La grande fuga dei turisti: «A Grado scese del 95% le prenotazioni pasquali»

Già una decina gli albergatori decisi a posticipare l’apertura degli hotel, a rischio gli ingaggi degli stagionali. Il sindaco: ripensare la promozione sulla clientela locale
Bonaventura Monfalcone-16.08.2014 Ferragosto-Grado-foto di Katia Bonaventura
Bonaventura Monfalcone-16.08.2014 Ferragosto-Grado-foto di Katia Bonaventura

GRADO. L’effetto Covid-19 è drammatico: negli alberghi gradesi un crollo convulso del «95% sulle prenotazioni pasquali». Sospese le gite scolastiche, sparito anche il week-end lungo nel Lunedì dell’Angelo. È la grande fuga dei turisti. E per una striscia di terra che vive grazie al milione e mezzo di presenze nel settore ricettivo l’anticamera di un’estate che potrebbe riservare brutte sorprese. Gli annali registrano fin qui pochissimi precedenti. Per capirsi, a Milano, dove la contrazione degli arrivi è stata tra le più drastiche, il settore denunciava a febbraio un calo del 90%. E non se la cava meglio, in regione, il comparto agrituristico, con disdette dal 40 al 60% dei pernottamenti negli alloggi (dato Coldiretti Fvg).

Questo rischia di essere dunque un colpo durissimo per il comparto dell’Isola. Ma probabilmente non ferale se in corsa, come proposto dall’amministrazione comunale, si ritarerà la promozione puntando di più sul target locale. Mirando cioè ad altri fruitori della spiaggia e delle molte bellezze di Grado. Attualmente, infatti, il Coronavirus tiene lontani dalla laguna austriaci, tedeschi e sloveni. E costringe gli albergatori a posticipare l’apertura delle stanze: già una decina, lo ha comunicato il sindaco Dario Raugna.

E a marzo, stando agli operatori, non ci sono prenotazioni. Non solo: vengono meno anche i primi ingaggi degli operatori stagionali, col rischio concreto che poi i lavoratori a tempo determinato, anche locali, non riescano a maturare i sei mesi di prestazioni contrattualizzate necessarie a percepire la disoccupazione. Insomma, verrebbe meno il paracadute per l’autunno 2020 e l’inverno 2021.

Lo dice a chiare lettere Raugna: «Il dato è drammatico: c’è un calo del 95% sulle prenotazioni pasquali, acuito dalla sospensione delle gite scolastiche da parte di vari istituti. La situazione sta avendo, come prima conseguenza, il ritardo sulle assunzioni degli stagionali, con il serio pericolo che poi, questi lavoratori, non riescano a maturare il diritto alla disoccupazione». «Quindi – riflette – ci troviamo a fronteggiare due ordini di problemi, tra le varie emergenze: il fatto che gli alberghi incamerino meno e la difficoltà degli operatori in attesa di chiamata». Per questo l’amministrazione gradese sta pensando di spostare gli introiti della tassa di soggiorno dagli investimenti alla parte corrente, ricalibrando la promozione turistica.

«Se facciamo il nuovo Parco delle rose non quest’anno, ma il prossimo non cambia nulla», esemplifica Raugna. «Da una disamina della situazione attuale – spiega – è chiaro che dobbiamo cambiare il target del marketing, poiché prevedibilmente ci sarà più movimento a livello locale che prenotazioni dall’estero e dovremo puntare su famiglie italiane e giovani di qui». Il sindaco di Grado evidenzia anche la circostanza che «ci si trova davanti a scenari molto dinamici». «Per esempio se pure la Carinzia dovesse registrare i primi casi di infetti – sostiene – a quel punto per l’austriaco tra il restare blindato in casa e il venire a Grado cambierebbe poco, almeno in termini di possibilità di contagio e la situazione potrebbe mutare, con una crescita di prenotazioni last minute».

Ma si tratta di un’eventualità e Raugna non si sente di essere troppo ottimista: «Gli unici da ascoltare, nel complesso frangente, sono i medici e per loro stiamo appena entrando nella fase esponenziale dell’epidemia. Quindi dobbiamo fare i conti con i numeri di strutture a disposizione». «In Lombardia – conclude – sono stati richiesti 500 posti in Terapia intensiva e la Regione, rastrellando le cliniche private, ne ha reperiti solo 126. Numero implementabile con l’offerta recente dei governatori della Toscana e Campania, che hanno rispettivamente offerto ulteriori 50 e 20 posti». Ma non si arriva a metà del fabbisogno.

Intanto a Lignano c’è ugualmente preoccupazione, a fronte anche di recenti eventi sportivi internazionali cancellati per coronavirus, che hanno portato al mancato arrivo di 300 persone e conseguenti disdette. Per Pasqua, tuttavia, «non è possibile – stando a Martin Manera presidente del Consorzio Lignano Holiday che riunisce il settore alberghi e case vacanza – ancora disporre di dati o tendenze, poiché i flussi turistici sono molto diversi da quelli gradesi, caratterizzati da pernottamenti last minute, solitamente con prenotazioni al massimo nelle due settimane antecedenti la festività, e fondamentalmente legati alle previsioni meteo». 


 

Riproduzione riservata © Il Piccolo