La giunta regionale ripensa il bonus antipovertà: sostegno agli esclusi dal reddito grillino
Riccardi annuncia il possibile ritorno di una Mia modificata. Ma prima si studieranno gli effetti della misura nazionale

Silvano Trieste 2019-05-11 Units, Convegno Cisl
TRIESTE Torna il bonus anti-povertà per chi rimane escluso dal reddito di cittadinanza. La Regione si dà tempo fino a settembre per valutare l’impatto del contributo economico voluto a livello nazionale dal M5s e riprogrammare di conseguenza gli interventi di contrasto alla povertà in Fvg, al momento sospesi.
Tali intenzioni sono state espresse ieri da Riccardo Riccardi, vicepresidente della Regione con delega alle Politiche sociali, intervenuto al convegno della Cisl sulla “povertà 4.0”. Per Riccardi, una «eventuale nuova misura regionale nella lotta all’indigenza» andrebbe ottenuta rivedendo «alcune caratteristiche della Misura attiva di sostegno al reddito (Mia) introdotta nella precedente legislatura». Secondo il vicepresidente: «La riflessione sulle politiche regionali non potrà concludersi prima di conoscere la reale risposta dei cittadini al reddito di cittadinanza».
Riccardi ha fornito alcuni spunti per l’eventuale revisione della Mia: «Possiamo immaginare forme di protezione sociale diverse dal sostegno al reddito e legate alle politiche abitative. Tra 2015 e 2018, l’80% delle domande Mia erano dedicate alla casa. Le integrazioni al reddito di cittadinanza, poi, si riferiranno solo all’assenza di lavoro o anche alla povertà strutturale? Una percentuale significativa di coloro che richiedono simili misure, ad esempio, ha un’occupazione a tempo determinato».
Tra gli aspetti al vaglio della giunta c’è inoltre il «rapporto tra i beneficiari italiani e stranieri», considerato fortemente sbilanciato verso i secondi in base al fatto che alla Mia hanno avuto accesso il 29,4% di «nuclei composti da soli stranieri». A fornire il dato è la Regione.
Intervistato a margine, Riccardi ha chiarito che «fino a settembre monitoreremo la situazione, per vedere cosa succede. Una volta misurati i numeri del reddito di cittadinanza, potremo capire se è necessario affiancargli una misura integrativa e, se sì, con quali caratteristiche. I diritti della Mia, però, rimangono: questi decadono nella misura in cui non c’è accesso al reddito di cittadinanza».
In questo momento, come accennato sopra e illustrato nel dettaglio sul sito della Regione, Mia e Mia bis sono in “standby”. Le sospensioni decorrono dalla mensilità di maggio nel caso della Mia bis e, nel caso della Mia, dalla rata riferita al bimestre maggio-giugno. Eventuali erogazioni ancora spettanti dopo tali date saranno riattivate per i soli beneficiari che, entro il 30 settembre, presenteranno domanda per il reddito di cittadinanza e ne saranno esclusi. Meglio andare al Caf, dunque.
Al convegno era presente la deputata Pd
Debora Serracchiani
, che ha sottolineato come sia fuorviante l’equazione tra povertà e disoccupazione: «La povertà può essere determinata anche da problemi fisici, familiari e così via. Il presupposto della Mia (istituita da Serracchiani nel 2015,
ndr
) è che ci sia un patto tra persone e istituzioni. Il reddito di cittadinanza è diverso, una via di mezzo tra politica attiva del lavoro e contrasto alla povertà. Inoltre per creare la Mia abbiamo studiato un anno e mezzo, non un mese e mezzo: simili interventi vanno ponderati».
Tra gli altri è intervenuto anche il segretario generale Cisl Fvg
Alberto Monticco
: «Servono interventi strutturali, attraverso una riforma del sistema sociale della regione. Il reddito di cittadinanza non è sufficiente: manca tutta la parte relativa ai servizi di accompagnamento alla persona». —
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