La guerra del Rilke tra Comune e Principe

Carlo Alessandro della Torre e Tasso ricorre al Tar contro l’ordinanza per rimuovere i divieti sul sentiero. Un esposto in Procura
Foto Bruni 14.04.13 Sentiero Rilke-Sistiana-ultimo giorno di apertura
Foto Bruni 14.04.13 Sentiero Rilke-Sistiana-ultimo giorno di apertura

A questo punto è battaglia. Legale, ma pur sempre battaglia. Il principe Carlo Alessandro della Torre e Tasso, titolare del sentiero Rilke e della pineta che ricade all'interno della riserva naturale delle Falesie di Duino, ha deciso di impugnare davanti al Tar l'ordinanza firmata mercoledì pomeriggio dal sindaco Vladimir Kukanja. Provvedimento emesso in via urgente dall'amministrazione per lo sgombero della transennatura posta quattro giorni fa dalla stessa proprietà in prossimità di alcuni varchi d'accesso alla panoramica passeggiata, adducendo motivi di sicurezza legati anche all'apertura di un cantiere nell'area.

Un modo, questo, per tutelarsi sotto il profilo penale e civile nel caso in cui dovesse capitare un incidente a un visitatore. Non solo, sua altezza serenissima, rappresentata dall'avvocato Tiziana Benussi, verificherà la sussistenza di estremi per un esposto alla Procura della Repubblica. «Il principe – ha spiegato ieri il legale - dopo aver ottenuto la riconsegna delle aree è responsabile della loro gestione e manutenzione. Sono pertanto necessarie puntuali verifiche sulle attrezzature presenti che potrebbero essere non in linea con le norme di sicurezza e urbanistico-paesaggistiche».

Di qui l'incarico, nei giorni scorsi, a una ditta. Quanto il cantiere resterà attivo non è dato sapere, ma non si tratterà di un paio di giorni. Andrà infatti provato ogni parapetto a tutela dei frequentatori. «Riteniamo – ha proseguito Benussi - l'ordinanza che impone la rimozione delle attrezzature del cantiere, demandato all'effettuazione di tali verifiche, illegittima. Ne abbiamo chiesto la revoca al sindaco in regime di autotutela. Comunque la legittimità dell'ordinanza sarà sottoposta al giudizio del Tar, al quale il principe si rivolgerà. Nel frattempo stiamo verificando anche la sussistenza di eventuali aspetti penali della vicenda». Il legale ha aggiunto che «l'unico ente a essersi comportato in maniera ineccepibile è stata la Provincia», mentre «le altre realtà scordano di trovarsi in presenza di una proprietà privata e non pubblica». L'ordinanza di sgombero delle attrezzature cita la necessità di lasciare gli ingressi liberi ai fini antincendio, ma «questo non avviene, poniamo, per un abitazione, pure privata: se i pompieri dovessero spegnere lì un fuoco, entrerebbero sfondando tutto, senza ordinanza». Peraltro, conclude, le «strutture poste sono rimovibili«. E il Comune? «Il principe ha scelto questa strada e ne prendiamo atto – così il vicesindaco Massimo Veronese -, per parte nostra possiamo dire di aver agito di concerto con la Regione, cui abbiamo chiesto supporto rivolgendoci all'Ufficio legale. L'indirizzo tracciato è stato quello adottato mercoledì, con l'emissione dell'ordinanza firmata dal sindaco, e restiamo convinti che si sia trattato di un atto giusto, poiché l'uso pubblico del sentiero va garantito e il Comune, quale gestore della riserva, deve farsene garante». Dunque ora cosa accadrà?

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