La foto di una città dalle porte girevoli

Arrivi non solo dall’estero ma anche da altre regioni d’Italia Aumentano gli autoctoni che se ne vanno nei comuni vicini

Monfalcone continua a essere una città del lavoro. Quello legato in prevalenza all’attività di Fincantieri, che rimane il motore principale dei flussi migratori verso la città. Tali da compensare l’emorragia, ormai storica, di residenti di più lunga data verso i centri più piccoli del territorio circostante o, addirittura, la Bassa friulana e la vicina provincia di Trieste.

Il saldo migratorio tra arrivi e partenze verso il resto dell’Isontino è decisamente negativo: per 363 iscritti ci sono stati 527 emigrati. Il fenomeno non si inverte, anche se si fa molto meno importante, se l’esame si allarga al territorio regionale. In questo caso il saldo è negativo di 17 unità (190 cancellati contro 173 iscritti). La tendenza si inverte già se la base è nazionale, perché Monfalcone ha attirato 394 nuovi cittadini dalle altre regioni italiane per 180 che si sono spostati in altre zone del Paese. La forbice, positiva, si fa ancora più ampia quando si passa agli stranieri. Dall’estero si sono trasferiti in città 525 nuovi residenti contro i 174 che invece se ne sono andati, varcando i confini nazionali, per un saldo positivo, quindi, di 351 unità. A guardare l’andamento nei singoli mesi dell’anno l’impatto dell’andamento dell’attività del cantiere navale si fa ancora più evidente, benché i picchi di lavoro vedano trasferirsi in città sì alcune migliaia di persone, ma come domiciliati.

Il movimento dei cittadini stranieri avviene dal luogo di origine, ma non solo. I movimenti sono interni all’Italia, visto che se dall’esterno sono arrivati 525 residenti, il totale degli stranieri iscritti all’Anagrafe nel 2017 ha toccato il numero di 903 di cui 317 comunitari contro 567 cancellazioni di cui 164 di comunitari. A Monfalcone sono approdati stranieri da Venezia, Genova e Ancona, altre città sedi di stabilimenti Fincantieri, ma anche da Toscana, Lombardia, Sicilia. Oltre che, soprattutto, dal Bangladesh (227 persone) e dalla Romania (119), seguiti dalla Croazia (47).

Anche una fetta degli stranieri monfalconesi ha comunque iniziato a spostarsi verso i comuni confinanti. Nel 2017 in 28 hanno scelto Ronchi dei Legionari e altri 26 Staranzano (da cui comunque sono rientrati rispettivamente 34 e 21 stranieri). Lo stesso numero dei cittadini di origine rumena che hanno fatto rientro nel proprio Paese, mentre 20 sono stati quelli che sono ritornati in Bangladesh. In 21 hanno fatto meta su Venezia, per motivi sempre legati, con tutta probabilità, all’attività del cantiere navale di Marghera. Tra Monfalcone e Mestre esiste poi un pendolarismo quotidiano, da e verso il Veneto, di lavoratori della cantieristica. L’emigrazione in Gran Bretagna è riuscita invece solo a 5 cittadini stranieri. A guardare i dati forniti dal Servizio demografico del Comune emerge che i rientri verso i Paesi di origine sono limitati, al di là del “caso rumeno”: 12 in Croazia, 7 in Macedonia, 6 in Bosnia-Erzegovina, 4 in Slovacchia, 3 in Serbia, 2 in Cina.

A completare il quadro, comunque, ci sono pure 228 “altri”, cioè irreperibili, persone di cui si sono perse, almeno per il momento, le tracce. Lo scorso anno qualcuno (24 in totale) è comunque ricomparso. (la. bl.)

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