La “guerra” al Tar riparte con gli appalti

I ricorsi nell’edilizia impegnano il tribunale amministrativo. «Segnale di una parziale uscita dalla crisi»
Foto d'archivio del tribunale ammistrativo
Foto d'archivio del tribunale ammistrativo

Aumentano i ricorsi al Tar in Friuli Venezia Giulia. Nel 2014 sono stati 478, il 18% in più rispetto ai 404 dell’anno precedente, quando si è toccato il minimo storico dei ricorsi, ma il dato rimane comunque inferiore se confrontato con l’ultimo decennio (con il picco di 698 nel 2010).

Per il presidente del Tribunale Amministrativo Regionale, Umberto Zuballi, che ieri ha aperto ufficialmente l’anno giudiziario, «si tratta di un dato che può essere letto in vario modo, ma forse esso dipende in qualche modo da una modesta e parziale uscita dalla crisi economica della nostra regione». Secondo Zuballi «alcune misure regionali e statali di attenuazione del patto di stabilità interno hanno parzialmente sbloccato l’attività degli enti locali in materia di gare d’appalto e simili, con conseguente aumento dei relativi ricorsi».

Resta però un numero di ricorsi relativamente basso e il presidente del Tar regionale, come già sottolineato nell’inaugurazione dell’anno giudiziario scorso, ribadisce che «in un Paese civile il divario tra chi può permettersi il costo di un ricorso e chi usufruisce del patrocinio a carico dello Stato dovrebbe potenzialmente chiudersi, mentre in Italia rimane ancora eccessivamente ampio. Il contributo unificato, che nel 2014 è stato in qualche modo razionalizzato, rimane tuttavia eccessivamente oneroso». E aggiunge: «Di conseguenza, nel valutare il numero globale di ricorsi proposti, non va mai dimenticato - rimarca - chi rimane, suo malgrado, privato del servizio giustizia per meri fattori economici».

Edilizia e urbanistica restano le materie più passibili di ricorsi al Tar, anche se i 66 casi del 2014 sono in netto calo rispetto al 2013 (20 in meno); crescono invece gli appalti (57 contro i 49 dell’anno precedente) e quelli di militari e appartenenti a forze di polizia (45, soprattutto relativi a trasferimenti e riconoscimento di benefici legati a missioni all’estero); più che raddoppiati i ricorsi che riguardano gli enti pubblici (39), relativi in particolare a revoche di contributi, regolamenti in materia di telefonia e accreditamenti.

Rimane positivo il bilancio tra ricorsi presentati e quelli definiti: a fronte dei 478 casi pervenuti ai tavoli del Tar del Friuli Venezia Giulia, ne sono stati definiti 788, pari al 165% dei ricorsi depositati durante l’anno: un dato inferiori al 218% del 2013 ma sostanzialmente in linea con gli anni precedenti. Le sentenze sono state complessivamente 657 (di cui 150 sentenze brevi), di cui 170 hanno accolto il ricorso, 217 lo hanno respinto mentre 186 sono risultati i casi improcedibili.

In aumento il ricorso in appello: 123 decisioni sono state impugnate presso il Consiglio di Stato (contro le 99 del 2013) ma nella maggioranza dei casi è stata confermata la sentenza del tribunale amministrativo. La produzione di sentenze del 2014 ha consentito di ridurre le pendenze, portandole per la prima volta sotto la soglia delle mille: sono infatti 843 i ricorsi ancora in attesa di giudizio (erano 1130 alla fine del 2013, nel 2005 erano più di tremila): di 32 risalgono al 2008, 34 al 2009, 96 al 2010, 125 sono ricorsi depositati nel 2011, 152 nel 2012, 119 nel 2013 e 274 l’anno passato.

«La meta da raggiungere avrebbe dovuto essere l’abbattimento totale dell’arretrato – commenta Zuballi – lavoro che richiederebbe una serie concatenata di attività». Ma se a livello di personale la situazione viene considerata positiva da parte del presidente del Tar regionale, c’è invece una carenza di magistrati, che sono tre in Friuli Venezia Giulia, situazione «che renderà tale obiettivo pressoché impossibile da raggiungere. Le prospettive dell’arrivo di un nuovo giudice slittano al 2016 – spiega Zuballi – il che rende problematica anche funzionalità minima del Tribunale. Basti pensare a un impedimento o a un’incompatibilità».

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