La giunta Fvg allarga gli spazi per la raccolta di molluschi
TRIESTE. Le vongole in laguna. Le cozze nel mare triestino. Ma anche “peverasse” e fasolari. Molluschi bivalvi, precisano gli esperti. La Regione Friuli Venezia Giulia, unite le forze delle direzioni Agricoltura e Sanità, allarga gli spazi per allevamento e pesca libera: 125,55 ettari in più a Marano, 100 in più e Grado, altri 360 nel mare di Trieste. Totale: 585. Una buona notizia per un comparto che incassa nelle stesse ore, lo annuncia Paolo Panontin ringraziando il collega Cristiano Shaurli per la trattativa, il raddoppio delle risorse comunitarie, da 4,8 a quasi 9 milioni di euro, a valere sul Feamp, il fondo per la politica marittima e della pesca Ue 2014-2020.
A Udine, in conferenza stampa, l'assessore riassume il risultato di un'operazione di monitoraggio sulla molluschicoltura e la pesca dei mitili. Un'azione che ha visto due direzioni regionali in campo per verificare lo stato delle acqua, dei molluschi, dei sedimenti. Un'operazione che, su richiesta delle autorità sanitarie, va realizzata ogni tre anni, secondo il dettato dei regolamenti Ue, con la finalità di zonare il territorio. Punto di riferimento è la delibera di giunta dello scorso 22 dicembre che contiene le linee guida per la sorveglianza periodica nelle zone di raccolta, produzione e tabulazione dei molluschi bivalvi in Fvg. Con la premessa di tre zonizzazioni possibili - la A per i prodotti destinati al consumo, la B per quelli da sottoporre a depurazione, la C per quelli destinati a un allevamento di lunga durata -, l'amministrazione, alla luce dei report sanitari, ha deciso di aumentare gli spazi per la coltura delle vongole in laguna e quelli per la pesca in mare a Duino Aurisina e a Muggia.
Il primo provvedimento, confermano gli addetti ai lavori, darà risposta a una quindicina di richieste di imprese del settore (ne operano circa 140 a Marano e Grado) che necessitavano di nuove concessioni per sviluppare la loro attività. Il via libera conseguenza dei risultati di analisi, in collaborazione con Arpa, lunghe un anno, fa sapere il direttore del servizio Sanità pubblica veterinaria Manlio Palei, consegna agli operatori ettari di zona B, quelli che impongono, dopo la raccolta, la depurazione. I 125,55 di Marano, ora messi a bando, si inseriscono in un'area che contava fino a qualche mese fa 656 ettari già concessi, di cui però la cooperativa pescatori San Vito ne ha stornati 135 al Comune causa improduttività. Ancora Palei sottolinea il fatto che il Fvg «è la prima Regione in Italia che riesce a condividere una dichiarazione di intenti tra operatori e autorità di controllo, utile a dare all'utente il messaggio forte della sicurezza alimentare».
È proprio grazie alle aziende, che si sono rese disponibili a prelievi settimanali, pure quando non obbligatori, evidenzia anche l'assessore Panontin, che è stato possibile monitorare gli allevamenti e garantire tracciabilità e sicurezza al prodotto. Un passaggio tanto più importante, in particolare per la collocazione sul mercato della grande distribuzione, dopo gli effetti negativi sulla molluschicoltura regionale di un'indagine estesa fino a Trieste, a firma del procuratore aggiunto di Torino Raffaele Guariniello, per un'intossicazione da cozze in Piemonte, Valle d'Aosta e Liguria nel 2010.
In mare, a Trieste, non ci sono invece state richieste di ulteriore zonizzazione. Ma, sempre a seguito di analisi evidentemente confortanti, si sono resi disponibili altri 360 ettari di zona A, quella dove si possono pescare molluschi da poter vendere poi direttamente. Anche in questo caso, sottolinea il direttore regionale Risorse agricole Francesco Miniussi, l’obiettivo «è dare garanzie al consumatore». Ma non manca lo scopo promozionale delle produzioni locali. Da qualche mese, dopo asparago bianco, trota iridea e salmerino, carne suina, latte crudo vaccino e derivati e patate, anche cozze e vongole possono fregiarsi del marchio regionale "Aqua".
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