La guerra sui monomarca a Trieste: commercianti dritti al Tar

Non è stata digerita dalla categoria la delibera per i cinque centri votata in Consiglio comunale. Rigutti: «Al massimo due e tra di noi siamo uniti»
Di Gabriella Ziani
Foto BRUNI TRieste 19.12.2011 CCIAA: Gli auguri del sindaco Cosolini e del Presidente Paoletti
Foto BRUNI TRieste 19.12.2011 CCIAA: Gli auguri del sindaco Cosolini e del Presidente Paoletti

Lo scontro è micidiale, ciascuno accusa l’altro di volerlo uccidere, il Comune ha sparato giù la sua massima potenza, un voto favorevole del Consiglio comunale (trasversale politicamente) a favore dei nuovi cinque negozi di ampia metratura cosiddetti monomarca e di fronte alle ancora minacciose proteste di Confcommercio il sindaco Roberto Cosolini, che già ha accusato la controparte di essere per la conservazione e il protezionismo che hanno sempre bloccato la città, aggiunge un’altra staffilata: «Noi favoriamo interessi privati contro quelli collettivi? Mi pare che qui si scambino per “collettivi” gli interessi privati propri». Confcommercio parla di «sviluppo selvaggio» del settore e va in rotta di collisione col Comune «che ha fatto orecchie da mercante alla nostra proposta di ridurre da 5 a 2 gli insediamenti da autorizzare individuando comprensori più idonei per gli altri - scrive il direttore generale Pietro Farina che annuncia come già depositato ieri un ricorso al Tar -, non ci arrendiamo a questo modo di far politica, dove gli interessi di pochi vengono messi davanti a quelli della collettività». Quale collettività? «Chi ha già investito e quotidianamente investe per lo sviluppo del territorio».

Franco Rigutti, vicepresidente di Confcommercio, sostiene che «dal 2011, dalle proposte poi bloccate della Giunta Dipiazza, andiamo dicendo le stesse cose. Abbiamo 30 associazioni con noi, compatte al 100%. Anzi - aggiunge Rigutti - io e il presidente Antonio Paoletti e il direttore Pietro Farina facciamo sforzo costante di mantenerci più morbidi rispetto alla base, che ha toni ben più pesanti. Noi vogliamo investire, ma dove si può». Infatti Confcommercio dice “no” (anche l’altro giorno con una pagina a pagamento in coincidenza col Consiglio comunale) facendo base su motivi urbanistici. Non son queste preoccupazioni del Comune, e non di un’associazione di categoria? «Abbiamo fatto fare studi approfonditi - risponde Rigutti - anche con valutazioni di tipo urbanistico e ambientale. Tirate le somme, si sarebbe potuti arrivare ad autorizzare 2 insediamenti (a Valmaura e alla ex Gaslini) e non gli altri». La causa al Tar contesta la delibera comunale del novembre scorso per aver escluso la necessità di una Valutazione ambientale strategica (Vas) sul Piano del commercio. «Quella delibera è stata lungamente meditata da molti uffici e secondo noi è legittima - risponde Cosolini -, poi ciascuno ha il diritto di ricorrere al Tar: Confcommercio lo ha del resto già fatto». Rigutti lascia intendere che anche l’ultimo voto dell’aula farà la stessa fine ma il sindaco, di fronte alla devastante spaccatura che si è creata con il colosso del settore commerciale tira dritto come un razzo: «Noi non ci mettiamo contro nessuno, abbiamo portato a compimento una manifestazione d’interesse fatta dalla precedente amministrazione, per il principio che quando il “pubblico” sollecita un “privato”, questo ha diritto a risposte in tempi certi. I commercio soffre a Trieste non solo per la crisi, ma anche perché chi lo rappresenta non ha sempre fatto e detto ciò che doveva. Noi accettiamo la scommessa: se attiviamo più mercato, la torta sarà anche per i piccoli, mentre ora i triestini vanno sempre più a comprare fuori: prova ne sia che il commercio qui sta morendo. Dunque le ragioni del “sì” prevalgono. E non mi si venga a dire - conclude secco Cosolini - che per negozi che hanno chiuso uno, due, tre anni fa e anche oggi stesso si può dar colpa a dei monomarca che apriranno fra uno, due, tre o quattro anni. Proprio difficile da sostenere».

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