La grande abbuffata di Marchetti e Della Valle
È stata, senza dubbio, una grande storica abbuffata. Un’abbuffata da oltre 100mila euro, spesi per pranzi e cene di lavoro a base di branzini, scampi e grancevole, accompagnati da Prosecco doc. Protagonisti delle libagioni - a spese delle Cooperative operaie - sono stati Livio Marchetti, già presidente esautorato dopo il crac, e l'ex direttore generale Pierpaolo Della Valle.
I loro nomi compaiono in un’informativa della Guardia di finanza riferita al periodo antecedente alla scoperta del "buco". I militari del Gruppo Trieste delle Fiamme Gialle, su ordine dei pm Federico Frezza e Matteo Tripani, i magistrati titolari dell’inchiesta penale, hanno ricostruito le cosiddette spese di rappresentanza sostenute dalle Coop operaie dal dicembre 2010 fino a tutto il 2014. In totale quattro anni. Durante i quali Marchetti e Della Valle non si sono fatti mancare niente quando andavano al ristorante. Questo mentre si stava progressivamente erodendo il patrimonio sociale.
L’ex presidente infatti ha presentato alle Cooperative operaie ricevute per pranzi (pagati con la carta di credito aziendale o anticipati in contanti e successivamente rimborsati) per un importo complessivo di oltre 76mila euro. Tradotto vuol dire che Marchetti ha pagato pranzi per almeno 18mila euro all’anno. In media 1500 euro al mese. Più o meno la paga mensile di un dipendente. Della Valle si è limitato a spendere un terzo del presidente, pari a circa 500 euro ogni mese. I finanzieri hanno spulciato ricevuta dopo ricevuta, individuando anche i locali “più gettonati”. L’Hosteria alle Bandierette, in riva Nazario Sauro, è risultata la preferita da Marchetti.
L’ex presidente sedendosi a uno dei tavoli (assieme ai suoi ospiti) ha consumato pesce per oltre 48mila euro. Sono state emesse ricevute per circa 12mila euro ogni anno: una spesa rilevante. Un'altra meta molto frequentata è stata il ristorante «C’era una volta» di via Giarizzole. Qui l’ex presidente Marchetti ha firmato ricevute per 2mila 300 euro. Infine compare il nome di «Avenue 33», il locale intestato al figlio Stefano per una spesa di oltre 8mila 500 euro. I militari, solamente per le ricevute emesse da «Avenue 33», hanno trovato riportata una descrizione riferita a un incontro dei componenti del Cda con un numero di conviviali significativamente elevato, anche tenendo conto delle dimensioni del locale. Il 30 giugno 2014 avevano mangiato lì in tutto 60 persone. I militari hanno poi accertato che nessuna delle ricevute fiscali risulta essere stata pagata con la carta di credito, ma solo ed esclusivamente in contanti, nonostante gli importi relativi al costo delle “conviviali” fossero stati sicuramente superiori a quelle di altri ristoranti.
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