La guardia medica allarga la platea per ridurre le attese in Pronto soccorso
Ok all’intesa con i 250 medici della continuità assistenziale. Visite assicurate d’ora in poi anche ai pazienti “in trasferta”
Silvano Trieste 18/11/2014 Pronto Soccorso Cattinara
TRIESTE La guardia medica arriverà in soccorso anche del paziente colpito da malessere in un’abitazione in cui non risiede abitualmente. La novità è contenuta nell’accordo siglato ieri a Udine dall’assessorato alla Salute con i sindacati dei medici di medicina generale: una sottoscrizione unitaria da parte di Fimmg, Snami, Intesa sindacale e Smi.
Oggi si chiama continuità assistenziale. Si tratta concretamente del servizio di guardia medica, quello attivo durante la notte e nelle giornate prefestive e festive, per i problemi di salute non di emergenza ma non differibili. L’intervento, oltre alla visita, può portare alla prescrizione di farmaci, al rilascio di certificati di malattia di stretta necessità e all’eventuale proposta di ricovero in ospedale. Un servizio domiciliare gratuito, fornito in regione in 44 sedi da 250 professionisti convenzionati a rapporto orario, ma che sarà ora possibile vedere erogato anche nei casi in cui non ci si trovi nella propria residenza. «Può capitare di essere in visita da un parente, da un amico o comunque di avere un impegno in un’altra abitazione. Con l’accordo di oggi (ieri per chi legge) il medico sarà a disposizione come se ci si trovasse a casa», conferma Fabio Samani, direttore regionale dell'Area servizi assistenza primaria.
La novità per il cittadino non riguarda il portafoglio, giacché per la guardia medica si è già abituati a non pagare. Ma, nello sfortunato caso di un malore notturno “in trasferta”, non sarà più necessario recarsi al pronto soccorso come accaduto sin qui, dato che quasi mai la guardia medica risponde alle chiamate fuori ambito, per le quali anzi potrebbe pure richiedere un compenso, come da accordo nazionale. L’intesa raggiunta ieri riguarda inoltre gli utenti di fuori regione ospitati in qualche abitazione del Friuli Venezia Giulia per qualche tempo. Gli verrà garantito il servizio di continuità assistenziale, sempre che non sia presente in loco la guardia medica turistica, a fronte del pagamento di una tariffa minima, regolata sempre da accordo nazionale.
Il protocollo firmato da Regione e sindacati contiene anche la previsione della stesura di una Carta dei servizi, mirata alla trasparenza di diritti e doveri nel rapporto tra cittadino e medico. E si propone poi di definire ulteriori attività cliniche a rapporto orario – dalle cure palliative domiciliari o in hospice alle residenze per anziani e disabili, dalla sanità penitenziaria ai presidi di primo intervento –, con compensi legati al carico di lavoro e alla responsabilità dell'incarico, da svolgersi in ambiti garantiti dalle aziende con soluzioni attualmente più onerose. In sostanza, le aziende potranno decidere di utilizzare le risorse a loro disposizione (non sono previsti finanziamenti ulteriori) per impiegare i medici di continuità assistenziale per servizi diurni. La contrattazione aziendale definirà il compenso orario, che come tetto massimo (14 euro aggiuntivi) potrà quasi raddoppiare la paga base (15 euro).
La categoria attendeva questo accordo – che diventerà operativo a seguito di delibera di giunta – da 17 anni. Ma mai prima ci si era inoltrati in Fvg nello specifico della continuità assistenziale. Lo sottolinea l’assessore alla Salute Riccardi Riccardi nel rilevare l’azione «per risolvere il problema dell'affollamento del pronto soccorso e ridurre i tempi di attesa» e nell’assicurare che non ci saranno oneri aggiuntivi per il bilancio in quanto le aziende sanitarie potranno servirsi degli strumenti contrattuali disciplinati dall’accordo, «avendo riguardo al mantenimento dei livelli essenziali di assistenza e alla migliore offerta economica rispetto ad altre soluzioni organizzative adottate per garantire le medesime attività».
Per la categoria interviene Dino Trento, segretario regionalle Fimmg, che parla di estrema soddisfazione per l’attenzione della Regione e la disponibilità dei medici rappresentati, «sempre in prima linea a favore dei cittadini, a sottoscrivere un nuovo accordo che non prevede reali aumenti salariali». Quello che conta «è la chiarezza su alcuni punti che dagli accordi nazionali risultavano di difficile applicazione, con la possibilità di impiegare ora i medici di continuità assistenziale anche in nuove attività diurne che le aziende potranno eventualmente implementare per migliorare l’assistenza territoriale e i servizi offerti». —
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