La giunta vara la riforma dell’industria
La privatizzazione delle Asdi, Ditedi escluso, la sollecitazione alla fusione dei Consorzi, la semplificazione legislativa. Ma anche, a corto raggio, la riduzione dell’Irap a favore delle aziende del Friuli Venezia Giulia che investono in ricerca e sviluppo. In ballo ci sarebbe una decina di milioni. Sono alcuni dei capitoli del corposo disegno di legge “Rilancimpresa Fvg- Riforma delle politiche industriali” approvato ieri dalla giunta, illustrato oggi a Udine dalla presidente Debora Serracchiani e dal suo vice Sergio Bolzonello in conferenza stampa.
Il disegno di legge
A poco meno di un anno dal primo annuncio, il governo regionale concretizza l’operazione. Con un cambio di rotta dal punto di vista formale: anziché due disegni di legge, la giunta ne costruisce uno solo, formato da 86 articoli, diviso tra la parte di riorganizzazione di Consorzi e Distretti e quella contenente le linee di sviluppo e d'intervento rese possibili anche dai Fondi strutturali comunitari (in ballo ci sono circa 260 milioni).
Taglio Irap
Si tratta tra l’altro delle misure per l'attrazione di nuovi investimenti (marketing territoriale, semplificazioni delle procedure per l'insediamento) e delle possibili azioni di sostegno per lo sviluppo del sistema produttivo regionale, l'innovazione, la riconversione produttiva, il supporto alle situazioni di crisi. Non manca l’incentivo fiscale che riduce l’Irap alle imprese più moderne con una posta di circa 10 milioni aggiuntivi ai 17 già allocati in Finanziaria per un primo sostegno alla legge.
Asdi privati
Quanto a Consorzi e Distretti, mentre per i primi si punta a creare contenitori più snelli e meno politicizzati (entro 6 mesi i consigli di amministrazione dovranno deliberare le procedure di accorpamento), è confermata l’intenzione di superare la presenza pubblica nelle Agenzie per lo sviluppo dei distretti industriali, dato che la Regione intende vederle operare come soggetto privato.
Filiere
La riforma considera inoltre un limite la delimitazione territoriale dei distretti che devono poter emergere al di fuori della propria specializzazione produttiva. Il biomedicale triestino, per esempio, potrà svilupparsi anche nel Pordenonese e l’agroalimentare sbarcare a Trieste in un’ottica di creazione di nuove filiere produttive. E proprio le filiere, riforma alla mano, godranno di una priorità nei finanziamenti: la Regione intende sostenerle attraverso l’adozione di bandi di finanziamento ad hoc a patto che raggruppino un minimo di cinque imprese.
Semplificazioni
Infine, la nuova norma prevede numerose misure di semplificazione, proponendo modifiche alle vigenti leggi regionali 7 del 2000 e 12 del 2002.
Nomine
Dopo quelle del giorno prima, la giunta procede a ulteriori nomine a Palazzo. Alla funzione pubblica viene confermata, ma solo fino al 31 dicembre 2015, Antonella Manca. Nuovo contratto anche per il direttore generale dell’Ersa Paolo Stefanelli. Dal primo gennaio c’è invece una novità alla direzione Ufficio stampa e Comunicazione: Antonina Rostagno sostituisce Edoardo Boschin che diventa direttore di staff della funzione pubblica. Conferme infine per Giorgio Adami, direttore del servizio demanio e consulenza tecnica, e per Patrizia Petullà al servizio tributi programmazione comunitaria.
Caso Berlasso
Resta il mistero su Guglielmo Berlasso, il superpagato direttore della Protezione civile. Lui non commenta, la giunta nemmeno. Pare però che, dopo 13 anni, il momento del cambio della guardia sia davvero arrivato.
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