La giunta Fvg dimezza le poltrone delle Ater

TRIESTE. Le Ater come le Aziende sanitarie. Guidate dai direttori generali, non più da amministratori unici e direttori. Di fatto un dimezzamento dei vertici, da 10 a 5 poltrone. La novità è contenuta nella riforma della casa (domani in commissione Cal, dopodomani in giunta), illustrata ieri da Mariagrazia Santoro prima alla commissione regionale per le politiche socio-abitative, poi ai sindacati. L'esecutivo regionale, giugno scorso, ha prorogato gli amministratori unici (introdotti con la legge 20/2013) – Massimo Mentil (Alto Friuli), Angela Caldarera (Gorizia), Monica Pase (Pordenone), Raffaele Leo (Trieste) e Luciano Aita (Udine) – fino al 31 ottobre. Aita, unica differenza dai colleghi, in quiescenza a partire da inizio luglio, non ha percepito da allora alcun compenso.
Un percorso iniziato con la 20 che ha rivoluzionato la governance delle 5 Ater Fvg con il passaggio da 10 consiglieri di amministrazione a 5 e da 5 collegi dei revisori a uno unico. Una razionalizzazione che ha comportato un risparmio immediato di 160mila euro all’anno, oltre all’introduzione del tetto massimo per il compenso dei direttori, equiparato a quello dei direttori centrali regionali, e l'utilizzo di risorse interne per quei ruoli che ha portato un ulteriore risparmio di 500mila euro all’anno. La giunta procede ora a un’ulteriore sforbiciata.
Con la nuova legge sulla casa, in approvazione entro l’anno, spariranno gli amministratori unici e verranno incaricati 5 direttori generali, proprio come accade negli enti della sanità. «E proprio come in sanità – chiarisce l’assessore – l’organizzazione avverrà tramite un sistema unico a livello regionale». Nel rispetto del Piano di convergenza «che mette in pratica tutte le sinergie e le omogeneizzazioni possibili tra le 5 Ater della regione, che ha già consentito risparmi per un milione di euro nel corso del 2015». Gli attuali direttori saranno "trasformati" in dg? «Lo saranno nel periodo transitorio dopo fine ottobre – spiega ancora Santoro –, dopo di che ci sarà una selezione secondo i criteri professionali previsti dalla legge». Novità per l’utenza? Canoni più equilibrati sul territorio? «Ci lavoreremo a livello di regolamentazione. Stiamo già lavorando con le Ater per valutare l’impatto del nuovo Isee sulle tariffe».
A Crpsa e organizzazioni sindacali la riforma è stata illustrata ieri anche su altri capitoli. Particolarmente apprezzato, fa sapere Orietta Olivo (Cgil), la costituzione del Fondo unico regionale per l'edilizia residenziale, un “contenitore” che aggrega le risorse destinate a sostenere le varie azioni previste dalle politiche regionali e che consentirà la ripartizione annuale dei fondi tra le diverse tipologie di azione sulla base del Piano annuale, espressione della programmazione triennale, orientando gli interventi della Regione verso gli obiettivi che di anno in anno emergeranno dal quadro complessivo della situazione abitativa Fvg. Nella stesura di quei piani, triennale e annuale, il sindacato ha chiesto di essere parte determinante.
Santoro ha informato pure della nascita dello “sportello casa”, incardinato nelle Unioni territoriali intercomunali «quale strumento deputato a svolgere le funzioni di raccordo fra la domanda e l’offerta abitativa». Sempre nelle Uti, verranno istituiti 18 tavoli territoriali «realtà operative di supporto al Crpsa – precisa ancora l’assessore – che potranno rappresentare le istanze dei territori proprio perché la nostra regione è disomogenea e necessita di una declinazione delle politiche abitative ravvicinata al territorio». Al via del percorso consultivo l’impressione è di «un riscontro positivo del grande impegno profuso in un anno e mezzo di lavoro, durante il quale sono state raccolte le istanze emerse nella fase propedeutica tra i tanti portatori d'interesse che hanno fornito un fondamentale contributo sia all’apparato conoscitivo sia normativo».
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