La grande crisi del Burlo: perso il 9% di pazienti

Visite e ricoveri in picchiata dal 2009 al 2014 all'ospedale infantile triestino. Chirurgia plastica e nefrologia “ko” La riduzione non risparmia il day hospital. Bimbi residenti in flessione del 15%
L'ospedale infantile Burlo Garofalo
L'ospedale infantile Burlo Garofalo

Allo sportello del centro prelievi del Burlo, alle nove di mattina, c’è solo una mamma in coda. Poco più in là, in ambulatorio, le tre infermiere in servizio attendono che si faccia avanti qualcuno. «Oggi tutto tranquillo», sorridono. Forse un caso. Al pianterreno dell’ospedale, tre bambini e tre genitori in attesa al Pronto soccorso, nulla a che vedere con il girone infernale di Cattinara. In giardino, tra gli alberi e i giochi per bimbi, il deserto. Forse un caso.

Riavvolgimento del nastro. Fine febbraio, conferenza pubblica nella sede della Cisl, parla il direttore generale Mauro Melato. Lui, in scadenza di mandato, invita a riflettere su tagli ai finanziamenti e trasloco a Cattinara: «Ciò che chiediamo è una maggiore attenzione per il livello di eccellenza. Se le cose dovessero continuare in questo modo si rischia di svuotare la struttura dei suoi contenuti di qualità e professionalità». Sbaglia. Perché non è che «si rischia». È già successo. Via dell’Istria è «già» svuotata di contenuti e professionalità.

I dati e le testimonianze di quei medici che ci mettono l’anima per curare i bambini descrivono una realtà in pieno declino. Pazienti e dottori in fuga, concorsi su misura, assunzioni sospette. Tutto documentato, come vedremo. E questo fa male, perché qui c’è un pezzo di cuore e storia della città: non fosse altro perché molti, moltissimi triestini ci sono nati.

«Tagli sui fondi, a rischio la qualità del Burlo»
Lasorte Trieste 23/02/15 - CISL, Conferenza Ospedale Burlo

I numeri sull’attività, in mano alle direzioni, sono inequivocabili. A fronte di un incremento di accessi al Pronto soccorso, dai 10.936 del 2009 agli 11.206 nel 2014, crollano sia i ricoveri che le prestazioni ambulatoriali. Quest’ultime, innanzitutto: si contano 25.354 visite specialistiche in meno. Dal 2010 al 2014 si passa da 284.054 a 258.700. Un calo del 9%, stando alle proiezioni annuali sui dati effettivi gennaio-giugno. I bimbi stanno improvvisamente bene? La perdita è generalizzata in buona parte delle specialistiche, se si escludono neurologia, riabilitazione, chirurgia, otorinolaringoiatria e pneumologia: -11% cardiologia, -85% chirurgia plastica, -12% radiologia, -14% laboratorio di analisi, -69% nefrologia, -12% oculistica, -50% odontostomatologia, -15% oncologia, -11% ostetricia e ginecologia, -32% psichiatria. Così i ricoveri. Il tasso di occupazione medio giornaliero raggiungeva il 63,3% nel 2010, ora siamo al 59,8%: -3,49%. Qui, davanti a un triste aumento a oncoematologia che sale dal 77,3% al 145,3%, la battuta d’arresto tocca oculistica che perde 12 punti percentuali, odontoiatria 8, ortopedia 3, ostetricia 6,9, pediatria 6 e terapia intensiva 7.

Un quadro che si ripete pure per il day hospital: -4,46%. In chirurgia pediatrica dal 98% del 2010 si è scesi al 65% del 2014. Parliamo di ricoveri brevi, piccoli interventi per i quali evidentemente ci si rivolge sempre meno al Burlo. Se poi si vanno a guardare i numeri assoluti sui ricoveri (da 12.602 del 2010 a 10.882 del 2014, -13,6%), la flessione tocca tanto i pazienti residenti in Fvg (-15%), tanto quelli provenienti da fuori regione (-6,7%). In picchiata oculistica, con il suo -40% per i residenti e -27% sugli “extra Fvg”; ancora ostetricia (-29%, -31%) e pediatria (-29%, -29%). Peggio a odontoiatria-stomatologia, -62,5% e -31%, mentre neuropsichiatria, chirurgia pediatrica e astanteria si mantengono su un calo tra il 20 e il 30%.

Tre primari via dal Burlo “Ripescaggio” per uno
Silvano Trieste 25/02/2013 Ospedale Infantile, Burlo Garofolo

L’ospedale, come del resto tutto il sistema sanitario, è penalizzato anche dalla contrazione di risorse. Dal bilancio del 2013, l’ultimo disponibile, si evince che il Burlo si è visto assegnare un totale di 31 milioni e 608 mila e 545 euro dalla Regione, mentre nel 2012 erano 32 milioni 852 mila e 932. Una riduzione di un milione e 244 mila 387 euro. Più corta pure le coperta ministeriale. Per l’attività di ricerca corrente, in particolare, il fondo è sceso di 400 mila euro: 2 milioni e 649 mila nel 2012, 2milioni e 246 mila nel 2013.

Il Burlo ha smarrito negli anni anche il coordinamento regionale di raccolta del sangue cordonale per il trapianto di cellule staminali, avviato nel 2008. Una funzione di prestigio rimasta sulla carta ma di fatto interrotta e poi passata a Udine. L’intera operazione è avvenuta non solo contro il parere del Consiglio comunale, ma pure del governo, come appare dai documenti che spuntano oggi: «Il trasferimento potrebbe comportare un grave nocumento all’attività scientifica e di ricerca e una perdita della specificità di Irccs», si legge in una lettera del ministero della Salute datata ottobre 2010. Una mossa che invece, all’epoca, compare tra gli obiettivi «di risultato» raggiunti dalla direzione di via dell’Istria. Più che stellette al petto, come risulta dal successivo decreto numero 28 del 2013, aumenti in busta paga per i vertici dell’ospedale.

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