La “giungla” nella cassetta delle lettere
Un processo di liberalizzazione iniziato una decina d'anni fa. E che poi, attraverso una serie di step, è andato via via a smantellare il monopolio di Poste Italiane. Stiamo parlando delle agenzie private di recapito postale sul territorio. O, come recita la definizione attuale, “operatori postali licenziatari”. Negli ultimi anni si sono sviluppate una serie di agenzie di servizi che si occupano della spedizione e del recapito della corrispondenza, sia per soggetti privati, che per conto di aziende o enti. Attualmente a Trieste operano una decina di agenzie di questo tipo: una serie di “competitori privati” che svolgono l'attività postale e di corriere, senza però avere l'obbligo del servizio universale, che rimane esclusiva di Poste Italiane. Un processo di liberalizzazione che se da un lato ha ampliato il mercato, aumentando la concorrenza, dall'altro ha provocato una sorta di disorientamento per il cittadino, che adesso nella propria cassetta della posta si ritrova tipi diversi di corrispondenza, recapitata da altrettanti operatori che, in caso di mancata consegna, devono essere contattati nelle rispettive agenzie, con tutti i disagi del caso. Una sorta di “giungla” nella quale non è facile districarsi.
«Il nostro servizio è alternativo, ma diverso da quello di Poste Italiane», spiega Manuela Straulino, titolare dell'agenzia Mail Boxes Etc di via San Francesco, che conta su 800 punti in Italia, due dei quali a Trieste. «Noi lavoriamo con i principali corrieri e ci occupiamo della spedizione di documenti e pacchi in tutto il mondo - prosegue -, ma non della posta massiva, oltre a offrire una serie di servizi aggiuntivi, come la casella di domiciliazione per un indirizzo di posta alternativa. Le liberalizzazioni hanno certamente fatto bene al mercato, ma c'è un rovescio della medaglia: il cittadino, a causa della poca informazione, è spaesato e non sa più cosa trova nella cassetta della posta. Bisogna distinguere tra servizi professionali e improvvisazione».
Opinione diversa per Silvio Rainis, amministratore dell'agenzia Speedy Post di Trieste, uno dei 200 partner sul territorio nazionale di Nexive. «Il nostro è un servizio in città che riguarda la consegna a privati della corrispondenza chiusa di qualsiasi tipo. Operiamo quasi esclusivamente con aziende, proprio per una questione di quantità di posta recapitata. Non direi che il cittadino sia disorientato, anzi mi sembra sufficientemente informato. Tutti quelli che operano in questa attività devono per forza essere in possesso di una licenza rilasciata dal Ministero per lo Sviluppo Economico, che abilita all'esercizio di questa professione nel rispetto delle regole generali: questo significa che non ci può essere improvvisazione nel settore, ma al contrario solo una maggiore possibilità di scelta per il cittadino».
Ci sono anche agenzie sorte di recente: è il caso di PostAmm, servizio di posta privata, nato nel 2013 dalla costola della società Softime. «Lavoriamo principalmente con amministrazioni stabili, ma anche con aziende e liberi professionisti», fanno sapere dalla sede di via Giotto. «Il processo di liberalizzazione ha portato ad un servizio più rapido e diretto, che semplifica la vita ai clienti. In alcuni casi ci possono essere dei lievi ritardi nella consegna della posta dovuti alla mole di lavoro, ma la nostra clientela risulta soddisfatta del servizio ed è in continua crescita».
Rimane il fatto che, sul fronte del servizio di consegna della corrispondenza, si sono spesso registrati dei disservizi, come il mancato o ritardato recapito postale, dove a rimetterci alla fine sono gli stessi utenti. Ne sanno qualcosa le organizzazioni di tutela dei consumatori. «Siamo di fronte ad un problema molto grave che arriva da lontano - spiega Luisa Nemez, presidente Otc -. Già prima della liberalizzazione del servizio postale le cose non funzionavano al meglio, ma adesso la situazione è peggiorata. Un servizio che non è sempre attento alla qualità e che costringe il cittadino a perdite di tempo, oltre a provocare addirittura dei danni economici, come nel caso del mancato o ritardato recapito dei bollettini delle utenze. Tocchiamo con mano ogni giorno la rabbia degli utenti di fronte ad un servizio che non sempre è espletato in modo corretto». E Antonio Ferronato, Adoc Consumatori, rincara: «Non ho mai visto una liberalizzazione che abbia portato qualcosa di buono a favore dei consumatori» - taglia corto -. «Ormai il cittadino è stremato e depresso e non ha più nemmeno la forza di reagire di fronte a queste situazioni».
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