La “Guida ai sapori” premia l’Isola di Grado segnalati 13 ristoranti

GRADO. Grado si fa valere in fatto di enogastronomia. Tra i 314 ristoranti del Friuli Venezia Giulia scelti dalla “Guida ai sapori e ai piaceri della Regione” (allegato a la Repubblica), ci sono 13 locali. L’Isola con le sue frazioni compare inoltre con due “botteghe del gusto” con altrettante gelaterie, 4 agriturismo, un’azienda nel capitolo dedicato ai formaggi e alle malghe, con il Golf Club Grado di Primero. Compresi i percorsi ciclabili Salisburgo-Grado (Ciclovia Alpe Adria) e Lignano-Grado-Trieste (Ciclovia del mare Adriatico). Fra le ricette degli chef c’è, infine, il “Tonno tonnato” di Attias Tarlao, chef e patron dell’Androna. Fermo restando che la guida in questione a Grado è andata pressoché esaurita, tanto che buona parte delle edicole hanno richiesto un supplemento di copie che dovrebbe arrivare oggi, ancora una volta l’enogastronomia dell’Isola si attesta su livelli molto alti. Confermando peraltro il fatto che in termini di promozione turistica, la carta enogastronomia è alquanto importante.
Del resto c’è una lunga storia alle spalle, chef gradesi che hanno persino varcato l’oceano, invitati a insegnare la professione. Nella scelta delle vacanze stanno incrementando notevolmente sia gli aspetti ambientalistici e naturalistici, sia l’aspetto legato alle piste ciclabili e quindi proprio alla gastronomia.
Ci sono ristoranti di Grado che da anni vengono inseriti, anche con buone classifiche, nelle più prestigiose guide nazionali del settore.
Ecco intanto i criteri scelti da “Guida ai sapori e ai piaceri del Friuli Venezia Giulia”, che è stata chiusa in redazione alla fine del mese di giugno scorso. I ristoranti di Grado citati (per ognuno è indicato un piatto scelto dalla guida) iniziano con l’Adriatico classificato “storico” e come piatto da non perdere risulta la “variazione di salmone Alaska su giardinetto di verdura”. Fra i ristoranti “storici” troviamo anche l’Androna con un’ “insalata di crostacei su insalata russa scomposta e caviale di soia”. Gli Artisti con il “boreto alla gradese”, mentre nel solco della “tradizione” è classificata la Borsa con gli spaghetti allo scoglio. Quindi il Canevon con la “pentolaccia di cappame”; De Toni anche questo con il boretto alla gradese e il Doge con l’antipasto del Doge caldo e freddo di pesce.
Sono classificati invece come “elegante” l’Alto Gradimento che si trova all’ultimo piano dell’hotel Fonzari (il piatto da non perdere sono i “gamberi in pasta kataifi”); per l’Androna un’«insalata di crostacei su insalata russa scomposta e caviale di soia»; per l’Antica Trattoria alla Fortuna il piatto da non perdere sono gli “scampi in saor”; e ancora, la Dinette (a Porto San Vito) con il “risottino con scampi, asparagi bianchi e pepe di Sichuan”. Fra i ristoranti indicati come “tradizionali” sono inseriti: la Borsa (a ridosso del centro storico) con i famosi “spaghetti allo scoglio”; la trattoria Ai Ciodi (isola di Anfora in laguna) con il classico “boreto alla gradese”. Nella medesima categoria troviamo anche due locali che si trovano nelle frazioni agricole di Grado: la Buona Vite di Boscat con la “granseola” come piatto da non perdere; e Tre botti di Fossalon con l’«oca arrosto».
Un locale, infine (ma, sia bene inteso, non si tratta di classifiche o graduatorie), è stato classificato come “romantico”. Si tratta del Pontil de Tripoli che ha indicato come piatto da non perdere “la pentolaccia”.
Quanto alle “botteghe del gusto”, nella guida troviamo segnalate due gelaterie: Antoniazzi di Marisa e Graziano in viale Dante e Isola dei Sapori di Tiberio Patruno in via Marina. Fra gli agriturismo e Bed&Breakfast sono citati l’Albergo Diffuso Laguna d’Oro, il boutique hotel Oche Selvatiche di Primero con annesso ristorante Tarabusino e a Boscat troviamo Girardi e Zorz. La Bonifica di Fossalon è, invece, inserita nella categoria formaggi e malghe come giovane azienda dedita alla produzione casearia.
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