La Git di Grado non firma la concessione. Da gennaio la spiaggia è libera
GRADO Dal primo gennaio la spiaggia Git di Grado sarà libera. E rischia di esserlo anche all’avvio della bella stagione se non interverrà un chiarimento sulla normativa della durata delle concessioni rilasciate dal Comune di Grado. Ciò comporterebbe pesanti conseguenze anche sul piano occupazionale.
La Git infatti non ha firmato l’estensione delle concessioni degli stabilimenti balneari. Il Comune, mantenendo la promessa, ha pubblicate le prime determine e fatto pervenire ai concessionari la bozza di contratto per l’estensione delle concessioni degli stabilimenti balneari fino al 2033. La Git non ha firmato, né intende farlo a breve, perché la confusa normativa in atto prevede che in qualsiasi momento la concessione possa venir revocata da un giorno all’altro senza alcun preavviso. E non è previsto nemmeno un eventuale rimborso. In poche parole sono i concessionari che se lo desiderano possono rischiare sperando che nulla accada. È evidente che in questa incertezza difficilmente i concessionari effettueranno interventi di qualsiasi genere. Fino a questo momento sull’albo pretorio del Comune sono inserite tre proposte di rinnovo della concessione: della Git, della Società Sister di Pineta delle sorelle Grillo, della società Fratelli Troian dello stabilimento Piper della Costa Azzurra.
L’articolo del contratto che mette con le spalle al muro i concessionari per manlevare il Comune da tutto è il numero 6. La concessione più rilevante è ovviamente quella della spiaggia principale gestita dalla Git che conta complessivamente quasi 104 mila metri quadrati e che annualmente paga, dal 2013 in poi un canone di oltre 137 mila euro aggiornato di anno in anno in base all’indice Istat.
Parola all’amministratore unico della Git, Alessandro Lovato. «La situazione era e resta complessa anche dopo questo documento; lo si evidenzia il punto 6, dove per autotutela, il Comune inserisce una clausola che rende l’atto immediatamente nullo nel caso di diverso indirizzo giuridico. Di fatto passa il problema al concessionario, in sostanza “ti do questo campo da coltivare, ma posso togliertelo in qualsiasi momento senza preavviso”. Chiaro che prima di firmare chiederemo un adeguato parere legale e presumo un passaggio assembleare. Per continuare la metafora del campo, quale contadino coltiverebbe e seminerebbe non sapendo se poi può mietere?».
Secondo Lovato dunque prima di firmare dovranno valutare il tutto gli avvocati ma soprattutto saranno i soci della Git, con in testa la Regione, a dover esprimersi. La Regione l’azionista di gran lunga (oltre l’86 per cento) di maggioranza della Git. «Tra leggi europee, nazionali e regionali – prosegue ancora Lovato – ci siamo, dispiace dirlo, all’italiana insabbiati. Investiamo più energie ad addossare colpe che a cercare soluzioni. Continuiamo a dirci “andrà tutto bene” e ne sono convinto. Ma occorre presto un vaccino che ci torni a far concretamente dialogare e pensare a soluzioni percorribili». —
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Riproduzione riservata © Il Piccolo