La giunta mette "a dieta" le partecipate regionali
Si parte da risparmi per 2,7 milioni nel triennio. Ma è solo il pesce piccolo dell’operazione di razionalizzazione delle partecipazioni regionali presentata ieri in Regione a Udine dalla presidente Serracchiani e dall’assessore alle Finanze Francesco Peroni. All’intervento già avviato sulle controllate dirette (17, di cui 7 in via di liquidazione), seguirà entro un anno quello ben più corposo sulle 47 partecipate indirette, un sottobosco di poltrone e indennità che, una volta sfoltito, porterà risparmi ben più ampi.
L’azione è a due fasi, nel rispetto della legge di Stabilità. Serracchiani preferisce parlare di «razionalizzazione» anziché di «pulizia». E Peroni invita a non abusare del termine «carrozzoni». Ma il Piano di razionalizzazione, consegnato la scorsa settimana alla sezione di controllo Fvg della Corte dei conti, interviene in maniera decisa sulle società di cui la Regione è socio diretto, ma in prospettiva lo farà ancora di più sulle società su cui l’amministrazione non ha potestà giuridica immediata, ma che dovranno comunque calare gli stessi criteri sulle proprie partecipate.
In agenda ci sono 64 società, comunicano Serracchiani e Peroni con il supporto tecnico del direttore del Servizio partecipazioni Pierpaolo Martina. Le dirette sono 17 (e produrranno appunto 2,7 milioni di risparmi dal 2015 al 2017 attraverso liquidazioni e tagli a cda e collegi sindacali (20% in meno rispetto ai costi 2013). Le indirette sono 47. Saranno tutte sottoposte a “radiografia” sulla base di 11 criteri finalizzati a riduzione, semplificazione, contenimento delle spesa.
«Un insieme di parametri – fa sapere l’assessore – attraverso cui perseguire l’input governativo, piano Cottarelli compreso, della contrazione della presenza della mano pubblica nelle partecipate». L’ultimo dettato è quello della Stabilità 2015 ma, sottolinea Serracchiani, «mentre altre Regioni chiederanno probabilmente una proroga, noi non ne abbiamo bisogno dato che il lavoro va avanti da quando ci siamo insediati». Il riferimento è alla messa in liquidazione di Agemont, Ares, Gestione Immobili e Fiera Trieste, cui si aggiungeranno Banca Etica, Legno Servizi e pure Finanziaria Mc, la “scatola” attraverso cui la Regione gestisce le azioni di Mediocredito Fvg.
Nei prossimi mesi la Corte dei conti verificherà l’attuazione delle azioni sulle partecipazioni dirette (1.394 dipendenti, 44 amministratori), con particolare attenzione sui minori costi/risparmi conseguiti. Si va dagli spiccioli dell’alienazione quote di Legno Servizi (231,10 euro) al consistente milione e mezzo risparmiato su Gestione Immobili. Ma ci sono anche decurtazioni ai cda di Fvg Strade, Aeroporto Fvg, Insiel, in alcuni casi già effettuati. La seconda fase riguarderà le partecipazioni indirette.
Si va da Mediocredito ad Autovie Venete, da Finest all’Ersa, da Turismo Fvg a Carnia Welcome. Saranno le stesse partecipate entro il 31 marzo 2016, questa l’indicazione della Regione agli organi sociali, a dover calare su se stesse gli 11 criteri del Piano. E il risultato sarà portato nuovamente all’attenzione della Corte dei conti. Di qui il rilievo di Serracchiani su un Piano che è «un’ottima opportunità per fare fronte agli impegni che ci siamo presi quando ci siamo candidati». L’invito è dunque a «fare un piccolo sforzo e arrivare al compimento di un’operazione di razionalizzazione che ci chiede il Paese».
Si parte da 47 partecipate indirette, quante ne spariranno? E quanti altri risparmi ci saranno? Previsione impossibile al momento, chiarisce Peroni respingendo però le critiche generalizzate a un sistema in utile nel 48%, in pareggio nell’8% dei casi, con 27 bilanci (44%) in perdita nell’ultimo esercizio. «Siamo davanti a un patrimonio - precisa - che ha diverse manifestazioni, qualità di risultati, soglie di prospettiva nel tempo».
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