La gara per Cattinara rischia di slittare

L’Azienda ospedaliero universitaria attende il parere dell’Antitrust sulla “garanzia globale”. La decisione a giorni
L'ospedale di Cattinara
L'ospedale di Cattinara

La scadenza della gara per la progettazione e la riqualificazione dell’ospedale di Cattinara (inclusa la nuova sede del Burlo Garofolo), fissata al 31 marzo, va verso uno slittamento. La decisione verrà presa in questi giorni dall’Azienda ospedaliero universitaria, la quale attende dall’Autorità anticorruzione un parere sull’applicazione di una norma che sta creando grossi problemi, in tutta Italia, alle gare per le grandi opere.

Il “nodo”, che sembra inestricabile, si chiama “garanzia globale di esecuzione” e riguarda vari tipi di appalto, fra cui le opere pubbliche superiori a 75 milioni (il costo per Cattinara è di 120 milioni). La norma, in vigore dal giugno 2014, prevede che l’impresa vincitrice della gara fornisca, tra le varie documentazioni, la garanzia di completare l’opera attraverso una fidejussione, emessa da banche o compagnie di assicurazione, con cui queste ultime si impegnano, in caso di difficoltà dell’impresa a proseguire i lavori, a trovarne una nuova, alle stesse condizioni previste dal contratto orignario. In alternativa alla fidejussione, l’impresa aggiudicataria deve avere un patrimonio netto superiore ai 500 milioni.

Condizioni, queste, che rendono impossibile la partecipazione alle gare delle piccole e medie aziende, anche se riunite in un’associazione temporanea, bloccando in sostanza il mercato degli appalti e riducendo le possibilità di lavoro per migliaia di ditte.

Per evitare che la partecipazione di qualche azienda, alla gara per Cattinara, possa poi risultare non valida, l’Azienda ospedaliero universitaria sta dunque pensando di far slittare la scadenza. In sostanza, se le questioni aperte non verranno chiarite in questi giorni, la data di presentazione delle offerte verrà “congelata” e la gara sarà riaperta quando risulterà chiaro come applicare le norme sulla garanzia globale (con eventuale integrazione del bandi di gara).

Sempre secondo l’Azienda ospedaliero universitaria, la nuova scadenza per le offerte verrà fissata qualche settimana dopo la riapertura dei termini, periodo che a livello di ipotesi potrebbe essere la fine di aprile.

Il problema, come detto, riguarda tutta Italia. E nella nostra regione potrebbe interessare altre grandi opere, fra cui la terza corsia dell’A4 e il futuro ospedale di Pordenone.

Il pressing sul governo, in atto da tempo, per far sì che la norma venga modificata, è divenuto più intenso nelle ultime settimane, a vali livelli e su fronti diversi.

Massimiliano Fedriga, capogruppo alla Camera della Lega Nord, nei giorni scorsi ha rivolto un’interrogazione al ministro delle Infrastrutture e dei trasporti, in cui osserva che «viene di fatto compromessa la libera concorrenza, in quanto le banche, le compagnie assicuratrici e gli intermediari finanziari non si rendono disponbili a stipulare la garanzia globale e lasciano sostanzialmente mani libere alle due o tre grandi aziende dotate di un capitale sufficiente a rispettare i limiti imposti dalla legge».

Insolitamente rapida, ma anche telegrafica, la risposta del dicastero, fornita giovedì scorso in sede di Commissione ambiente e lavori pubblici. Il ministero ha così annunciato di «intervenire sulla problematica anche con un provvedimento d’urgenza», il che significa un decreto legge, la cui tempistica non è stata però precisata.

In pressing sul governo, da tempo, anche i costruttori. Una settimana fa il presidente nazionale dell’Ance, Paolo Buzzetti, ha scritto al sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Graziano Delrio, proponendo un emendamento alla norma e mettendo in luce le «forti difficoltà a carico delle imprese, connesse principalmente all’impossibilità del mercato assicurativo di fornire la garanzia».

Il presidente regionale dell’Ance, Valerio Pontarolo, ha intanto contattato la presidente della Regione, Debora Serracchiani. «Mi ha assicurato che fara tutto il possibile - spiega Pontarolo -. Può darsi che nella fase di “interim”, dopo le dimissioni del minstro Lupi, si riesca a trovare la strada attraverso la quale modificare le norma».

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