattro nominativi bloccato e con un’alternanza di genere (uomo e donna, oppure viceversa) e i capilista, a livello nazionale, devono essere al massimo del 60% dello stesso sesso.



Le modalità di voto Il voto si esprime tracciando un segno sul rettangolo contenente il contrassegno della lista e i nominativi dei candidati nel collegio plurinominale. Il voto così vale ai fini dell’elezione del candidato nel collegio uninominale e a favore della lista nel collegio plurinominale. Qualora il segno sia tracciato solo sul nome del candidato nel collegio uninominale, il voto è comunque valido anche per la lista collegata. Ma in presenza di più liste collegate in coalizione, il voto è invece ripartito tra le liste della coalizione, in proporzione ai voti ottenuti da ciascuna lista in tutte le sezioni del collegio uninominale.

Vietato il voto disgiunto Il legame fra candidato dell’uninomale e la coalizione che lo esprime è totale. Un cordone ombelicale che non si può staccare. Se l’elettore traccia un segno, comunque apposto, sul rettangolo contenente il nominativo del candidato uninominale e un segno su un rettangolo contenente il contrassegno di una lista cui il candidato non sia collegato, il voto è infatti nullo, in quanto per l’elezione della Camera e del Senato non è previsto il voto disgiunto.

Territorio e regione L’assegnazione di 232 seggi alla Camera (compreso il collegio in Valle d’Aosta e i 6 in Trentino Alto Adige) e di 116 seggi al Senato (comprenso il collegio in Valle d’Aosta e i 6 in Trentino Alto Adige) viene effettuata in collegi uninominali, in cui come detto è proclamato eletto il candidato più votato. I seggi restanti delle circoscrizioni del territorio nazionale (386 alla Camera e 193 al Senato) vengono invece assegnati, con metodo proporzionale, nei collegi plurinominali tra le liste e le coalizioni di liste che abbiano superato una serie di soglie di sbarramento. Vi sono proclamati eletti i candidati della lista del collegio plurinominale secondo l’ordine di presentazione, nel limite dei seggi cui la lista abbia diritto. Il Friuli Venezia Giulia esprime 13 deputati (5 collegi uninominali e 8 nel proporzionale) più 7 senatori (2 collegi uninominali e 8 nel proporzionale)

Il meccanismo di riparto Ma come avviene la ripartizione? Oltre all’assegnazione dei collegi uninominali i seggi sono ripartiti proporzionalmente ai voti ricevuti a livello regionale al Senato, mentre per la Camera il riparto proporzionale avviene a livello nazionale a favore delle coalizioni o delle singole liste. Sono ammessi al riparto dei seggi della Camera le liste che hanno superato il 3% a livello nazionale o il 20% a livello locale. Ma c’è anche uno sbarramento del 10% per le coalizioni e, al suo interno, solo le liste che ricevono più dell’1% a livello nazionale portano voti utili.

La tessera elettorale C’è tempo fino a domenica 4 marzo, il giorno delle elezioni politiche, ma ogni elettore che vuole recarsi alle urne è chiamato a verificare il possesso della tessera elettorale indispensabile per esprimere la propria preferenza. La tessera elettorale, strettamente personale, si rinnova all’ufficio elettorale del comune di residenza, che resterà comunque aperto dalle 9 alle 18 nei due giorni antecedenti la consultazione e, il 4 marzo, per tutta la durata delle operazioni di votazione, e quindi dalle 7 alle 23.
 

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