La “gaffe” sull’Islam del consigliere leghista

TRIESTE. Fabio Tuiach ci ricasca. La smania social, stavolta, lo porta ad accostare pericolosamente la religione musulmana alla pedofilia. Il consigliere comunale triestino che riveste il ruolo di vicecapogruppo della Lega nord, mercoledì sera, ha pubblicato su Facebook un articolo online de “Il Giornale” sulle affermazioni di un imam che avrebbe esortato il governo danese ad accettare le spose bambine «perché tale pratica è nella cultura dei migranti». Questo, almeno, quanto riportato dal quotidiano. Tuiach ha accompagnato il post con un’espressione che non dà molto spazio alle interpretazioni. Nel suo mirino è finito direttamente Maometto con parole blasfeme.
Qui sotto il post blasfemo:
Il post non è passato inosservato visto che Tuiach rappresenta uno dei partiti di maggioranza alla guida del Comune di Trieste. Sul suo profilo si è aperto un dibattito e il pugile eletto a Palazzo ha chiarito il suo pensiero in un commento: «Maometto a 54 anni prese in moglie Aisha di 6 ma siccome era un bravo profeta aspettò ben tre anni prima di violentarla. La loro cultura con la nostra non potrà mai andare d’accordo ma i comunisti odiano così tanto la nostra società che se la fanno piacere». Ipse dixit.
Il consigliere, contattato telefonicamente nel pomeriggio di ieri, non ha ritrattato. Né si è scusato: «Quello che ho scritto è semplicemente un dato di fatto. Maometto aveva 54 anni quando aveva sposato una bambina di 6 e con lei ci è andato a letto quando ne aveva appena 9. Questo dice il loro libro. Un uomo di 54 anni che va con una bimba di 6, come lo chiamate? Per il nostro vocabolario questa è pedofilia. Lo dice uno che crede in Gesù. Non ce l’ho con i musulmani, mi dispiace se quanto affermo li offende, ma questa in Italia si chiama pedofilia». Tuiach non si è posto l’interrogativo della portata delle sue uscite: «È pericoloso quello che dico nei confronti dell’Islam? Mi odiano già in tanti, vuol dire che girerò con la scorta».
Successivamente il leghista, che evidentemente non pensava che le sue riflessioni social potessero avere eco, ha pubblicato un altro post sulla questione: «Mi ha chiamato un giornalista a cui ho spiegato la definizione dal dizionario della parola pedofilia. Un uomo di 54 anni quando sposa una bimba di 6 è un pedofilo. Forse in un’altra epoca non era così, io non lo so. Non volevo creare un caso diplomatico e mi scuso con gli islamici. Anche loro devono però condannare gli imam favorevoli alle spose bambine. La mia Fede cristiana mi fa pensare in questo modo, scusate ancora».
La pioggia di commenti a favore, sul profilo del consigliere, è inevitabile. Il capogruppo leghista Paolo Polidori dà man forte al pugile: «Stiamo estinguendo le nostre tradizioni, la nostra morale, la nostra identità! E cosa faranno ora gli stramaledetti buonisti??!! Ci daranno contro per l’ennesima volta!!!».
Tuiach non è nuovo a episodi analoghi. A maggio lo sportivo, candidato con il Carroccio, lascia scivolare un “mi piace” su un post-filo nazista. Gli costa un esposto in Procura in piena campagna elettorale e causa non poche noie a Roberto Dipiazza. Oggi sono all’ordine del giorno le sue battaglie contro «le zecche» dei centri sociali e gli «anarcofancazzisti, deboli e vigliacchi, rifiuto della società», come li bolla abitualmente. Contro la Casa delle culture di Ponziana che vorrebbe chiudere a colpi di mozioni. Lo sportivo, che sul proprio profilo Facebook si definisce “scrittore”, è salito sul ring politico nell’estate dell’anno scorso, durante il caso delle aggressioni e dei danneggiamenti ai Topolini, diventati ostaggio di baby bulli di origine straniera. Ne era nata una sorta di marcia simbolica sul lungomare di Barcola, “Riprendiamoci i Topolini”, a cui aveva fatto seguito la manifestazione “Richiedenti sicurezza” sotto la Prefettura in piazza Unità. I partiti di centrodestra, a caccia di volti nuovi, ne avevano colto il potenziale elettorale.
Tuiach, che non ha mai nascosto la sua personale simpatia per Matteo Salvini, (memorabile la foto in via San Nicolò con la moglie e il bebè in braccio), alla fine ha scelto la Lega. Le elezioni lo hanno premiato: con 524 preferenze personali è stato il candidato più votato del Carroccio dopo Pierpaolo Roberti.
Il pugile non ha mai fatto mistero della sua fede cristiana a cominciare dai due tatuaggi sulle mani: la Madonna da una parte e Cristo dall’altra. «Sono loro che mi guidano sul ring» raccontava. Pure sui social?
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