La gattara “psyco” che terrorizza via Commerciale. Interviene il gip
TRIESTE Prima gli avanzi di cibo lanciati sulle finestre e sulle porte delle case, che attiravano colombi, gabbiani e cinghiali. Poi il micio avvelenato, avvolto in un sacchetto di nylon e appeso su una siepe. È intervenuto addirittura un giudice del tribunale di Trieste per fermare la “gattara-psyco”, una quarantottenne che ha terrorizzato il vicinato di Scala dell’Erica, nei pressi di via Commerciale, con mesi e mesi di angherie horror-trash.
La donna, stando a quanto disposto dal magistrato, ora dovrà stare alla larga dalla zona. La vicenda, in effetti, stava sfuggendo di mano e rischiava tragici epiloghi.
Tutto è cominciato nell’aprile dell’anno scorso. La gattara aveva ingaggiato una vera e propria guerra di vicinato, finita a minacce e intimidazioni. Il motivo?Tra i residenti di Scala dell’Erica e dintorni questo amore spinto per i randagi, che la donna rifocillava ogni giorno, non era particolarmente gradito. E glielo devono aver fatto notare: abbandonare alimenti per strada, tanto più in estate, provoca puzza e avvicina topi e insetti.
Ma la gattara non voleva saperne. Era sempre lì, ogni santo giorno, per nutrire i suoi micetti con borse cariche di scatolette, pezzi di carne, resti di pesce e cartoni di latte. I dispettucci della donna, nei confronti dei condomini che mal sopportavano tutto ciò, si sono presto palesati.
La quarantottenne se l’è presa in particolare con due famiglie. Ha iniziato a gettare cibo e interi contenitori nelle loro proprietà e nelle stradine attigue. Carne, pesce e quant’altro finivano anche sui muri delle case, imbrattando porte e finestre. Possiamo immaginare la conseguenza: gabbiani, colombi e corvi che si fiondano famelici sugli edifici. O i cinghiali, che non aspettano altro per avvicinarsi ai centri abitati: nelle parti più alte di via Commerciale, così come in altri rioni della città, questo è un vero problema.
I residenti, tentando di tenere alla larga almeno i topi, hanno derattizzato la via per due volte.
Ma la “gattara psyco” non si è fermata. Si sentiva odiata e perseguitata. E per controllare i movimenti dei vicini e le loro abitudini - sospettando chissà quali trame - ha addirittura installato una telecamera sul giardino di una famiglia. Quando vedeva uscire di casa marito e moglie, si fiondava di corsa fuori per sorprenderli. E insultarli. Tanto più quando le persone si recavano all’esterno per pulire la via dal lerciume lasciato dalla quarantottenne. «Andé in m... - urlava lei in dialetto - cossa scové che tanto non servi niente. Non gavé de meio de far! Fanc... mer...che i cocai ve caghi e pisi in testa». E poi giù urla e parolacce a non finire.
La gattara talvolta si appostava con la pompa dell’acqua per bagnare gli ingressi, altre volte parcheggiava l’automobile in mezzo alla strada per non lasciar passare nessuno. Dispetti che la donna riservava anche ai non residenti, compreso chi si recava in zona per far visita ai parenti.
Comportamenti che hanno sfibrato tutti. Vivere là era diventato impossibile, tanto che una famiglia a un certo punto ha pensato di mettere in vendita la casa. Cosa ha fatto la gattara molesta? Ha cominciato a prendersela con gli agenti immobiliari e i possibili acquirenti. Proprio per ostacolare tutto. La donna si è presa la briga pure di scrivere all’agenzia per far togliere l’annuncio di vendita.
Ma in Scala dell’Erica è stato un crescendo: la donna, non contenta di tutte le angherie già messe a segno, è andata alla carica appendendo sui cancelli lettere minatorie.
I residenti, ormai stremati, hanno iniziato a documentare tutto, fotografando e filmando le finestre e le porte imbrattate dagli avanzi di cibo e conservando le lettere. Man mano passava il tempo si è scoperto che la quarantottenne si era comportata allo stesso modo pure con altri vicini.
Ma dopo le lettere, la gattara è passata agli sms, bombardando le utenze telefoniche delle vittime con raffiche di messaggi.
L’ultimo episodio risale a metà luglio: la donna ha infilato un gatto morto in un sacchetto, per poi appenderlo sulla siepe di uno dei giardini dei vicini, accompagnato da un biglietto. «...tieni i tuoi gatti al sicuro».
La “gattara psyco” è ora accusata di stalking. Sul caso ha indagato la Procura; è di questi giorni, invece, il provvedimento del gip Luigi Dainotti, che dispone per la donna l’obbligo di allontanamento dall’abitazione di Strada dell’Erica. E di non avvicinarsi più alle famiglie che ha preso di mira tormentandole per mesi. Ma con una postilla: alla gattara è concesso almeno di stare con i mici di casa sua ogni mattina per due ore al giorno. —
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