La grande corsa al tattoo nell’ex Pescheria FOTO E VIDEO

TRIESTE Un fiume di inchiostro ha invaso il Salone degli incanti, dove da venerdì 20 novembre il Trieste Tattoo Expo ha aperto le porte agli appassionati dei tatuaggi. Un ronzio continuo ha accolto i visitatori di una manifestazione che, per l’ottavo anno di fila, ha richiamato in città tatuatori e tatuati da tutto il mondo. Il rumore di sottofondo, che ha coperto anche la musica sparata dagli altoparlanti, è stato prodotto dalle centinaia di macchinette elettriche che abitualmente vengono utilizzate per iniettare il pigmento nello strato sottostante l’epidermide.
Oltre 200 tatuatori si sono sistemati negli spazi dell’ex Pescheria, in un trionfo di teschi, fiori, animali e motivi tribali, classici soggetti di questa tecnica di decorazione corporea che ormai è uscita dalla nicchia e che sta riscuotendo sempre più consensi. I professionisti giunti da tutta Italia, ma anche da Singapore, Bulgaria, Slovenia, Austria, Spagna, Bosnia, Croazia, Belgio, Stati Uniti, Nuova Zelanda e Grecia, non sono stati nemmeno un minuto con le mani in mano. Molte persone, infatti, hanno deciso di approfittare di questa rassegna per farsi lasciare sulla pelle un disegno indelebile. Nessuna parte del corpo è stata risparmiata: anche il viso, le mani e il cuoio capelluto sono finiti sotto le abili mani di questi artisti contemporanei.
La diciannovenne Francesca Certo ha raggiunto le Rive per farsi fare un secondo tatuaggio: «I miei non sanno di questo nuovo disegno – racconta la giovane di Cormons - . Ho scelto di farmi fare un teschio messicano sulla nuca per un motivo che è abbastanza personale». Alle sue spalle, particolarmente concentrato, è seduto il tatuatore Abes, dello studio Off the Map di Cervignano del Friuli: «Vivo grazie alla mia passione – spiega senza distogliere lo sguardo dalla ragazza – e ne vado molto fiero».
L’orgoglio è un sentimento che accomuna tatuati e tatuatori. I primi possono ostentare quella che considerano un’opera d’arte, mentre i secondi vedono esaltato il proprio lavoro: «Se mi viene chiesto di disegnare qualcosa che non mi piace o che non mi rappresenta degnamente – spiega Demian Von Dunkelwald, del Tattoo Crew Aviano - decido di non farlo. Non mi farei una buona pubblicità».
La “lotta” con i genitori è una costante per molti ragazzi che scelgono di farsi per la prima volta un tatuaggio. Alcuni se lo fanno e poi decidono di nasconderlo, altri invece scelgono di conquistarlo ingaggiando una battaglia fra le mura domestiche. A Busto Arsizio, non a caso, hanno aperto uno studio dal nome emblematico: “Tua madre ci odia”. Eppure sono sempre di più gli over quaranta che decidono di lasciarsi andare a questa forma di trasgressione. Qualcuno potrebbe dire che la vera trasgressione, al giorno d’oggi, è quella di non avere un tatuaggio, tanto si è diffusa questa passione. Nel dubbio il Trieste Tattoo Expo rimarrà aperto fino alle 23 di domenica 22 novembre.
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