La Fipe: ronde “salva-movida” per evitare gli schiamazzi
Maggior senso di responsabilità da parte dei gestori dei locali, steward a monitorare le zone del centro, bicchieri di plastica dopo le 24 e basta con promozioni del tipo “Ogni tre birre consumate una è gratis”. Sono questi alcuni degli ingredienti che Bruno Vesnaver, presidente della Fipe, intende proporre per permettere che la movida abbia vita ma rispetti al contempo la tranquillità dei cittadini, il decoro della città, la salute dei ragazzi.
Vesnaver proporrà la formula “salva movida” questo pomeriggio nel corso di un incontro che a partire dalla 16.15, all’auditorium del Museo Revoltella, aprirà un confronto tra gestori di esercizi pubblici, amministrazioni comunale e provinciale, forze dell’ordine. «Servirà a definire un piano per risolvere il “nodo” movida e evitare ordinanze penalizzanti – anticipa il presidente Fipe – come invece se ne sono avute a Udine, Firenze o Torino dove sono stati imposti rigidi orari di chiusura e pesanti provvedimenti per chi sgarra».
Un problema annoso, di non facile soluzione. Residenti che lamentano il chiasso di chi si ferma a chiacchierare o bere per strada. Ragazzi che dopo qualche bicchiere di troppo oltrepassano ogni limite. Il periodo “caldo” delle notti triestine va indicativamente dalla Bavisela alla Barcolana. «Il questore non ha alcuna intenzione di infierire sui locali pubblici o sui singoli cittadini, vuole collaborazione – sottolinea Vesnaver – e mi ha espressamente chiesto di promuovere un accordo tra gestori per non mettere le forze dell’ordine nelle condizioni di dover intervenire. Rischiamo di rimetterci se non ci organizziamo».
C’è anche il fatto che i cittadini che da anni subiscono il baccano si stanno organizzando. «Sono state promosse delle azioni legali contro dei locali – precisa ancora il presidente della Fipe – avallate da tanto di certificati medici che provano l’esaurimento nervoso o altre patologie provocate dalla confusione. Non dobbiamo arrivare a questi estremi, la gente ha diritto al riposo. Noi gestori stiamo facendo un grande lavoro, c’è vita, divertimento, chi visita Trieste resta piacevolmente colpito: non distruggiamo quello che abbiamo costruito».
La Fipe ha inviato a soci e non una proposta per far circolare degli steward nella zona pedonale e nelle vie della movida. «Delle figure che abbiano già lavorato negli stadi o nel settore della sicurezza – illustra Vesnaver - che monitorino le serate cercando di prevenire situazioni a rischio». Una sorta di ronde, insomma, anche se il presidente non vuole definirle in questi termini e parla piuttosto di figure riconoscibili da un badge o una maglietta che invitino gli avventori dei locali ad abbassare la voce quando alzano i toni e che collaborano con i gestori nel mantenere la situazione sotto controllo.
La proposta però non sta riscontrando molti consensi. Il motivo? Ai titolari di bar e ristoranti viene chiesto di versare un contributo: 10 euro a serata, fatturati, per tre giorni alla settimana: il mercoledì, il venerdì e il sabato sera. In pratica 120 euro al mese per ciascun esercente. Ma «i gestori non si possono spogliare dalle loro responsabilità – avverte il vertice della Fipe – aspettando che ci sia la polizia a vigilare fuori da ogni locale. Tutti hanno problemi di costi, lo sappiamo, ma 10 euro non incidono enormemente sull’incasso e permettono di lavorare più serenamente».
Scenderà in campo anche l’Azienda sanitaria che prevede di sistemare dei punti di ritrovo, dei gazebo con operatori che distribuiscono bottiglie di acqua e materiale informativo per la prevenzione da abuso di alcolici e uso di droghe. E per chi ha oltrepassato il limite, chi ha bevuto troppo, potrebbe venire attivato lo stesso servizio “Overnight” proposto a Sistiana. «Discuteremo con la Provincia – annuncia Vesnaver - per vedere se sia possibile distribuire dei buoni taxi ai ragazzi ed evitare così rientri a casa poco sicuri».
Il piano per evitare la movida “molesta” secondo Vesnaver dovrebbe però adottare anche altri accorgimenti. Come quello dell’uso dei bicchieri di plastica dopo le 24. «E basta con offerte che consentono di bere una birra o una grappa gratis a chi ne ha già consumate due o tre – sostiene – è diseducativo e invita a eccedere».
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