La fototrappola “cattura” l’orsetto nei boschi del Carso

Il sistema ha registrato il passaggio tra Medeazza e Jamiano L’esemplare, del peso di 80-90 kg, sarebbe di passaggio

TRIESTE «Negli anni ho fotografato cinghiali, caprioli, tassi, faine, volpi e pure sciacalli dorati. Ma quando ho visto l’orso ho strabuzzato gli occhi: quasi stentavo a crederci». Dalla Spagna, dove è attualmente in ferie, il cacciatore Maurizio Zulian racconta lo strepitoso fototrappolaggio effettuato alcuni giorni fa fa nei boschi del Carso, in una zona sita vicino all’oleodotto, a pochi passi dalla Slovenia, tra le frazioni di Medeazza (Duino Aurisina) e Jamiano (Doberdò del Lago). Un esemplare d’orso bruno, di poco più di due anni, quasi sicuramente maschio e del peso non di molto inferiore ai 100 chilogrammi, è stato immortalato dalla macchina fotografica notturna del 61enne di Jamiano. Immagini inequivocabili che attestano una volta di più la presenza del plantigrado nelle nostre aree.

 



Pur non essendoci (ancora?) dei nuclei stanziali, le incursioni degli orsi nell’altipiano carsico, così come in altre zone del Friuli Venezia Giulia, sono oramai sempre più frequenti. «Potrei stimare che da circa vent’anni gli orsi attraversano la nostra regione, che è una vera e propria zona di passaggio soprattutto da parte dei maschi che vanno in cerca delle femmine» racconta il naturalista triestino Nicola Bressi.

Il passaggio è duplice: da Ovest (Lombardia, Trentino Alto Adige e Veneto) gli orsi attraversano il Friuli Venezia Giulia in cerca di femmine che poi trovano in Slovenia. Più raramente, invece, i maschi sloveni si addentrano nel nostro territorio per poi spostarsi a Ovest verso le altre regioni italiane della fascia alpina. Vedere delle tracce inerenti il passaggio degli orsi, dunque, è cosa sì rara, ma non rarissima. È infatti emerso che pochi mesi fa un esemplare di orso è stato avvistato di giorno da parte di tre donne durante una passeggiata su un sentiero che collega Slivia ad Aurisina. La testimonianza è stata successivamente avvalorata dal Corpo Forestale regionale che ha individuato le fatte, ossia gli escrementi dell’animale, che hanno confermato il fatto che l’animale avvistato fosse proprio un orso.

Nel maggio dell’anno scorso, invece, l’ex cacciatore di San Lorenzo (San Dorligo della Valle), David Fonda, che assieme alla madre Grosdana Gašperut stava percorrendo l’arteria stradale che collega San Lorenzo a Draga in direzione Pesek, fu protagonista di un avvistamento in pieno giorno: un orsetto di circa 50 chilogrammi toccato, senza conseguenze, dall’automobile che precedeva la coppia, era subito corso nei boschi facendo perdere le proprie traccia. Diverse poi le incursioni di orsi sloveni provenienti dal monte Cocusso, quasi sempre attratti dal miele prodotto a Grozzana.

Memorabile il racconto di Virginio Abrami, gestore assieme alla moglie Vilma dell’Azienda agricola di apicoltura, che, convinto di trovarsi davanti a un grosso cinghiale, vide il plantigrado alzarsi su due zampe prima di scappare nuovamente nel bosco. Mediaticamente parlando, invece, il caso più eclatante è quello registrato nella primavera del 2015, quando le telecamere di sorveglianza del centro commerciale Ikea immortalarono un orso di circa 150 chilogrammi nel parcheggio del Tiare Shopping. In quell’occasione emerse che il plantigrado in questione era Madi, esemplare noto ai ricercatori dell’Università di Udine che nel maggio del 2013 lo avevano dotato di collare satellitare.

Contattato dal Piccolo, il professore dell’Università di Udine Stefano Filacorda, tra i massimi esperti nazionali di orsi, racconta quello che potrebbe essere l’identikit dell’esemplare immortalato da Zulian tra Jamiano e Medeazza: «Dalle foto possiamo ipotizzare si tratti un cucciolo di 2 anni e mezzo, del peso di 80-90 chilogrammi. Quasi sicuramente si tratta di un orso in fase di dispersione dalla madre, ossia quel momento in cui il cucciolo viene allontanato dalla femmina essendo in corso la stagione degli amori». Filacorda tende ad escludere l’eventualità che il cucciolo fotografato possa essere una femmina, il che avrebbe significato la possibilità di porre virtualmente le basi per un nucleo fisso sul Carso giuliano: «È difficile dirlo con certezza, ma lo escluderei. Anche dopo essermi confrontato con i colleghi sloveni confermo che non risultano essere presenti femmine sul nostro Carso. Le più vicine si trovano invece nella Selva di Tarnova e sul monte Nevoso». Insomma, citando Franco Battiato, gli orsi, in Friuli Venezia Giulia, continuano ad essere almeno per ora... solo di passaggio.

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